Infrastrutture e mobilità Territorio e paesaggio

La mobilità degli italiani sta cambiando: meno legati all’auto propria

mobilità italiani

di Nicoletta Canapa

Che in Italia l’auto privata nel 2017 sia ancora il mezzo di trasporto preferito non stupisce, quel che colpisce è il deciso aumento della sensibilità degli italiani nei confronti della mobilità sostenibile, come emerge dal sondaggio realizzato da Lorien Consulting e presentato al Forum “QualeMobilità?” (Roma, 30 novembre 2017), un evento di seminari e approfondimenti per discutere su tematiche legate alla mobilità, organizzato da LegambienteEditoriale La Nuova Ecologia e Kyoto Club.

Più di nove italiani su dieci si sono dichiarati preoccupati per la qualità dell’aria che si respira: siamo il Paese in cui si vendono più auto diesel e dove circolano i mezzi di trasporto più vetusti d’Europa e quello in cui, secondo i dati dell’Agenzia Europea dell’Ambiente, si registrerebbe la maggior incidenza di morti premature legate all’inquinamento atmosferico. Questa inevitabile presa di coscienza fa sì che gli italiani, pur continuando a preferire la propria automobile almeno per portare a scuola i propri figli (oltre il 64% dalla materna alle medie), sarebbero intenzionati a cambiare le proprie abitudini.
Sebbene ancora oggi la maggior parte degli spostamenti avvenga con il mezzo di proprietà alimentato con carburanti fossili, la mobilità in Italia sta cambiando – ha spiegato la Presidente di Legambiente, Rossella Muroni – e l’alternativa è sempre più varia e composita. […] La sfida ora consiste nell’adeguare le città a queste nuove forme di mobilità. Solo così potremo accompagnare la conversione verso una mobilità più sostenibile; solo promuovendo la modernità potremo dire addio al traffico ed all’inquinamento da combustibili fossili”.

Il 74% degli italiani si è infatti dichiarato favorevole al divieto di commercializzazione di veicoli a combustibili fossili dal 2030.
La Norvegia è stato uno dei primi Paesi ad ideare questa formula di concreta sensibilizzazione, partendo proprio dal mercato delle auto: iniziare a non produrre automobili a combustione diesel o interna è senza ombra di dubbio un cambio di rotta non indifferente.
L’81% degli italiani è favorevole al divieto di circolazione di tali veicoli nelle grandi città, e si attestano sulla stessa percentuale gli intervistati che sarebbero favorevoli all’incentivazione del trasporto pubblico, alla conversione della logistica ed all’incentivazione per l’acquisto di auto elettriche.

Dalle risposte al sondaggio si evince che gli utenti della mobilità si dividono in 4 macrocategorie:
1) monomobili (14%): si spostano spesso e con lo stesso mezzo;
2) stanziali (21%): si spostano poco, ma sempre con lo stesso mezzo;
3) moderati (37%): hanno media intensità di spostamenti e una scelta limitata dei mezzi;
4) multimobili (28%): si spostano molto con mezzi diversi e sarebbero intenzionati ad acquistare un’auto elettrica.

Il 70% degli italiani si dichiara disposto a spendere di più per acquistare un’auto elettrica, percentuale aumentata del 14% rispetto allo stesso sondaggio del 2016.
E se è vero che, a fronte di ecoincentivi concreti, gli italiani opterebbero per una eco-car, Andrea Poggio, responsabile Mobilità sostenibile di Legambiente, ha dichiarato in occasione del Forum che “è stato proposto un piano strategico per uscire dal diesel nelle città nel 2025, e in tutta Italia nel 2030: solo 15, 20 anni per sostituire 37 milioni di auto a combustione interna con 20 milioni di mezzi elettrici leggeri e solo 18 milioni di auto elettriche, usate spesso in condivisione. Dimezzando il carico fiscale che oggi grava sulla motorizzazione (da 72 a 36 miliardi di euro all’anno), grazie al progressivo abbandono non solo del gasolio e della benzina, ma anche del gas auto: solo per i trasporti pesanti e per le navi si userà biometano prodotto da rifiuti organici e scarti agricoli”. La fotografia scattata dal sondaggio sugli attuali orientamenti degli italiani in tema di mobilità conferma che è in atto un’evoluzione sempre più favorevole alla condivisione dei mezzi di spostamento (car sharing), all’utilizzo dei servizi di trasporto pubblico, qualora più capillari, e alla disponibilità all’acquisto di auto elettriche, se adeguatamente incentivato.

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