La Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, che si celebra in tutto il mondo il 25 novembre 2022, costituisce un’occasione di riflessione, dibattito e impegno sul tema, per azioni concrete di contrasto agli atti di violenza e di maltrattamenti di cui le donne sono vittime. La Giornata segna anche l’inizio dell’annuale Campagna dell’ONU UNiTE che quest’anno ha per tema “Attivismo” e che si concluderà il 10 dicembre 2022 “Giornata per i Diritti Umani”, proprio per sottolineare il fatto che la violenza contro le donne è una vera e propria violazione dei diritti umani.
Il 25 novembre 2022 è la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne (International Day for the Elimination of Violence against Women), adottata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite con risoluzione del 17 dicembre 1999, che ha definito violenza contro le donne “qualsiasi atto di violenza di genere che si traduca, o che possa comportare come risultato, un danno o una sofferenza fisica e psicologica per le donne, comprese le minacce di tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, che si verifichi nella vita pubblica o privata”.
La data del 25 novembre fu adottata, ufficializzando di fatto quella che era stata scelta da un gruppo di donne attiviste che, riunitesi nell’Incontro Femminista Latino-americano e dei Carabi (Bogotà, 1981), avevano voluto ricordare il giorno del brutale assassinio nel 1960 delle 3 sorelle Mirabal, tenaci oppositrici del regime di Rafael Leónidas Trujillo, il dittatore che tenne la Repubblica Dominicana nell’arretratezza e nel caos per oltre 30 anni.
La Giornata rappresenta un momento di riflessione, di dibattito e di impegno sul tema, per azioni concrete di contrasto agli atti di violenza e di maltrattamenti di cui le donne sono vittime in tutto il mondo.
La violenza contro le donne e le ragazze è una delle violazioni dei diritti umani più diffuse, pervasive e devastanti nel nostro mondo di oggi, colpendo una donna su 3 (dato rimasto sostanzialmente invariato nell’ultimo decennio), e per lo più non viene denunciata a causa dell’impunità, del silenzio, dello stigma e della vergogna che la circondano.
In termini generali, si manifesta in forme fisiche, sessuali e psicologiche, comprendendo:
– la violenza del partner intimo (percosse, abusi psicologici, stupro coniugale, femminicidio);
– le violenze e molestie sessuali (stupri, atti sessuali forzati, avances sessuali indesiderate, abusi sessuali su minori, matrimoni forzati, molestie stradali, stalking, molestie informatiche);
– la tratta di esseri umani (schiavitù, sfruttamento sessuale);
– la mutilazione genitale femminile;
– il matrimonio infantile.
Le conseguenze negative sulla salute psicologica, sessuale e riproduttiva della violenza contro donne e ragazze si ripercuotono in tutte le fasi della loro vita. Ad esempio, gli svantaggi educativi precoci non solo rappresentano l’ostacolo principale alla scolarizzazione universale e al diritto all’istruzione delle ragazze, ma sono anche responsabili di limitare l’accesso all’istruzione superiore e si traducono persino in limitazioni alle opportunità delle donne sul mercato del lavoro.
Sebbene la violenza di genere possa capitare a chiunque e ovunque, alcune donne e ragazze sono particolarmente vulnerabili, come per esempio giovani o anziane donne che si identificano come lesbiche, bisessuali, transgender o intersessuali, migranti e rifugiate, donne indigene e minoranze etniche, o le donne e ragazze che convivono con l’AIDS e disabilità e quelle attraversano crisi umanitarie.
La violenza contro le donne continua ad essere un ostacolo al raggiungimento dell’uguaglianza, dello sviluppo, della pace e al rispetto dei diritti umani delle donne e delle ragazze, in definitiva degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda ONU al 2030
Le emergenze globali, le crisi socio-economiche e i conflitti hanno ulteriormente intensificato la violenza contro le donne e le ragazze e ne hanno esacerbato le cause e i fattori di rischio:
– il cambiamento climatico sta aggravando tutti i tipi di violenza di genere contro donne e ragazze, un modello già visibile che senza dubbio diventerà più estremo con l’aggravarsi della crisi climatica;
– la digitalizzazione in rapida espansione sta aumentando la violenza online contro donne e ragazze, aggravando le forme di violenza esistenti e portando all’emergere di nuove;
-l’incremento di movimenti anti-diritti e di gruppi anti-femministi, che sta determinando un’espansione di leggi e politiche regressive, un contraccolpo contro le organizzazioni per i diritti delle donne e un picco di attacchi contro le donne attiviste e i difensori dei diritti umani.
In questo contesto, porre fine alla violenza contro le donne potrebbe sembrare inimmaginabile, ma non lo è. Ridurre su larga scala la violenza contro le donne può essere conseguita attraverso l’attivismo e l’advocacy, perché porre fine alla violenza contro le donne è affare di tutti.
Per questo, il 25 novembre è anche il giorno di inizio della Campagna, sostenuta dall’ONU attraverso l’iniziativa UNiTE, gestita da UN Women, per porre fine entro il 2030 alla violenza contro le donne, che si concluderà il 10 dicembre 2022 “Giornata per i Diritti Umani”, proprio per sottolineare il fatto che la violenza contro le donne è una vera e propria violazione dei diritti umani.
Il tema scelto per il 2022 “UNiTE! Attivismo per porre fine alla violenza contro donne e ragazze”, per sollecitare tutta la società affinché diventi attivista per la prevenzione della violenza contro le donne, per essere solidale con le attiviste per i diritti delle donne e per sostenere i movimenti femministi in tutto il mondo, per resistere al tentativo di tornare indietro sui diritti delle donne e per reclamare un mondo libero da dalla violenza contro le donne.
L’arancione continuerà ad essere il colore scelto per la Campagna, per rappresentare un futuro più luminoso e libero dalla violenza contro donne e ragazze, mentre in Italia per la Giornata del 25 novembre il colore esibito è il rosso e uno degli oggetti simbolo è rappresentato da scarpe rosse da donna (di solito allineate nelle piazze o in luoghi pubblici) a rappresentare le vittime di violenza e femminicidio.