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Mondo del lavoro: per l’ONU quello prima del Covid non è un’opzione

In vista del Vertice virtuale globale ad alto livello per affrontare l’impatto economico e sociale della pandemia sul mondo del lavoro, l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) ha diffuso un policy brief in cui indica le azioni politiche che dovrebbero essere perseguite per avviare la transizione verso un mondo più inclusivo, sostenibile e resiliente.

L’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) terrà un vertice globale virtuale (1-9 luglio 2020) che fornirà una piattaforma di alto profilo per i Governi, i rappresentanti dei datori di lavoro e dei lavoratori e di altri attori di alto livello, per affrontare l’impatto economico e sociale della pandemia di Covid-19 sul mondo del lavoro.

Come chiarisce una concept note diffusa il 15 giugno 2020, il Vertice sarà un’occasione per discutere delle sfide e delle risposte di Paesi e regioni che stanno ancora combattendo con la pandemia e di coloro che stanno avviando il processo di ripresa.

In vista dell’evento l’ILO ha diffuso il 19 giugno 2020 il briefing World of Work and COVID-19”, redatto dal Dipartimento per le politiche dell’occupazione dell’ILO in collaborazione con il Segretario generale delle Nazioni Unite e diverse Organizzazioni delle Nazioni Unite, che evidenzia come la pandemia sia determinando un effetto drammatico sul lavoro, sui mezzi di sussistenza e sul benessere dei lavoratori e delle loro famiglie, nonché sulle imprese – in particolare micro, piccole e medie imprese (PMI) – in tutto il mondo.

A metà maggio, il 94% dei lavoratori nel mondo si trovava in Paesi con qualche tipo di interruzione delle attività lavorative. Si prevedono enormi perdite nell’orario di lavoro, equivalenti a 305 milioni di posti a tempo pieno per il secondo trimestre del 2020, mentre il 38& della forza lavoro – circa 1,25 miliardi di lavoratori – è impiegata in settori ad alto rischio .

Il Policy Brief, che attinge ai dati e alle analisi dell’ILO, avverte che molte di quelle persone che hanno perso il lavoro e il sostentamento negli ultimi mesi non avranno la possibilità di rientrare presto nei mercati del lavoro, e molte delle piccole e medie imprese (PMI), motore dell’economia globale, soffrono in modo drammatico e molte potrebbero non riprendersi.

Gli impatti socio-economici della pandemia stanno cadendo in modo sproporzionato su coloro che erano già in circostanze precarie e sui quali si sta abbattendo questo colpo aggiuntivo. I circa 2 miliardi di persone che lavorano duramente nell’economia sommersa – spesso senza diritti sul lavoro e protezioni sociali – hanno subito un calo del 60% delle entrate solo nel primo mese della crisi.

Le donne sono state particolarmente colpite, poiché sono sproporzionatamente rappresentate in settori ad alto rischio e sono spesso tra le prime a perdere l’occupazione e le ultime a tornare. Le persone con disabilità, che stanno già affrontando l’esclusione dal lavoro, hanno anche maggiori probabilità di andare incontro a difficoltà notevoli a tornare al lavoro durante la fase di ripresa economica.

I giovani che rappresentano oltre quattro occupati su dieci impiegati a livello globale nei settori più colpiti, oltre alla sospensione delle lezioni scolastiche e delle attività di formazione, sono esposti al rischio di diventare una “generazione bloccata” (lockdown generation) che porterà con sé gli impatti di questa crisi per tutta la durata della loro carriera.

La pandemia di COVID-19 ha stravolto il mondo del lavoro. Ogni lavoratore, ogni azienda e ogni angolo del globo è stato colpito – ha dichiarato il Segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, in video messaggio in occasione della presentazione del documento – Le donne, lavorando in molti dei settori più colpiti, sono state particolarmente colpite, pur sostenendo l’onere più grande dell’aumento dei livelli di lavoro di assistenza non retribuito. I giovani, le persone con disabilità e tanti altri, stanno affrontando enormi difficoltà. Il mondo del lavoro non può e non deve apparire uguale dopo questa crisi. È tempo di uno sforzo coordinato globale, regionale e nazionale per creare un lavoro dignitoso per tutti come fondamento di una ripresa verde, inclusiva e resiliente“.

Il Policy Brief richiede una risposta in tre frasi.

– A breve termine, fornire un sostegno immediato a lavoratori, imprese, posti di lavoro e redditi a rischio per evitare le chiusure delle imprese, le perdite di posti di lavoro e il declino del reddito, mitigando lo spostamento del lavoro nella sfera domestica. Gli interventi dovrebbero basarsi sulle istituzioni esistenti, guidando al contempo i lavoratori e le imprese verso uno sviluppo sostenibile per una ripresa migliore e più forte.

– A medio termine, garantire un approccio globale al ritorno al lavoro senza rinunciare a proteggere la salute dei lavoratori o a successi conquistati duramente per sopprimere la diffusione del virus. Proteggere la salute non significa tenere chiuse le imprese e le attività economiche.

A più lungo termine, creare posti di lavoro dignitosi e produttivi in grado di supportare una ripresa e un futuro del lavoro verde, inclusivo e resiliente. Tenendo presente questa visione a lungo termine, le politiche devono garantire: investimenti nella protezione socialepassaggio alla regolarizzazioneinvestimenti nei cambiamenti climatici e nei lavori verdiuna “strada maestra” che si occupi del lavoro; approcci mirati per i settori più vulnerabili e più colpiti e orientati al futuro, anche attraverso lo sviluppo di programmi di creazione di posti di lavoro e la costruzione di un ambiente imprenditoriale sostenibile e modelli di business innovativi; ridurre il divario digitale e sfruttare le nuove tecnologie per uno sviluppo basato sull’uomo

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