Territorio e paesaggio

Suoli europei: l’importante ruolo per l’ambiente

Un briefing dell’Agenzia Europea dell’Ambiente (AEA) segnala che i suoli europei stanno emettendo più carbonio di quanto ne assorbano, sottolineando l’importanza di sviluppare e utilizzare metodi scientificamente validi per stimare gli impatti sul clima delle diverse pratiche di gestione del territorio, nonché per il ripristino della natura.

I suoli svolgono un ruolo importante nella lotta ai cambiamenti climatici e la loro gestione influisce sui processi biologici che portano i suoli a perdere o guadagnare carbonio. È quindi importante che le informazioni sullo stato e sulle tendenze del carbonio nel suolo siano prontamente disponibili per informare il processo decisionale. 

A tal fine, l’Agenzia Europea dell’Ambiente (AEA) ha rilasciato il briefing Soil Carbon” che offre una panoramica sullo stato dei pool di carbonio nel suolo in tutta Europa, sulla base degli inventari nazionali dei gas serra del 2021 degli Stati membri per l’anno 2019.

Ne emerge che i suoli organici dell’UE hanno perso circa 108 megatonnellate di emissioni di anidride carbonica (Mt di CO2) e al contempo, i suoli minerali hanno rimosso circa 44 Mt di CO2 dall’atmosfera. Per cui, le emissioni nette di gas serra dal suolo, circa 64 Mt di CO2 equivalente, corrispondevano a poco meno del 2% delle emissioni nette complessive dell’UE nel 2019, ovvero circa la metà della quota dell’UE delle emissioni dell’aviazione internazionale.

Circa tre quarti dei suoli organici dell’UE si trovano solo in 2 Stati membri (Svezia e Finlandia), secondo il briefing dell’AEA. Le emissioni complessive dei suoli organici risultano di gran lunga più elevate in Germania, a causa dell’elevata quota dei suoi suoli organici sotto seminativi e pascoli. Le maggiori perdite di carbonio per ettaro provengono dall’estrazione della torba, principalmente in Finlandia, Irlanda, Lettonia, Estonia e Germania.

Per aumentare il sequestro di carbonio dei suoli e diminuirne le perdite esistono opzioni di mitigazione, come il ripristino delle torbiere o l’agroforestazione, che in molti casi possono anche favorire, ad esempio, la biodiversità o la qualità dell’acqua.  A seconda del tipo di suolo, del clima locale e delle modalità di gestione del territorio, tuttavia, le azioni di mitigazione possono aumentare le emissioni di altri gas serra, come il metano (CH4) e il biossido di azoto (N20), o avere conseguenze negative sulla biodiversità o produzione di cibo.

Nel briefing dell’AEA viene sottolineata anche l’importanza di sviluppare e utilizzare metodi scientificamente validi per stimare gli impatti sul clima delle diverse pratiche di gestione del territorio, nonché sul ripristino della natura.

Nel complesso, il settore dell’uso del suolo, dei cambiamenti nell’uso del suolo e della silvicoltura (LULUCF) dell’UE è un importante pozzo di carbonio che rimuove la CO2 dall’atmosfera. Tuttavia, ci sono grandi differenze tra i Paesi a causa delle loro dimensioni, del modo in cui viene utilizzata la terra e del tipo di suolo. Pertanto, durante la pianificazione e l’attuazione di diverse pratiche di uso del suolo dovrebbe essere presa un’attenta considerazione dei co-impatti.

L’Agenzia ricorda che l’UE si è impegnata a ridurre le proprie emissioni nette di gas serra del 55% entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990, e a diventare carbon neutral entro il 2050.

In copertina: Foto di Ivan Bandura su Unsplash

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