Diritto e normativa

Infrazioni di maggio: adottato dalla Commissione UE il pacchetto

Nel pacchetto di infrazioni di maggio per l’Italia ci sono procedure per le emissioni dell’acciaieria di Taranto, per la mancata libertà degli azionisti di società di nominare un proprio rappresentante alle assemblee, e per la perdurante indisponibilità del pedaggio elettronico autostradale in Sicilia.

Nel Pacchetto mensile di infrazioni, adottato dalla Commissione UE il 7 maggio 2025, per l’Italia ci sono “solo” tre lettere di costituzione in mora, anche se in due casi si tratta di procedimenti reiterati, uno dei quali limitato al solo territorio della Sicilia.

Ambiente
La Commissione invita l’ITALIA a conformarsi alla direttiva sulle emissioni industriali
La Commissione europea ha deciso di inviare un’ulteriore lettera di costituzione in mora all’Italia per non aver recepito integralmente e correttamente la Direttiva 2010 /75/UE relativa alle emissioni industriali. L’Italia non ha rispettato alcune disposizioni di tale direttiva per quanto riguarda lo stabilimento Acciaierie d’Italia (stabilimento siderurgico ILVA) di Taranto. La Direttiva mira a prevenire, ridurre e, per quanto possibile, eliminare l’inquinamento derivante dalle attività industriali al fine di proteggere la salute umana e l’ambiente. Secondo la sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea del 25 giugno, la legislazione italiana non è conforme alla Direttiva sulle emissioni industriali. In particolare, non considera l’impatto degli impianti sulla salute umana. Inoltre, non tiene conto di tutti gli inquinanti nocivi emessi dall’impianto al momento del rilascio delle autorizzazioni. Inoltre, non sospende l’attività di un impianto quando una violazione delle condizioni di autorizzazione rappresenta un pericolo immediato per la salute umana o per l’ambiente. Inoltre, l’Italia non garantisce che l’impianto di Acciaierie d’Italia a Taranto operi in conformità alla normativa UE sulle emissioni industriali, con gravi conseguenze per la salute umana e l’ambiente.
Pertanto, la Commissione invia un’ulteriore lettera di costituzione in mora all’Italia, che ha ora due mesi di tempo per rispondere e porre rimedio alle carenze sollevate dalla Commissione. In assenza di una risposta soddisfacente, la Commissione potrà decidere di emettere un parere motivato.

Giustizia
La Commissione europea ha deciso di avviare una procedura di infrazione inviando una lettera di costituzione in mora al nostro Paese per il mancato recepimento della Direttiva 2007/36/CE sui diritti degli azionisti di società quotate. Il coinvolgimento a lungo termine degli azionisti nelle società in cui investono è essenziale per garantire che le società siano ben governate e sostenibili. La Direttiva tutela e rafforza gli azionisti promuovendo la trasparenza, la responsabilità e il buon governo societario nelle società quotate. Stabilisce una serie di norme e diritti che garantiscono agli azionisti di avere voce in capitolo nelle società in cui investono e che i loro interessi siano rappresentati e rispettati. La legge italiana mina la libertà degli azionisti di scegliere il proprio rappresentante per le assemblee generali senza limitazioni, imponendo invece un rappresentante designato dalla società. Così facendo, viola il diritto degli azionisti, previsto dalla Direttiva, di presentare delibere per qualsiasi punto all’ordine del giorno, compresi quelli aggiunti di recente, negando così ai rappresentanti designati dalla società gli stessi diritti a cui avrebbero diritto gli azionisti che rappresentano. La Commissione invia pertanto una lettera di costituzione in mora all’Italia, che ha ora due mesi di tempo per rispondere e porre rimedio alle carenze sollevate dalla Commissione. In assenza di una risposta soddisfacente, la Commissione potrà decidere di emettere un parere motivato.

Mobilità e trasporti
La Commissione europea ha deciso di inviare un’ulteriore lettera di costituzione in mora all’Italia per non aver correttamente implementato la Direttiva 2019/520/UE concernente l’interoperabilità dei sistemi di telepedaggio stradale (SET). Nel dicembre 2020, la Commissione aveva inviato una lettera di costituzione in mora al nostro Paese per non aver garantito l’avvio e la positiva conclusione dei negoziati tra gli esattori di pedaggi e i fornitori del SET affinché il pedaggio elettronico potesse essere offerto agli utenti in tutta Italia. Nel frattempo, alcuni di questi negoziati si sono conclusi con successo e il pedaggio elettronico è ora disponibile sulla maggior parte del territorio italiano. Questa ulteriore lettera di costituzione in mora adegua pertanto l’ambito della procedura di infrazione agli ultimi sviluppi. L’infrazione è ora limitata alla regione Sicilia, dove non è ancora disponibile il pedaggio elettronico. La mancata autorizzazione ai fornitori del SET di operare in Sicilia costituisce un ostacolo all’interoperabilità tra i sistemi di telepedaggio stradale degli Stati membri e all’applicazione transfrontaliera dell’obbligo di pagamento dei pedaggi stradali nell’UE. Ciò significa che i conducenti potrebbero essere tenuti ad avere più di un contratto di abbonamento, più di un singolo fornitore e unità di bordo aggiuntive per guidare verso o attraverso l’Italia. La Commissione invia pertanto un’ulteriore lettera di costituzione in mora all’Italia, che ha ora due mesi di tempo per rispondere e correggere le carenze sollevate dalla Commissione. In assenza di una risposta soddisfacente, la Commissione potrà decidere di emettere un parere motivato.

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