29 Marzo 2023
Infrastrutture e mobilità Territorio e paesaggio

Infrastrutture Critiche: Accordo di Programma ENEA-INGV

Sviluppare tecnologie per il monitoraggio e l’analisi del rischio fisico delle infrastrutture critiche nazionali è l’obiettivo dell’Accordo di Programma firmato a Roma dai Presidenti di ENEA e INGV, nel corso di un evento svoltosi presso la sede del CNEL, al quale hanno partecipato anche rappresentanti di istituzioni e imprese del settore, nel quadro della Direttiva CER che dovrà essere recepita dagli Stati Membri attraverso provvedimenti di legge che traducano in azioni le indicazioni strategiche in essa contenute, integrandole nelle differenti politiche nazionali.

Il tema della sicurezza delle Infrastrutture Critiche e le strategie connesse per garantirne l’integrità, la protezione dal rischio fisico e per assicurare resilienza all’intero sistema dei Servizi nazionali assume particolare rilevanza alla luce delle mutate condizioni meteo-climatiche, degli impatti dei fenomeni idrogeologici e sismici e dei problemi di invecchiamento ed usura delle strutture medesime.

Il Ministero dell’Interno definisce le “Infrastrutture Critiche nazionali” come “le risorse materiali, i servizi, i sistemi di tecnologia dell’informazione, le reti e i beni infrastrutturali che, se danneggiati o distrutti, causerebbero gravi ripercussioni alle funzioni cruciali della società, tra cui la catena di approvvigionamenti, la salute, la sicurezza e il benessere economico o sociale dello Stato e della popolazione”.

Per sviluppare tecnologie per il monitoraggio e l’analisi del rischio fisico delle infrastrutture critiche nazionali, nel corso del workshop “La protezione fisica delle Infrastrutture critiche nazionali nel quadro della Direttiva CER (Critical Entity Resilience)“, svoltosi presso la sede del CNEL a Roma il 14 febbraio 2023 e trasmesso in diretta streaming, è stato firmato dai Presidenti di ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) e INGV (Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia), Gilberto Dialuce e Carlo Doglioni,  un Accordo di Programma.

L’Italia è troppo fragile ai rischi naturali, e dimentichiamo troppo facilmente gli eventi calamitosi passati: è il conflitto tra memoria e oblio cui siamo quotidianamente sottoposti, come ci ricordava il compianto filosofo Remo Bodei – ha affermato Carlo Doglioni, Presidente dell’INGV – Terremoti, frane, eruzioni, maremoti, alluvioni, emissioni gassose e radiazioni ionizzanti, sono tutti fenomeni naturali che ci saranno sempre. I terremoti colpiranno ancora l’Italia e dobbiamo farci trovare pronti con una prevenzione adeguata. Risulta quindi fondamentale tutelare le infrastrutture nazionali”.

Al fine di aumentare la sensibilità verso questi temi e ridurre l’esposizione dei Cittadini ai danni che la mancanza di Infrastrutture e dei Servizi primari possono provocare, l’UE ha adottato la Direttiva 829/2020 che identifica le linee guida strategiche a cui ciascun Stato Membro dovrà uniformarsi, per creare un’area di protezione omogenea e coerente tra tutti Paesi Membri.

ENEA ha individuato da tempo nel settore delle infrastrutture critiche un asset centrale per lo sviluppo e l’applicazione di competenze nei settori dell’ingegneria e della produzione di modelli e tecnologie ICT – ha sottolineato il Presidente dell’ENEA, Gilberto DialuceLa Direttiva CER amplia notevolmente il panorama di infrastrutture e servizi strategici e identifica nello sviluppo della loro resilienza l’obiettivo primario da conseguire. E noi siamo pronti a questa nuova sfida che richiede un approccio collaborativo per garantire alle infrastrutture una protezione sistemica”.

Tra i punti cardine dell’Accordo figura il Centro italiano per la sicurezza delle infrastrutture strategiche (EISAC), nato dalla collaborazione tra ENEA e INGV e incluso dal competente ufficio ONU nella lista delle 24 migliori strutture tecnologiche al mondo per la gestione delle emergenze da eventi naturali. Il Centro è in grado di offrire servizi avanzati come analisi del rischio su aree del territorio, simulazioni di scenari di eventi naturali e impatto sulle reti, raccolta e analisi di dati satellitari, creazione di banche dati territoriali e sistemi di previsione meteo-climatica e oceanografica. Un’attività complessa che ruota attorno al mondo della ricerca scientifica e si avvale di numerose figure professionali e di tecnologie all’avanguardia per fornire servizi di analisi e previsione del rischio sulle infrastrutture strategiche per tutto il territorio nazionale.

La firma di questo Accordo si inserisce nel quadro della Direttiva CER che dovrà essere recepita dagli Stati Membri attraverso provvedimenti di legge che traducano in azioni le indicazioni strategiche in essa contenute integrandole nelle differenti politiche nazionali – ha spiegato Salvatore Stramondo, Direttore dell’Osservatorio Nazionale Terremoti dell’INGV (INGV-ONT) e referente dell’Istituto per EISAC.it – L’obiettivo è quello di aumentare la sensibilità dei Paesi verso questi temi e ridurre l’esposizione dei cittadini ai danni che la mancanza di infrastrutture e di servizi primari può provocare”.

Tra le tecnologie sviluppate da ENEA in questo settore specifico – ha evidenziato a sua volta il referente dell’ENEA per EISAC.it, Maurizio Pollino – un posto di rilievo è occupato dai sistemi di supporto alle decisioni (Decision Support System), finalizzati al monitoraggio e all’analisi del rischio delle infrastrutture critiche, viste nella loro struttura interdipendente, in caso di eventi naturali avversi, e per il supporto alla gestione delle crisi correlate”.

 

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