Acqua Risorse e consumi

Rischio idrico: evitare di essere colti alla sprovvista come con Covid-19

Traendo spunto dalla circostanza che la pandemia, pur inserita tra i maggiori rischi negli annuali Rapporti del WEF, ha trovato impreparato gran parte del mondo, WWF e DWS sollecitano investimenti con un approccio olistico sul rischio idrico per evitare di essere travolti dai potenziali impatti catastrofici.

Se la crescente pressione sulle risorse idriche mondiali non viene affrontata con urgenza potremmo avere “impatti catastrofici sulle società e le loro economie.

Questo avvertimento viene da un report congiunto di WWF e DWS, uno dei maggiori gestori patrimoniali d’Europa con oltre 759 miliardi di euro di asset, che in occasione del lancio dell’annuale Rapporto “Global Risks” del World Economic Forum (WEF) svolgono questa riflessione: nonostante il rischio di una pandemia fosse stato inserito tra quelli di maggior impatto fin dal 2006 il mondo, con poche eccezione, si è trovato del tutto impreparato
Tutto ciò sottolinea come l’identificazione di un rischio non sia sufficiente, ciò che conta è la preparazione e la gestione.

Il rischio idrico (Water crisis), a sua volta, viene quasi sempre inserito dai Rapporti del WEF tra i primi 5 rischi globali dal potenziale grave impatto, ma il mondo è preparato ad affrontarle?

Secondo Alexis Morgan, Responsabile Risorse idriche del WWF, e Francesco Curto, a capo della divisione Ricerca di DWS, autori del report, la minaccia di crisi idriche ha ricevuto molta meno attenzione rispetto ad altri problemi, nonostante il continuo peggioramento della situazione a livello globale.

Ad oggi ci sono 785 milioni di persone che non dispongono di una fonte di acqua potabile e 2 miliardi di persone non hanno accesso ai servizi igienici di base. La scarsa igiene e la mancanza di servizi igienici di base hanno provocato nel 2017 quasi 1,6 milioni di morti nel 2017. Inoltre, se i fiumi, i laghi e le zone umide del mondo continuano a essere degradati e le pressioni antropiche sulle risorse idriche globali continuano ad essere insostenibili, si stima che  entro . Entro il  2050, si stima che il 51% della popolazione e il 46% del PIL globale saranno soggette ad alto rischio idrico, secondo gli scenari Water Risk Filter, uno strumento messo online nell’ottobre 2020, affidabile e pratico che viene utilizzato da numerose società e investitori inclusi nel Global 500, la classifica di Fortune dei primi 500 gruppi economici mondiali.

Più in generale, viene sottolineato che la crisi idrica viene aggravata dall’incapacità di agire sulla crisi climatica ed ambientale, perché sono correlate e si rinforzano vicendevolmente. L’aumento della disuguaglianza e la frammentazione della coesione sociale minano gli sforzi per coordinare l’azione per il clima su scala globale; un mondo che si riscalda e un ambiente che si sta degradando mettono a dura prova le risorse idriche mondiali, e la distruzione degli habitat e l’invasione sempre più profonda dei restanti spazi naturali riducono la resilienza, aumentando al contempo il rischio di una futura pandemia.

Tutti questi rischi possono quindi manifestarsi come instabilità politica ed economica che a loro volta minano la capacità dei Paesi e delle imprese di intraprendere azioni di mitigazione dei rischi e investimento in infrastrutture più resilienti.

WWF e DWS ritengono che sia necessario sostenere gli investimenti con un approccio più chiaro al rischio e alle opportunità idriche. Ciò richiede politiche forti e ambiziose da parte di Governi, Autorità di vigilanza e di regolamentazione per creare incentivi economici per il finanziamento di investimenti che hanno la capacità di un cambiamento trasformativo.

Quindi se vogliamo evitare di essere colti di nuovo alla sprovvista nel 2021 – concludono gli autori – Mettiamo i fondi al lavoro e iniziamo a convertire i rischi sistemici in opportunità di investimento, mobilitando collettivamente i mercati dei capitali per creare un mondo migliore e più prospero”.

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