Agroalimentare

Con RSPO Next l’olio di palma prova a essere più sostenibile

con RSPO Nextolio dio palma sostenibile

In arrivo nuovi standard per la certificazione delle coltivazioni di olio di palma. Dopo le aspre critiche e gli innumerevoli incendi che hanno colpito le foreste tropicali asiatiche l’anno scorso, la RSPO(Roundtable on Sustainable Palm Oil) ha diffuso a metà febbraio le nuove linee guida RSPO Next, con parametri più stringenti e più sostenibili, a cui le aziende potranno aderire ma solo su base volontaria. Obiettivo primario la riduzione della deforestazione, delle emissioni di gas serra nell’atmosfera e la tutela delle comunità locali nei Paesi produttori.

Potranno far parte della nuova certificazione coloro che, attraverso l’accesso a un sistema di crediti, dimostreranno di possedere una percentuale minima (60%) di piantagioni di olio di palma conforme agli standard previsti dalla certificazione RSPO e che si impegneranno a raggiungere il 100% di produzione sostenibile.

La RSPO Next prevede alcune importanti novità rispetto a quanto richiesto dalla RSPO, tra cui:

1) Lotta alla deforestazione con l’introduzione di policy più stringenti rispetto ai criteri esistenti. In particolare, sarà possibile coltivare palma da olio soltanto in quelle aree dove la vegetazione e il sottosuolo contengono bassi livelli di carbonio, al fine di limitare le emissioni di CO2 causate dalla conversione delle foreste in aree ad uso agricolo, la cui vegetazione ha una capacità inferiore di catturare i gas serra.
2) Divieto di coltivazione nelle torbiere (istituito già a partire dal 16 novembre 2015).
3) La messa in atto di procedure concrete per la prevenzione, il monitoraggio e la risposta agli incendi nelle piantagioni e nelle aree circostanti, a rinforzo del divieto di ricorso al fuoco già esistente.
4) Riduzione delle emissioni di gas serra in atmosfera in tutte le attività e in tutti gli impianti utilizzati per la coltivazione (inclusi i mulini); obbligo di pubblicazione regolare di un rapporto sui risultati conseguiti.
5) Impegno a favore degli smallholders e dei lavoratori. Oltre al set di parametri già contenuti nella certificazione ordinaria, RSPO Next prevede che – laddove non vi sia una definizione univoca di salario minimo – i produttori di palma da olio debbano aprire un tavolo di confronto con le rappresentanze dei lavoratori al riguardo. Inoltre, dovranno essere sviluppati programmi a favore dei piccoli coltivatori, per promuovere le conoscenze utili alla pratica di una produzione sostenibile e profittevole.
6) Il divieto di uso del Paraquat, un pesticida già messo al bando nell’Unione Europea, dannoso per la salute dei lavoratori.
7) Maggiore trasparenza e tracciabilità, con l’indicazione del fornitore dei frutti di palma da olio raccolti.

Con RSPO Next rispondiamo alle richieste da parte del mercato di apportare miglioramenti continui al sistema di certificazione – ha dichiarato Datuk Darrel Webber, ceo della RSPO – in particolare per quegli operatori che sono già pronti ad accogliere nuove sfide sul fronte della sostenibilità. RSPO Next rappresenta un impegno molto importante in questo senso, che diventerà un nuovo standard per tutti coloro che stanno lavorando a fondo per raggiungere il nostro obiettivo, la produzione del 100% di olio di palma certificato sostenibile”.

L’accordo definitivo sui parametri RSPO Next è stato raggiunto a novembre 2015 dal Board of Governors della RSPO, ed è stato il frutto di un processo che ha previsto una fase pubblica di consultazione della durata di 60 giorni aperta ai membri RSPO e a tutti gli stakeholder, secondo le linee guida ISEAL (International Social and Environmental Accreditation and Labelling Alliance), l’organizzazione internazionale per gli standard sostenibili relativi a tematiche sociali ed ambientali.

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