Alla Settimana Europea delle Materie Prime (14-18 novembre 2022) sono stati presentati i risultati finali del Progetto NEMO per trasformare il “problema dei rifiuti di estrazione” in una “opportunità di recupero delle risorse” nella consapevolezza che dal riciclaggio dei rifiuti minerari possono essere estratti ancora metalli preziosi e critici e la frazione inerte pulita può essere riutilizzata come materiale da costruzione.
La Commissione UE ha presentato nel 2020 un Piano di azione sulle materie prime critiche per ridurre la dipendenza dai Paesi terzi, rafforzare l’approvvigionamento migliorando l’efficienza delle risorse e la circolarità e promuovere un’Alleanza europea per le materie prime critiche (ERMA), necessarie per le tecnologie chiave per passare ad un’economia sostenibile e resiliente.
Se il dibattito sulla dipendenza dell’UE dalle importazioni di gas è acceso, presto la sua dipendenza dall’estero per le materie prime critiche potrebbe innescarne uno altrettanto intenso per il rischio che sia rallentata la transizione dell’economia dell’UE verso zero emissioni.
Nell’ambito della 7ma Settimana Europea delle Materie Prime (Bruxelles, 14-18 novembre 2022), incentrata sulla IX Conferenza del Partenariato Europeo per l’Innovazione (EIP) sulle Materie Prime, sono stati presentati i risultati del Progetto europeo NEMO – Near-zero-waste recycling of low-grade sulphidic mining waste for critical-metal, mineral and construction raw-material production in a circular economy (Riciclaggio quasi zero dei rifiuti di rifiuti minerari sulfidici di basso grado per la produzione di materie prime di metalli, minerali e costruzioni in un’economia circolare) per sviluppare e sfruttare nuovi modi per la valorizzazione dei rifiuti minerari solforati.
Il Progetto, finanziato dal Programma Horizon 2020 – Sfide per la società – Azione per il clima, ambiente, efficienza delle risorse e materie prime con un contributo UE di 12.407.294 euro su un costo totale di14 144 709 euro, è stato gestito da un Consorzio.
Il Progetto si è concentrato su tre casi:
– la miniera Sotkamo Ni-Cu-Zn-REE/Sc (scandio elemento delle terre rare) in Finlandia;
– l’impianto di lavorazione di Luikonlahti della miniera di Kylylahti in Finlandia;
– la miniera Tara Zn-Pb in Irlanda.
Portata e obiettivi di NEMO
Al giorno d’oggi, i rifiuti minerari solforati derivanti dalla produzione di rame, piombo, zinco e nichel rappresentano il maggior volume di rifiuti estrattivi in Europa. Se mal gestiti, questi rifiuti possono causare gravi problemi ambientali, come il drenaggio acido delle miniere. Allo stesso tempo, questi materiali contengono ancora molti metalli preziosi e critici che sono altamente necessari per la transizione verde.
Pertanto, il progetto NEMO si è focalizzato sui metodi tecnologicamente validi per valorizzare questo flusso di rifiuti in 3 siti minerari nell’UE, in modo da consentire:
– il recupero di metalli preziosi e critici;
– la concentrazione sicura di elementi chimici pericolosi;
– la rimozione dello zolfo da sali solfatici;
– l’utilizzo della frazione residua pulita di minerale per applicazioni nell’industria delle costruzioni (cemento e prodotti in calcestruzzo).
Le tecnologie a zero rifiuti di NEMO forniscono all’UE vantaggi diretti e indiretti a lungo termine.
I rifiuti minerari sono utilizzati come risorsa secondaria per le materie prime, compresi i metalli di base, quali rame, zinco, nichel, metalli critici, come cobalto e terre rare; materiali cementizi complementari e inerti.
Vengono risparmiate le emissioni di CO2, in quanto si evita l’estrazione di metalli primari e la produzione ordinaria di cemento Portland, viene eliminato il drenaggio acido di miniera e si riducono altri rischi ambientali. Inoltre, si creano posti di lavoro. Nel complesso, i vantaggi del progetto NEMO supportano l’aumento del benessere dei cittadini e l’approvvigionamento sostenibile di materie prime per l’UE.