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IEA: diminuiscono gli investimenti nel settore energetico

IEA diminuiscono gli investimenti nel settore energetico

Dal nuovo Rapporto dell’Agenzia Internazionale dell’Energia si evidenzia che la transizione energetica è possibile, ma gli investitori hanno bisogno di certezze circa la volontà dei Governi di raggiungere gli obiettivi climatici e di sicurezza energetica.

Gli investimenti energetici mondiali nel 2015 sono diminuiti dell’8%, a quota 1.830 miliardi di dollari, ovvero il 2,4% del PIL globale, contro i 2.000 miliardi del 2014.Gli investimenti in fonti fossili, principalmente petrolio e gas, hanno rappresentato oltre la metà della spesa complessiva (55%), seppure in calo rispetto al 2014 (61%)
La quota di investimenti in energie verdi si sono attestati a 290 miliardi (17%, contro il 16% del 2014) e più marcati sono stati gli aumenti per le reti (dal 12% al 14%) e per l’efficienza energetica (dal 10 al 12%).


Sono questi alcuni degli aspetti principali che si rilevano dal “World Energy Investments 2016” diffuso il 14 settembre 2016 dall’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA) che in una dettagliata analisi di dati in suo possesso e attinti da altre autorevoli fonti affronta alcune questioni chiave degli investimenti nel settore energetico, tra cui:
– qual è stato il livello degli investimenti nel sistema energetico globale nel 2015e quali Paesi hanno attratto più capitali?– quali combustibili e tecnologie hanno ricevuto la maggior parte degli investimenti e in quali si sono visti i più grandi cambiamenti?
– quanto ha inciso la situazione del basso prezzo dei carburanti su petrolio e gas, sulle energie rinnovabili e sull’efficienza energetica e cosa ha comportato in termini di sicurezza energetica?
– le attuali tendenze di investimento sono in linea con la transizione verso un sistema energetico a basso tenore di carbonio?– quanto hanno inciso sugli investimenti il progresso tecnologico, i nuovi modelli di business e driver politici chiave come l’Accordo di Parigi sul clima?

Osserviamo un ampio spostamento della spesa  verso l’energia pulita, spesso grazie a politiche governative – ha dichiarato alla presentazione il Direttore esecutivo dell’IEA, Fatih Birol – Il nostro rapporto dimostra chiaramente che tali misure dei Governi possono funzionare e che sono la chiave per una transizione energetica di successo. Ma mentre è stato raggiunto un certo progresso, gli investitori hanno bisogno di chiarezza e certezza da parte dei decisori politici. I Governi devono non solo mantenere, ma aumentare il loro impegno per raggiungere gli obiettivi di sicurezza energetica e climatici”.

Oltre a quanto riportato in premessa, ecco di seguito gli altri punti salienti del WEI 2016.
– Gli investimenti della Cina nel settore energetico sono stati pari a 315 miliardi di dollari nel 2015, superando ancora come maggiore investitore a livello mondiale gli USA la cui spesa è scesa a circa 280 miliardi di dollari, a causa del declino degli investimenti in progetti esplorativi di petrolio e gas.
– Il settore petrolio e gas è rimasto quello che ha attratto anche nel 2015 i maggiori investimenti, con la spesa di 583 miliardi di dollari, scesa tuttavia nel 2015 del 25% e un ulteriore calo del 24% è previsto per 2016, con un decremento consecutivo di due anni che non si registrava da 30 anni, quantificabile in oltre 300 miliardi di dollari., mentre dovrebbero rimanere stabili o in leggera flessione nel 2017.
– Il Medio Oriente e la Russia hanno rappresentato le regioni più resilienti negli investimenti in esplorazione, con le compagnie nazionali che hanno raggiunto il 44% degli investimenti globali, mentre il Nord America ha registrato le maggiori riduzioni sia per l’esplorazione degli scisti che in mare aperto.– La spesa per la produzione di energia elettrica ha raggiunto 420 miliardi didollari, con le fonti rinnovabili che rappresentano circa 70% del totale, mentre gli investimenti per la produzione di gas sono crollati del 40% a 31 miliardi di euro, e quelli per il carbone sono aumentati di quasi un quarto (78 miliardi di dollari), in gran parte dovuti alla Cina. La stragrande maggioranza degli investimenti per l’energia elettrica si è verificata in modelli di business regolamentati o meccanismi (ad esempio contratti di acquisto di energia) per gestire il rischio delle entrate. Solo il 5% degli investimenti si sono basati esclusivamente sul prezzo competitivo del mercato all’ingrosso.
– La spesa per tutte le fonti energetiche rinnovabili, compresi i biocarburanti per i trasporti e le installazioni per la produzione di calore da solare termico è stata di 313 miliardi di dollari, come parte di un ampio riorientamento degli investimenti verso le fonti di energia a basso tenore di carbonio. Tra il 2011 e il 2015, la spesa per la capacità di produzione di energia da fonti rinnovabili è stata relativamente piatta, ma gli investimenti hanno prodotto il 40% di maggior capacità grazie alle tecnologie dell’eolico e del solare che hanno visto diminuire notevolmente i prezzi.
– La Cina ha primeggiato nell’attrarre gli investimenti per la produzione di energia da rinnovabili, raggiungendo più di 90 miliardi di dollari pari al 60% dei suoi investimenti complessivi nel 2015. Per la prima volta, gli investimenti cinesi nell’energia eolica hanno superato quelli per l’idroelettrico. La Cina è anche il più grande investitore del mondo per impianti di riscaldamento da solare termico (15 miliardi di dollari). Nel 2015, la Cina ha investito circa  45 miliardi di dollari per la produzione di energia da combustibili fossili, soprattutto dal carbone, portando la capacità degli impianti da tale fonte a 52 GW. La Cina rappresentava la maggior parte degli investimenti nella costruzione di impianti da energia nucleare ed è stato il Paese che ha speso di più per la costruzione di autovetture energeticamente efficienti.

– Gli investimenti per la produzione di energia elettrica da rinnovabili nell’Unione europea hanno raggiunto 55 miliardi di dollari, oltre la metà dei quali è andata all’eolico, mentre negli USA si è attestata attorno a 40 miliardi di dollari. Gli investimenti nelle rinnovabili sono rimasti cospicui in Giappone, Brasile e India.
– Gli investimenti per le reti elettriche sono cresciuti, raggiungendo nel 2015 oltre 260 miliardi di dollari, un aumento del 14% rispetto al 2014. Circa il 55% della spesa è andata per la trasmissione e la distribuzione per soddisfare la nuova domanda, mentre il il 35% per l’aggiornamento. Cina, gli Stati Uniti, Unione europea e India sono stati i maggiori investitori.
– Gli investimenti per il nucleare hanno raggiunto 21 miliardi di dollari, incrementando la potenza di 10 GW, il livello più alto degli ultimi due decenni, soprattutto ad opera della Cina che ha maggiormente investito nel settore, con la maggior parte dei quasi 70 GW di nuova costruzione a livello globale.

– Gli investimenti efficienza energetica hanno raggiunto 221 miliardi didollari, che rappresentano il 12% della spesa totale e un aumento del 6% rispetto all’anno precedente. Negli USA, il più grande mercato di carburanti per autotrazione, i bassi prezzi del petrolio hanno rallentato gli investimenti verso veicoli più efficienti, ma i nuovi sono stati comunque più efficiente rispetto al 2014. Analogamente, negli USA, sono diminuite le vendite di veicoli elettrici, mentre a livello globale hanno raggiunto il livello record di 550. 000, e continuano a crescere nel 2016, trainate da Cina ed Europa.
 L’efficienza energetica ha mitigato gli aumenti dei prezzi dell’energia elettrica in molti Paesi, mantenendo le bollette basse. Per esempio, in Paesi come la Germania e il Regno Unito, dove si è visto il prezzo al dettaglio dell’energia elettrica aumentano fino al 50% a partire dal 2005, il prezzo dell’elettricità non è aumentato per effetto della diffusione di lampadine efficienti. Gli investimenti per l’efficienza energetica nel settore edilizio, compresi gli elettrodomestici e l’illuminazione, era di 118 miliardi di dollari.
– Gli investimenti in terminali per la liquefazione di GNL ha raggiunto il picco negli ultimi due anni, con media annua intorno 35 miliardi di dollari,grazie alla conversione e al completamento di impianti di liquefazione in Australia e USA. Nel 2016, gli investimenti per il GNL sono crollati del 30% e, in assenza di nuovi decisioni di investimento, sono destinati a scendere ulteriormente nei prossimi anni. Gli investimenti per la fornitura di carbone sono stati di 68 miliardi di dollari, il livello più basso dell’ultimo decennio, a seguito di un calo del consumo di carbone in Cina e negli USA.
-La capacità di generazione elettrica messa in linea nel 2015 avrebbe una media di intensità di carbonio 420 kgCO2 / MWh, con un miglioramento significativo rispetto ai precedenti 530 kgCO2 / MWh, ma ancora lontano dai 100 kgCO2 / MWh necessari al 2040 per raggiungere l’obiettivo di stabilizzazione del clima.

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