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Sharing mobility: coinvolge ormai oltre 5 milioni di italiani

Il 3° Rapporto sulla sharing mobility curato dall’Osservatorio nazionale conferma la crescita inarrestabile della mobilità condivisa in Italia, divenendo sempre più sostenibile con l’aumento delle auto elettriche e il boom dello scootersharing.

In occasione della III Conferenza Nazionale sulla Sharing Mobility, iniziativa promossa dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM), dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) e dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile (FoSS), è stato presentato il 27 giugno 2019 il 3° Rapporto nazionale sulla sharing mobility, curato dall’Osservatorio Nazionale sulla Sharing Mobility che aggiorna i dati e i trend della mobilità condivisa in Italia nelle sue diverse tipologie (carsharing, bikesharing, carpooling, scootersharing, ecc.), nonché informazioni sugli strumenti di pianificazione della mobilità urbana (PUMS) e sull’innovazione del settore.

La sharing mobility è un fenomeno socio-economico che riguarda il settore dei trasporti sia dal lato della domanda che dal lato dell’offerta.
Dal lato della domanda, la mobilità condivisa consiste in una generale trasformazione del comportamento degli individui che, progressivamente, tendono a preferire l’accesso temporaneo ai servizi di mobilità piuttosto che utilizzare il proprio mezzo di trasporto, fino a non possederlo affatto.
Dal lato dell’offerta invece, questo fenomeno consiste nell’affermazione e diffusione di servizi di mobilità che utilizzano le piattaforme digitali per facilitare la condivisione di veicoli e/o tragitti, realizzando servizi flessibili e scalabili che sfruttano le risorse latenti già disponibili nel sistema dei trasporti.

Dal Rapporto, emerge che in Italia la sharing mobility continua inarrestabile la sua crescita, coinvolgendo ormai oltre 5 milioni di italiani. Nel 2018 i servizi attivi in Italia sono 363, 14 in più dell’anno precedente, gli iscritti 5,2 milioni, un milione in più del 2017. Si sono registrati 33 milioni di spostamenti in sharing nel 2018, in media 60 al minuto, il doppio del 2015.

La sharing mobility sta diventando poi sempre più sostenibile con un aumento dei veicoli elettrici in condivisione, soprattutto grazie al boom dello scootersharing (+285% dei noleggi in un anno). Una piccola contrazione si registra nel bikesharing con la chiusura di alcuni servizi e una riduzione del 9% delle bici “su strada”.

La popolarità di una mobilità che sta rivoluzionando il modo di spostarsi in città trova una conferma nei numeri assoluti: 7.961 auto in car sharing (2.126 elettriche) di cui 6.787 free floating (l’auto che si preleva e si lascia ovunque) e 1.174 station based (si preleva e lascia in appositi spazi); 2.240 scooter in sharing, 90% elettrici; circa 36.000 bici offerte in bikesharing e 271 comuni in cui è attivo almeno un servizio di sharing mobility (57% al Nord), con Milano e Torino che sono le città maggiormente “fornite” e Milano si conferma la città della sharing mobility.

I dati incoraggianti dell’Osservatorio confermano che la rivoluzione silenziosa della sharing mobility è in atto e l’Italia è in linea con i migliori trend mondiali ha osservato Raimondo Orsini, coordinatore dell’Osservatorio Nazionale Sharing Mobility – Ora dobbiamo lavorare tutti insieme per portare molte altre città italiane ai livelli di Milano. Ad esempio Torino e Bologna hanno fatto passi da gigante ed anche nel centro sud sono fiorite esperienze molto interessanti. La sharing mobility è il miglior alleato del trasporto pubblico e offre un ventaglio di soluzioni innovative: auto e scooter elettrici, monopattini condivisi, car pooling, car sharing ‘peer to peer’, che servono a vincere la battaglia per la vivibilità e la qualità dell’aria nelle nostre città, la vera sfida di ogni sindaco. Questa rivoluzione va quindi sostenuta e incoraggiata a livello normativo e fiscale. I cittadini se lo aspettano”.

La sintesi del Rapporto

La sharing mobility diventa sempre più sostenibile, con i veicoli condivisi sempre più elettrici, sempre più leggeri. Aumenta infatti nel 2018 la quota di auto e scooter elettrici condivisi rispetto al totale, passando dal 27% al 43% nell’ultimo anno. Oltre che più elettrici, i veicoli in condivisione che circolano sulle nostre strade sono mediamente sempre più leggeri e meno ingombranti: la massa media dei veicoli a motore è infatti diminuita del 17% tra il 2015 e il 2018.  Risultati positivi realizzati grazie soprattutto al boom dei servizi di scootersharing (presenti per ora solo a Milano, Roma e Torino) che hanno messo su strada nell’ultimo anno 1.740 nuovi mezzi, di cui il 90% elettrici, arrivando a quota 1 milione di noleggi (+285% del 2017).

Il carsharing sempre più efficiente con Milano al top, primi passi per la condivisione “tra “privati”. SiaIl free-floating che station based, il carsharing copre l’Italia da nord a sud. Il free floating è concentrato solo in alcune città del centro-nord, soprattutto a Roma e Milano (a Milano in un anno si sono registrati oltre 6 milioni di noleggi) e continua il trend positivo degli anni precedenti in termini di iscritti e noleggi realizzati, registrando per entrambi un +26% tra il 2017 e il 2018. È vero che cresce meno degli anni precedenti il numero di auto disponibili (negli anni scorsi ne sono state messe su strada una grande quantità per creare un mercato), ma vengono utilizzate di più dagli utenti: mediamente 5 volte al giorno nel 2018, circa una volta in più rispetto al 2017. Il carsharing station based è diffuso al contrario in tutta Italia e nel 2018 si sono aggiunte altre città del sud (Napoli, Lecce, Messina, Reggio Calabria e Sassari) e gli indicatori degli iscritti e dei noleggi hanno anche in questo caso un segno più: rispettivamente +37% e +24% tra il 2017 e il 2018. Si conferma anche la tendenza verso l’elettrificazione della flotta che nell’ultimo anno è arrivata al 33% rispetto al 26% del precedente periodo. Torino è la città in cui è più popolare il carsharing station based. Con 17 mila iscritti e 1.600 auto, il nuovo settore del carsharing tra privati (peer-to-peer) si affaccia nelle città, mostrando grandi potenzialità soprattutto tenendo conto dei numeri registrati in altri paesi come la Francia, dove la flotta di auto è 24 volte quella italiana. Sostanzialmente un privato mette a disposizione di altri soggetti (amici, colleghi o iscritti ad un social “controllato”) la propria automobile: ci guadagnano tutti e si libera spazio nelle città.

Il bikesharing tra luci ed ombre: circa 36.000 bici (-9% rispetto al 2017). A solo un anno di distanza dal loro arrivo a fine del 2017 con migliaia di biciclette, escono dal mercato alcuni operatori di bikesharing free-floating (Roma rimane senza servizi). Si confermano invece i servizi più organizzati nelle grandi città del nord e arrivano 3.200 nuove biciclette in 4 Comuni medio-piccoli: Pesaro, Reggio Emilia, Mantova e Bologna dove il sistema free-floating dispone anche di zone di parcheggio dedicate dove prelevare e lasciare la bicicletta.A fronte di una flotta station-based stabile, il numero delle biciclette complessive (quasi 36 mila) si riduce del 9% tra il 2017 e il 2018.

Continua a crescere il carpooling aziendale ed extraurbano. Gli iscritti totali al carpooling aziendale (condivisione di tragitti e singoli viaggi) aumentano con un tasso di crescita simile a quello degli anni precedenti, pari a circa il 70% all’anno. Ben più sostenuta la crescita dei viaggi, quasi quadruplicati rispetto all’anno precedente e arrivati a circa 380 mila nel 2018 per un totale di 7 milioni di km percorsi in condivisione per recarsi a lavoro. Crescono anche gli iscritti del carpooling extra-urbano del 15% rispetto al 2017, superando nell’anno analizzato i 2,8 milioni. Utenti che nel 2018 hanno offerto complessivamente 1,5 milioni di passaggi per tragitti extra-urbani, 9 su 10 dei quali su distanze superiori ai 75 km.

Si afferma il nuovo mercato digitale e nuove soluzioni di micromobilità. Il numero di città in cui sono accessibili i servizi digitali di pianificazione degli spostamenti con il TPL e di gestione delle piattaforme di vehicle-sharing è cresciuto ancora: 48 nel 2018 contro le 43 del 2017, abilitando 7 servizi in più (monopattini compresi) dell’anno precedente per un totale di 40. Tra le piattaforme c’è Nugo (app disponibile per Android e IOS) che vuole ricoprire un ruolo importante nella rivoluzione della sharing mobility. La piattaforma tecnologica lanciata dal Gruppo FS Italiane permette di acquistare in un’unica soluzione tutti i biglietti dei vettori di trasporto scelti per il viaggio. Nugo integra diverse modalità di trasporto: dal treno all’aereo, dall’autobus alla metropolitana, dal traghetto al car e bike sharing. Continuano a crescere le piattaforme digitali dedicate al servizio taxi in termini di diffusione come città coperte e utilizzo, facendo registrare più di 3,1 milioni di corse prenotate nel 2018.Sono in arrivo anche monopattini elettrici, hoberboard, segway e monowheel. Il recente Decreto del MIT ha dato il via alla sperimentazione nei comuni della micromobilità, una soluzione da “ultimo miglio”. Nelle città infatti il 50% degli spostamenti riguarda distanza inferiori al 5 km. Mezzi come i monopattini elettrici possono, ad esempio, diventare una soluzione per sostituirsi ad auto e taxi negli spostamenti brevi integrandosi con il trasporto pubblico.

Le città della sharing mobility. Milano si conferma la città della sharing mobility con i numeri più alti in termini di offerta di veicoli per abitante e noleggi. Ben posizionate Torino e Roma, con quest’ultima chiamata però a recuperare il gap dovuto all’assenza di servizi di bikesharing. Grande balzo in avanti di Bologna che nel 2018 ha inaugurato 2 servizi di carsharing e 1 servizio di bikesharing a flusso libero. Al sud spiccano le performance di Cagliari e Palermo con i loro servizi di carsharing e bikesharing station-based.

Nuova mobilità, quali impatti e opportunità. All’interno del Rapporto la società di consulenza e analisi Deloitte ha svolto un’analisi industriale e sociale relativa agli scenari presenti e futuri della nuova mobilità. Per 6 italiani su 10 la mobilità oggi è ancora una fonte di preoccupazione quotidiana, con impatti sia sulla sfera privata (per il 73% influenza il proprio tempo libero) sia sull’ambiente (79%). Nonostante l’auto privata rimanga tuttora il mezzo di trasporto più utilizzato dagli italiani (57%), più della metà (54%) aumenterà l’utilizzo dei nuovi servizi di mobilità nei prossimi 3 anni (anche se in logica complementare e non sostitutiva all’auto di proprietà purché vi sia un’evoluzione dell’offerta lungo quattro direttrici: convenienza economica (richiesto da 9 italiani su 10), facilità di accesso al servizio (7 su 10), chiarezza dell’offerta (7 su 10 reputano i servizi ancora poco chiari, anche in riferimento a quelli più conosciuti – es. Carsharing, 1 su 2 non sa che è una formula pay-per-use) e riconoscibilità dell’operatore che fornisce il servizio (6 su 10 non conoscono offerte di mobilità di importanti operatori non tradizionali).

Le nostre auto restano parcheggiate per il 92-95% del tempo, questo è il paradosso della motorizzazione privata di massa che porta a spreco di spazio pubblico, di risorse economiche e naturali – ha commentato il Ministro dell’Ambiente, Sergio Costa – Più che di automobile oggi bisognerebbe parlare di ‘auto immobile’, perché la vediamo quasi sempre parcheggiata oppure ferma in coda nel traffico urbano. Le nuove generazioni hanno compreso quest’assurdità, abbracciando con entusiasmo la filosofia della sharing mobility come dimostrano i dati dell’Osservatorio. Riappropriamoci degli spazi pubblici e dei tempi privati, condividendo il mezzo per spostarci”.

 

 

 

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