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La sostenibilità del vino quale elemento di eccellenza

sostenibilità del vino quale elemento di eccellenza

Dopo Roma, è stato presentato a New York il primo Rapporto sulla Sostenibilità del Vino italiano, frutto di un cammino articolato che ha visto coinvolti sul tema vino-sostenibilità 37 esperti della comunità tecnico-scientifica, oltre 1.000 aziende vitivinicole e 15 programmi nazionali, riuniti attorno ad un manifesto di valori ed intenti promosso da Unione Italiana Vini e Gambero Rosso.

Per gli imprenditori del vino la sostenibilità è determinante per lo sviluppo aziendale.
È quanto emerge dal primo Rapporto sulla Sostenibilità del Vino, frutto del lavoro del Forum per la Sostenibilità del Vino, promosso da Unione Italiana Vini e Gambero Rosso, che rappresenta la prima tappa di un percorso che intende:
– sancire la nascita di un movimento insito al settore del vino italiano;
– rispondere a dei primi interrogativi di ricerca;
– proporre l’avvio di un percorso condiviso e pragmatico di miglioramento del comparto.

Costituitosi nel febbraio 2013, su iniziativa di Attilio Scienza (Ordinario di Viticoltura all’Università degli Studi di Milano), Michele Manelli (produttore di Salcheto, la prima azienda in Europa a calcolare l’impronta del carbonio della propria bottiglia di vino) e Marco Sabellico (giornalista enologo di Gambero Rosso), il Forum si prefigge di promuovere la sostenibilità ambientale del vino quale elemento essenziale dell’eccellenza qualitativa e della competitività delle produzioni italiane sui mercati, sul presupposto che la definizione di un sistema di approccio unico, condiviso e comparabile sia essenziale per lo sviluppo di una economia del miglioramento sociale, economico ed ambientale.
“Tutti i protocolli prevedono gli stessi indicatori – ha sottolineato Attilio Scienza – Da questo punto di vista, lo scopo del Forum di arrivare ad una omologazione delle procedure- è abbastanza facilitato. I tre grandi indicatori (CO2, Acqua, Biodiversità) sono universali. Il problema è dato dai percorsi che si devono fare: noi abbiamo obiettivi condivisibili, ma percorsi differenziati. Su questo dobbiamo lavorare: sulla definizione precisa degli indicatori e sulla formazione ai viticoltori che non sono dei contenitori da riempire di nozioni. Un criterio spesso sottovalutato è quello dell’auto-responsabilità. Il viticoltore dovrebbe disporre degli strumenti adatti per valutare i suoi comportamenti in funzione delle risposte dell’ambiente, della terra, delle piante”.

Il Rapporto è il frutto di un cammino articolato che ha visto coinvolti 37 esperti della comunità tecnico-scientifica sul tema vino-sostenibilità, riunitisi attorno ad un manifesto di valori ed intenti: due gruppi di lavoro hanno tracciato un percorso di approfondimento e ricerca sul sistema, con indagini conoscitive che hanno coinvolto oltre 1.000 aziende vitivinicole e 15 programmi nazionali per lo sviluppo sostenibile del vino.
Da questo lavoro sono emersi 3 documenti di approfondimento:
Il primo sui tratti economici del movimento in corso, affidato al Prof. Eugenio Pomarici dell’Università di Napoli Federico II (co-autore il dott. Riccardo Vecchio), risponde in particolare ad interrogativi su:
– la definizione di sostenibilità;
– quali sono le esperienze di successo a livello internazionale;
– qual è il peso dell’economia della sostenibilità del vino (per la definizione nel breve termine di un PIS-Vino, Prodotto Interno Sostenibile del Vino);
Il secondo che traccia un quadro sinottico dei programmi italiani per lo sviluppo sostenibile, affidato al Prof. Fabio Mencarelli dell’Università della Tuscia (co-autore l’ing. Luciano De Propris), risponde in particolare ad interrogativi su:
– come fare chiarezza su termini e glossario della sostenibilità;
– come definire gli indicatori della sostenibilità ambientale;
– le policy ed i programmi di sostenibilità in essere.
Il terzo inteso a definire come l’orientamento strategico verso la sostenibilità stia trasformando il modello di business delle imprese vitivinicole italiane, affidato al Prof. Lorenzo Zanni dell’Università di Siena (co-autore il dott. Tommaso Pucci), risponde in particolare a interrogativi su:
– la definizione di modelli di business nel vino;
– come la sostenibilità permea i business model del vino, fornendo un quadro aggiornato della sua fisionomia in Italia;
– quali siano le relazioni tra performance aziendali e sostenibilità e quali le traiettorie di crescita.

Crediamo che la sfida della Sostenibilità sia un obiettivo importante per rendere sempre più competitivo il mondo del vino italiano – ha osservato Paolo Cuccia, Presidente del Gambero Rosso – Siamo entusiasti del lavoro svolto e dai suoi animatori, e vogliamo arrivare, con l’indirizzo delle istituzioni, a risultati ancor più importanti e concreti all’appuntamento mondiale di Expo 2015”.

Dopo Roma, il Rapporto è stato presentato il 10 novembre 2014 alla New School for Public Engagement di New York, per un focus sulle potenziali ricadute positive della diffusione di un nuovo modello di business del vino italiano, che pone la sostenibilità tra le leve del miglioramento dei risultati di marketing, in Paesi caratterizzati da mercati interessati a prodotti sempre più di qualità.

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