In occasione della Giornata nazionale di prevenzione contro lo spreco alimentare (5 febbraio 2019), è stata inaugurata la Mostra con le tavole di Altan dedicate allo spreco alimentare e idrico, e sono stati diffusi i dati 2019 dell’ultimo Rapporto dell’Osservatorio Waste Watcher di Last Minute Market/SWG.
In occasione della VI Giornata nazionale contro lo spreco alimentare, che si celebra il 5 febbraio 2019, istituita dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM), in collaborazione con il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari (DISTAL) dell’Università di Bologna e l’Osservatorio Waste Watcher di Last Minute Market, a Roma presso la sede della FAO è stata inaugurata la Mostra “Primo non sprecare, secondo Altan. Lo spreco formato vignetta” (4-5 febbraio 2019), un percorso espositivo con le irresistibili tavole che il Maestro della satira ha dedicato alla questione dello spreco alimentare e idrico.
Il tema della sostenibilità dei sistemi alimentari in generale e dello spreco alimentare in particolare è uno dei temi più dibattuti del momento su scala globale insieme ai cambiamenti climatici, peraltro strettamente correlati.
Al recente World Economic Forum (Davos, 22-25 gennaio 2019) due Rapporti hanno ricevuto l’attenzione dei decision maker:
– “Cities and Circular Economy for Food” della Ellen MacArthur Foundationche prende in esame, tra l’altro, il ruolo delle città per la riduzione dello spreco alimentare e per la sua ridistribuzione per combattere l’insicurezza alimentare;
– “Food in Anthropocene” della Commissione EAT-Lancet per una dieta della salute planetaria al fine adottare una corretta e sana alimentazione che non comprometta le necessità alimentari della futura popolazione mondiale, invitando i responsabili delle politiche anche ad assumere un ruolo proattivo per ridurre di almeno il 50% lo spreco alimentare entro il 2030.
Secondo i dati del Rapporto Waste Watcher 2019 dell’Osservatorio Waste Watcher di Last Minute Market / Swg sull’Economia circolare e la sostenibilità, gli italiani gettano nella spazzatura ogni anno 36kg di alimenti che avrebbero potuto consumare, per un valore complessivo di 12 miliardi di euro, pari allo 0,71% del PIL. Pane e verdure fresche sono fra gli alimenti più spesso buttati, ma anche bevande analcoliche, legumi, frutta fresca e pasta. Il settore alimentare è quello in cui si spreca di più per il 74% degli italiani, mentre quello idrico segue per il 48%, quindi quelli legati a mobilità (25%) ed energia elettrica (22%).
Eppure gli italiani sembrano non rendersene completamente conto, additando soprattutto fra i maggiori responsabili dello spreco alimentare il settore del commercio (47%), della produzione e distribuzione, e quello pubblico, dalle scuole agli ospedali, dagli uffici alle caserme (27%).
“La percezione degli italiani è ancora poco consapevole – ha spiegato Andrea Segrè, Fondatore e Presidente di Last Minute Market che ha celebrato i 20 anni della nascita dell’idea del recupero a fini solidali di beni invenduti della grande distribuzione (GDO) e che trasformata ora in impresa sociale – Basterebbe acquistare ciò che serve realmente, compilando liste precise che non cadono nelle sirene del marketing, scegliendo alimenti locali e di stagione basati sulla Dieta Mediterranea, consultando etichette e scadenze, utilizzando al meglio frigo, freezer e dispensa per gli alimenti senza stiparli alla rinfusa“.
La situazione negli ultimi anni è migliorata, stante anche la situazione economica: nel 2014 un italiano su 2 dichiarava di gettare via del cibo tutti i giorni; oggi solo l’1%. Molti italiani (7 italiani su 10) ritengono che un’educazione alimentare (72%) aiuterebbe a ridurre lo spreco alimentare, il 26%di loro propone nuovi packaging e il 20% incentivi e sanzioni legati alla poca attenzione alla pattumiera.
Tra le soluzioni praticate per ridurre lo spreco alimentare, vengono indicate:
– il controllo della dispensa prima di fare la spesa, eseguita dal 65% degli italiani;
– il congelamento del cibo a rischio di deperibilità (61%);
– il controllo del quantitativo di cibo da cucinare (54%);
– la verifica dell’edibilità (52%) o l’assaggio prima di buttare il cibo (44%).
Molti italiani si dedicano ad inventare o rinvenire ricette al fine di utilizzare gli avanzi (48%), ma solo 1 italiano su 3 (34%) richiede al ristoratore un contenitore per trasportare a casa il cibo che non è riuscito a consumare (il cosiddetto Doggy bag) e solo 1 italiano su 5 (22%) dona al vicino il cibo in eccesso a rischio spreco
Il Rapporto esamina anche le abitudini di acquisto: i negozi al dettaglio sono meno frequentati dai consumatori (18%), così come il mercato (15%) a favore di supermercati (7 italiani su 10) e ipermercati (3 italiani su 10). Da segnalare l’avanzata degli acquisti online, praticati dall’8% degli intervistati.