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IPBES: un nuovo organismo per la gestione sostenibile della biodiversità

IPBES un nuovo organismo per la gestione sostenibile della biodiversità

Finalmente al via la Piattaforma Intergovernativa sulla Biodiversità e sui Servizi Ecosistemici.

Dopo alcuni anni di negoziati internazionali, finalmente a Panama City nel corso della 2a Sessione della riunione plenaria dei Paesi ONU (16-21 aprile 2012) è stato approvato il progetto definitivo di una Piattaforma Intergovernativa sulla Biodiversità e sui Servizi Ecosistemici (Intergovernmental Platform on Biodiversity and Ecosystem Services), una sorta di IPCCC dedicato alla Biodiversità.

La sua costituzione era stata decisa nel dicembre 2010 nel corso dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, ma la 1^ Sessione si era svolta a Nairobi dopo quasi un anno (3-7 ottobre 2011). L’accelerazione ora è dovuta agli allarmanti dati che scienziati e studiosi forniscono sullo stato di salute dei numerosi servizi che gli ecosistemi offrono al nostro benessere, a seguito dei cambiamenti da essi subiti e causati dalle attività umane. L’auspicio implicito è che si colmi il divario tra comunità scientifica e governance, affinché la raccolta e l’analisi delle conoscenze sulla biodiversità costituiscano le basi scientifiche necessarie per la conduzione della politica internazionale.

“Ha vinto la biodiversità – ha affermato Sir Robert Watson, Consulente capo del Dipartimento britannico per l’Ambiente, l’Alimentazione e gli Affari Rurali (DEFRA) – Oltre 90 Paesi sono riusciti ad istituire un’interfaccia scienza-politica per tutti i Paesi. La biodiversità e i servizi ecosistemici sono essenziali per il benessere umano. Questa Piattaforma genererà conoscenza e costruirà la capacità di protezione per le generazione future”.

All’United Nations Environment Programme è stato chiesto di continuare a gestire provvisoriamente, assieme a FAO, UNESCO, UNDP, la Segreteria dell’IPBES, che sarà ospitata nella città di Bonn, avendo vinto la Germania la gara sugli altri Paesi che si erano candidati (Francia, India, Kenia e Corea del Sud), in virtù del fatto che l’ex capitale della Germania occidentale ospita già organismi quali la stessa UNEP e la CMS (Convention on Migratory Species).
“Vorrei congratularmi con la Germania per essere stata votata ad ospitare il Segretariato di questa nuova Piattaforma scientifico-politica – ha dichiarato Achim Steiner, Direttore esecutivo dell’UNEP – Il Programma ambientale dell’ONU auspica di lavorare con i partner interni ed esterni al sistema delle Nazioni Unite per far sì che questo nuovo organismo consegua quel successo che sicuramente avrà”.

I principali compiti dell’IPBES sono:
– identificare e dare priorità alle informazioni scientifiche necessarie per i politici e per catalizzare gli sforzi per produrre nuova conoscenza;
– svolgere valutazioni regolari e tempestive per conoscere la biodiversità e i servizi ecosistemici, nonché le loro interconnessioni;
– dare sostegno per l’approvazione e l’attuazione di politiche attraverso l’individuazione di azioni, strumenti e metodologie adatti;
– assegnare la priorità centrale alla necessità di migliorare l’interfaccia scienza-politica e di fornire/richiedere il sostegno finanziario o d’altro tipo per le priorità più impellenti, correlate direttamente alle sue attività.

“La creazione dell’IPBES, a poche settimane di distanza dalla Conferenza di RIO+20 è un segnale forte – ha osservato Irina Bokova, Direttore Generale dell’UNESCO – Congratulandomi per questi progressi significativi verso la conservazione della biodiversità, mi auguro che questo organismo possa far sì che essa sia presa in maggior considerazione nelle strategie di sviluppo sostenibile, così come è avvenuto con l’IPCC per i cambiamenti climatici negli ultimi 20 anni. La perdita di biodiversità, infatti, è un indicatore chiave dei cambiamenti che stanno interessando il nostro Pianeta. L’UNESCO ha sostenuto questo processo fin dal suo inizio e farà di tutto per apportare la sua lunga esperienza e per mobilitare le sue reti scientifiche in materia di acqua, oceani e biodiversità al servizio dell’IPBES”.

Ormai è evidente che cambiamenti climatici ed erosione della biodiversità sono due facce della stessa medaglia, e molti Rapporti hanno evidenziato in questi ultimi anni la loro interrelazione. Sono mancate finora delle analisi di stime relative ai costi che dovranno essere supportati per l’adattamento ai cambiamenti climatici a favore della conservazione della biodiversità.
Ora, anche questa lacuna è stata colmata con la pubblicazione sul Vol. 22 – Issue 2 della rivista “Conservation Biology”, edito dalla Society for Conservation Biology, di un focus relativo, costituito da tre studi condotti da un gruppo di ricercatori internazionali in tre differenti aree geografiche.

I tre Report, anticipati on line il 12 aprile2012 (uno di questi è scaricabile gratuitamente) per offrire ai decision maker della Conferenza RIO +20 elementi scientifici di valutazione, denunciano che i cambiamenti climatici in atto renderanno la conservazione della biodiversità e tutti i relativi benefici per l’uomo, come l’aria e l’acqua pulite, più impegnativi e costosi, con aumenti di oltre il 100%.

“Questo insieme di studi provenienti da tutto il mondo è un campanello d’allarme. La verità è che abbiamo lottato per conservare la natura da cui dipendiamo, senza tener conto dei cambiamenti climatici – ha spiegato la Scienziata del clima e Vice-presidente del Environmental Defense Fund, nonché co-autrice di uno dei tre Studi (“Economic Costs of Achieving Current Conservation Goals in the Future as Climate Changes”), M. Rebecca Shaw – Questi studi mostrano che sta per arrivare un futuro più difficoltoso e costoso per la conservazione della natura. È giunto il momento di avere un’ispirazione molto più creativa e maggiori incentivi privati per proteggere la natura e per sostenere in modo più efficiente la vita del nostro Pianeta, sistemi di supporto del nostro benessere e di quello dei nostri figli”.

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