Il Sottosegretario Velo, rispondendo alle interrogazioni, conferma che entro giugno verrà indetta una nuova gara di appalto per la gestione del servizio di tracciabilità elettronica dei rifiuti. Per l’eventuale rimborso o compensazione del contributo versato dalle imprese, “laddove e nei limiti in cui ne ricorrano i presupposti”, il Governo sta valutando un piano di intervento.
Rispondendo il 5 febbraio 2015 a due interrogazioni parlamentari presentate alla Camera dei Deputati in merito al sistema di tracciabilità dei rifiuti (SISTRI), il Sottosegretario di Stato per l’Ambiente e la Tutela del Territorio e del Mare, Silvia Velo ha dichiarato che:
– il servizio di gestione del programma SISTRI ad opera della società Selex non si è mai interrotto dalla data del 30 novembre 2014 e che lo stesso continuerà ad essere assicurato sino al 31 dicembre 2015 in base alla proroga del termine di efficacia del relativo contratto disposta con l’articolo 14, comma 2-bis del decreto legge n. 91/2014;
– entro il 30 giugno 2015, viene confermato che ci sarà un nuovo operatore, come prevede la stessa disposizione normativa, le cui procedure sono state avviate dalla Consip, Società di cui il Ministero ha ritenuto di avvalersi;
– per gli oneri indebitamente versati a titolo di contributi di iscrizione al SISTRI per le annualità 2010, 2011 e 2012, sono in fase di studio le modalità operative in ordine alle quali poter definire un piano di intervento finalizzato alla loro restituzione o compensazione, laddove e nei limiti in cui ne ricorrano i presupposti citati.
Secondo la Confartigianato, al 2012 erano 325.470 le imprese in Italia che avevano già versato circa 70 milioni per un servizio che di fatto non ha mai funzionato, e l’annuncio di un piano per la “possibile”, ma non certa, restituzione delle somme versate, probabilmente non le rassicurerà.
Erano stati obbligati ad aderire al SISTRI fin dall’inizio tutti quei soggetti che avevano a che fare con la produzione, il trasporto o il trattamento dei rifiuti. Successivamente, ne erano state esentate alcune categorie e le imprese con meno di 10 dipendenti. Al riguardo si informa che sul sito apposito del Ministero dell’Ambiente è stata pubblicata una FAQ, rispondente al quesito:
“Quale è la corretta modalità di calcolo del numero dei dipendenti per determinare l’obbligo di iscrizione?”
Risposta: “Relativamente alle corrette modalità di calcolo dei dipendenti per la determinazione dell’obbligatorietà o meno di adesione al SISTRI, si assume, quale parametro per l’obbligo di iscrizione, il numero dei dipendenti complessivi nell’intera Azienda/Ente a prescindere dal numero di dipendenti addetti alle singole unità locali di cui è dotata l’Azienda/Ente”.
A suscitare i malumori delle imprese ancora obbligate è la “certezza” che il contributo al SISTRI è dovuto anche per il 2015, nonostante le manifeste criticità del sistema tant’è che la sua operatività è stata differita per un altro anno, costringendo nel frattempo ad usare i “vecchi” formulari e registri.
Inoltre, c’è l’aspetto delle sanzioni per omessa iscrizione e omesso pagamento del contributo annuale, nei termini previsti, che sono scattate dal 1° febbraio 2015 per effetto del DL n. 192/2014 (il cosiddetto “Decreto Milleproroghe”, qualora non intervengano modifiche in sede di conversione in Legge.
Ma anche in questo caso, si creerebbe un pasticcio normativo dal momento che gli eventuali emendamenti accolti interverrebbero dopo circa un mese dall’operatività delle sanzioni.
Qualche tempo fa avevamo scritto: “Dopo 6 anni di inapplicazione e ben 9 provvedimenti normativi e ministeriali emanati, costato alle imprese oltre 70 milioni di euro e 28 milioni di euro all’anno al Ministero; dopo tentativi di abrogarlo e inveterate reviviscenze, il SISTRI è ormai un “carro vuoto avviato sul binario morto” che “non muore e vorrebbe, e non vive e vorrebbe”, come nell’allegoria della bella e omonima poesia di Clemente Rebora in “Frammenti lirici”.
Dopo un anno e mezzo, pur con ulteriori provvedimenti, deroghe e proroghe siamo sempre lì, alle prese con una “matassa sempre più difficile da sbrogliare”.