Inquinamenti e bonifiche

REACH: gli impatti del ritardare la revisione del Regolamento

Secondo uno Studio di EEB e CHEM Trust, cedere alle pressioni dell’industria chimica per ritardare ulteriormente la revisione che era prevista entro il 2022 del Regolamento REACH, la principale legislazione dell’UE sulle sostanze chimiche, avrà ripercussioni sulle garanzie per la salute dei cittadini e sulla transizione dell’UE verso un’economia sostenibile, circolare e resiliente.  

Ritardare la riforma del Regolamento REACH, da parte della Commissione europea mette in pericolo la salute umana, l’ambiente e la competitività dell’industria dell’UE.

È il monito lanciato da European Environmental Bureau (EEB), la più grande rete europea di ONG ambientaliste che riunisce circa 160 organizzazioni della società civile di 35 paesi europei (praticamente tutti gli Stati membri dell’UE più alcuni Paesi in via di adesione), e Chemicals, Health and Environment Monitoring Trust.(CHEM Trust), una ONG accreditata presso l’Agenzia europea delle sostanze chimiche (ECHA) che concentra sulla regolamentazione a livello UE delle sostanze chimiche, in particolare sugli interferenti endocrini e le sostanze chimiche persistenti, bioaccumulabili e/o mobili, che hanno congiuntamente pubblicato il 15 marzo 2023 lo Studio Waiting for REACH: The negative impacts of delaying reform of EU chemicals laws”.

La tanto attesa riforma del Regolamento REACH, la principale legislazione dell’UE sulle sostanze chimiche entrata in vigore nel 2007, dopo 16 anni di funzionamento, come hanno indicato numerosi studi, mostra l’urgente necessità di riforma per correggere le principali carenze individuate e garantire significativi impatti positivi sulla salute umana e sull’ambiente, sul funzionamento dell’economia circolare e sul potenziale di competitività e innovazione dell’industria europea.

Di fronte alla perturbazione climatica, al degrado ambientale e all’accelerazione della perdita di biodiversità, la Commissione UE presentava nel 2019 il Green Deal europeo per dare priorità alle questioni climatiche e ambientali, un passaggio fondamentale verso un’Europa più verde per una società più sostenibile ed equa.

Uno dei capitoli più importanti del Green Deal per contribuire all’ambizione di inquinamento zero è la Strategia per la sostenibilità delle sostanze chimiche (CSS) che prevede, appunto, la revisione del REACH entro il 2022.

Un recente briefing dell’Agenzia Europea dell’Ambiente (AEA), nell’evidenziare come l’aumento di produzione e consumo di sostanze chimiche abbia impatti sulla salute delle persone e sull’inquinamento del nostro ambiente, sottolinea come le misure politiche chiave previste nella Strategia dell’UE per la sostenibilità delle sostanze chimiche offrano un potenziale significativo per garantire la sicurezza dei consumatori.

Tuttavia, come affermano le ONG, la Commissione UE non ha presentato la sua proposta per una revisione mirata del REACH entro la scadenza, cedendo alle pressioni delle associazioni industriali tedesche che, traendo spunto dall’invasione russa dell’Ucraina, hanno condotto un’aggressiva lobby contro la revisione del REACH, suggerisce che qualsiasi cambiamento nelle politiche dell’UE potrebbe essere profondamente dannoso per l’industria europea. Così la Commissione UE nel programma di lavoro ha inserito la revisione del REACH nell’ultimo trimestre del 2023. 

L’industria tedesca – ha affermato Stefan Scheuer, a Capo di EU Policy Advocate presso CHEM Trust – sta conducendo una battaglia ideologica contro la regolamentazione nel tentativo di riportare indietro l’orologio del Green Deal”.

Lo Studio di EEB e CHEM Trust analizza l’impatto di tale rinvio, dimostrando che va ben oltre un semplice ritardo, dal momento che i negoziati istituzionali per la conclusione dell’iter legislativo, non avrebbero alcuna possibilità di concludersi entro l’attuale legislatura, ritardando in modo significativo la revisione di REACH, danneggiando l’eredità del Green Deal e creando enormi incertezze sulla direzione dell’industria chimica dell’UE. E il tutto avverrebbe in un momento in cui sarebbe necessaria chiarezza sul quadro normativo e un chiaro segnale inviato al mercato e agli investitori in merito all’eliminazione graduale delle sostanze pericolose e alla direzione in cui dovrà andare l’innovazione

L’immagine mostra come le modifiche proposte al REACH siano collegate all’eliminazione degli insicuri usi di sostanze chimiche con conseguente aumento del livello di protezione e vantaggi economici.

Se la revisione del REACH viene ulteriormente ritardata, le sostanze pericolose continueranno a essere gestite in modo inefficace, con un impatto negativo su:
obiettivi del Green Deal europeo in materia di biodiversità, qualità dell’aria e dell’acqua e salute umana (anche per lavoratori e consumatori;
transizione dell’UE verso un’economia sostenibile, circolare e resiliente, con una chiara direzione per l’innovazione e gli investitori;
sviluppo di alternative più sicure, minando gli sforzi per disintossicare i prodotti di consumo quotidiano, compresi articoli per l’infanzia e tessuti sostenibili;
raggiungimento degli obiettivi globali di sviluppo sostenibile e degli obiettivi climatici e sociali dell’UE, con conseguenze di vasta portata per l’UE e il mondo.

Le carenze nell’attuale legge sul controllo delle sostanze chimiche sono già state identificate da numerosi studi, come recentemente evidenziato da “Forever Pollution Project”, che ha individuato circa 17.000 siti in tutta Europa contaminati dai PFASsostanze chimiche eterne“, che si accumulano nell’ambiente e rimangono pericolosi per generazioni.

Le persone e l’ambiente continuano ad essere esposti a sostanze chimiche pericolose, compresi gli interferenti endocrini, e più tempo impiega la revisione del REACH, più a lungo continua questa esposizione a causa dell’inefficacia delle procedure attuali – ha sottolineato Michael Warhurst, Direttore esecutivo di CHEM Trust – Abbiamo bisogno che il nuovo REACH fissi un obiettivo per eliminare gradualmente le sostanze chimiche più dannose entro il 2030 e abbiamo bisogno che la nuova legislazione entri in vigore il prima possibile“.

Anche gli investitori sono preoccupati per le sostanze chimiche tossiche e un gruppo che gestisce attività per 8 trilioni di dollari ha scritto alle più grandi aziende chimiche del mondo esortandole a eliminare gradualmente l’uso dei PFAS. Ritengono inoltre che una regolamentazione chimica più rigorosa significherebbe meno rischi per loro quando investono in società all’interno dell’UE.

Al fine di evitare conseguenze devastanti, gli autori del rapporto invitano la Commissione a pubblicare la proposta REACH al più tardi entro giugno 2023, al fine di garantire che il processo di regolamentazione sia avanzato a uno stato che consenta di concluderlo rapidamente dopo l’inizio di mandato della nuova Commissione nel 2024.

Il duro lavoro dei funzionari dell’UE nel fornire una tabella di marcia legislativa trasformativa del Green Deal è ostacolato dalle decisioni politiche dell’ultimo minuto provenienti dai Commissari di alto livello – ha dichiarato Patrick ten Brink, Segretario generale di EEB – Questo ingiustificato autosabotaggio risponde solo alle pressioni politiche e industriali. Le persone chiedono politiche coraggiose per accelerare il ritmo del cambiamento verso un futuro pulito, resiliente e privo di sostanze tossiche. Dando la priorità ai profitti a breve termine rispetto alle persone e all’ambiente, l’UE rischia di perdere la fiducia dei cittadini e di compromettere la competitività e la resilienza a lungo termine. Inoltre, qualsiasi ritardo nella revisione del REACH minerà l’eredità del Green Deal di Ursula von der Leyen] Un ‘momento della persona sulla luna’ [ndr: il riferimento è al discorso della Presidente della Commissione UE con cui annunciava al Parlamento europeo che il Green Deal costituiva “il momento dell’uomo sulla luna in Europa”], rischia di essere perso”.

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