Circular economy Efficienza energetica Energia Risorse e rifiuti

Le indicazioni del Comitato europeo delle Regioni per l’Economia Circolare

indicazioni Comitato europeo delle Regioni

Sulla GUUE C 17 del 18 gennaio 2017 è stato pubblicato il parere del Comitato delle Regioni in merito alle proposte di modifica delle Direttive europee sui Rifiuti, contenute nel Pacchetto sull’Economia Circolare adottato dalla Commissione il 2 dicembre 2015, che mirano a sviluppare un modello produttivo nel quale le risorse vengono utilizzate da imprese e consumatori in modo più sostenibile, mantenendo quanto più a lungo possibile il valore dei prodotti, dei materiali e delle risorse, riducendo nel contempo al minimo la produzione dei rifiuti.
Il Comitato europeo delle regioni (CdR) è un organo consultivo dell’UE composto da rappresentanti eletti a livello locale e regionale provenienti da tutti i 28 Stati membri, che si esprime in genere sulle norme emanate dagli organismi esecutivi, che incidono direttamente sulle regioni e le città.
Quantunque i pareri non siano vincolanti, le posizioni espresse sono tenute nella dovuta considerazione, come è stato dimostrato in occasione del parere espresso nel 2015 sul tema “Verso un’economia circolare: riesame della legislazione UE in materia di rifiuti con cui invitava la Commissione UE guidata da Juncker a riconsiderare la posizione programmatica di ritiro per il 2015 del Pacchetto sull’economia circolare, proposto dalla precedente Commissione Barroso nel 2014, ma che non era stato accolto con favore da BusinessEurope, la Confindustria europea.

Tant’è che, dopo la posizione assunta dal CdR che riecheggiava, peraltro, quella espressa dalla Commissione Ambiente del Parlamento europeo, la Commissione UE ritornava sui suoi passi e riproponeva il summenzionato Pacchetto, dove la parte fondamentale per la Circular Economy è costituita dalle proposte di revisione delle Direttive EU waste:
– Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica le direttive 2000/53/CE relativa ai veicoli fuori uso, 2006/66/CE relativa a pile e accumulatori e ai rifiuti di pile e accumulatori e 2012/19/UE sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche;
– Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la direttiva 1999/31/CE relativa alle discariche di rifiuti;
– Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la direttiva 2008/98/CE relativa ai rifiuti;
– Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la direttiva 94/62/CE sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio.

In questo parere, del quale è stato relatore il Presidente della Provincia di Avellino Domenico Gambacorta, accogliendo con favore “le proposte legislative volte a modificare le direttive sui rifiuti del nuovo pacchetto sull’economia circolare e richiama l’attenzione sui benefici che ne deriveranno per i consumatori, le imprese, l’ambiente e l’economia dell’UE […] l’insieme chiaro di definizioni armonizzate nelle diverse direttive in materia di rifiuti e invita la Commissione europea a proseguire affinché tutte le definizioni siano in linea con il catalogo europeo dei rifiuti, si evitino ambiguità e si disponga di dati comparativi sui progressi compiuti da Stati membri ed enti locali e regionali“, il CdR rivolge anche delle Raccomandazioni politiche in merito a:
– allineamento delle definizioni, con la previsione di quella per “getto di piccoli rifiuti in luoghi pubblici“;
– rafforzamento dei controlli sulle spedizioni illegali di rifiuti che tra l’altro riducono in modo sensibile la disponibilità sul territorio UE di una quantità sufficiente di rifiuti con cui alimentare l’economia circolare; UE fondata sul valore del riciclo e del riutilizzo;
– introduzione dell’obbligo di etichettatura dei prodotti di consumo commercializzati nell’UE, atta a definire con chiarezza come differenziare il rifiuto, nelle macrocategorie di raccolta differenziata, per le frazioni per cui esiste una raccolta differenziata consolidata;
– armonizzazione dei regimi di responsabilità estesa del produttore in tutti gli Stati membri e garantire trasparenza e piena copertura dei costi da parte dei produttori per gli enti locali e regionali in relazione a raccolta, gestione e trattamento dei flussi di rifiuti e informazione dei cittadini;
– prevenzione dei rifiuti anche attraverso riacquisto degli imballaggi riutilizzabili (recipienti in vetro, PET ecc.) da parte delle grandi catene di negozi, maggiori “requisiti minimi di qualità” per gli alimenti e definizione di una “procedura standard minima” per il recupero di alimenti a garanzia della sicurezza alimentare, campagne di comunicazione e di educazione per sensibilizzare i cittadini;

– definizione di ulteriori obiettivi in materia di riutilizzo che siano vincolanti, indipendenti e per flussi specifici di rifiuti, in particolare per i mobili, i tessuti, i RAEE, e, in tale contesto, fissazione di un obiettivo minimo del 70 % in termini di peso in riferimento alla preparazione per il riutilizzo e il riciclaggio della plastica nei rifiuti di imballaggio, da raggiungere entro il 2030;

– ulteriori chiarimenti alla distinzione tra ciò che è rifiuto e ciò che non lo è;

– definizione (ad esempio, nel catalogo europeo dei rifiuti) del concetto di riciclaggio e quello di riutilizzo, dato che attualmente tali attività fanno riferimento a due gruppi di impianti differenti che presentano modalità ed esigenze speciali diverse;

– introduzione nei propri programmi di prevenzione dei rifiuti degli Stati membri di incentivi finanziari per processi a minor produzione di rifiuto e adozione di misure di incentivazione alla riduzione di rifiuti non inviati a riciclaggio;

– inserimento nella direttiva quadro dell’obbligo agli Stati membri di riferire sui rifiuti industriali (non pericolosi) e all’Agenzia europea per l’ambiente di monitorare e raccogliere tali dati e di esaminare la situazione entro il 2020, valutando la definizione di obiettivi relativi alla preparazione per il riutilizzo e al riciclaggio per tale flusso di rifiuti;

– passaggio da obiettivi relativi al riciclaggio a obiettivi combinati relativi alla preparazione per il riutilizzo e al riciclaggio;

– individuazione di metodi armonizzati per il calcolo dei tassi di riciclaggio in tutta l’UE e individuare, per quanto attiene ai rifiuti alimentari e ai rifiuti inerti da costruzione e demolizione, una disciplina che definisca strumenti e soggetti deputati a monitorare i dati di riduzione della generazione di rifiuti lungo l’intera filiera di produzione, trasformazione e consumo;

– elaborazione di indicatori sul valore ambientale dei differenti tipi di rifiuti;

– promozione della produzione altamente efficiente di energia dai rifiuti, nel quadro dell’iniziativa “Waste to Energy” della Commissione UE;

– progressiva introduzione di restrizioni allo smaltimento in discarica, continuando a privilegiare un approccio qualitativo e più ambizioso inteso a eliminare la messa in discarica dei rifiuti riciclabili e biodegradabili, invitando la Commissione UE ad esaminare la possibilità di non applicare il limite massimo del 10 % di smaltimento in discarica entro il 2030 soltanto ai rifiuti urbani e di estenderlo a tutti i tipi di rifiuti (5).

– le esenzioni accordate a taluni Stati membri sugli obiettivi per i rifiuti urbani e per lo smaltimento in discarica devono essere accompagnate da piani nazionali di attuazione con calendari dettagliati delle azioni necessarie per conseguire i loro obiettivi;

– tenuta di registri dei rifiuti non pericolosi da parte delle imprese dell’industria e del commercio;
– preoccupazione per l’ampio potere che le direttive proposte conferiscono alla Commissione UE di adottare atti delegati e invita i colegislatori a limitarne il ricorso poiché indeboliscono le proprie competenze di controllo ed esulano dal processo democratico e legislativo;
– istituzione di una struttura sulla gestione dei rifiuti analoga a “Patto dei Sindaci per il Clima e l’Energia”.

Nel parere sono contenute anche delle proposte di emendamento al testo delle proposte di Direttive della Commissione UE, che sono, in parte, riassorbite nelle Raccomandazioni al Parere, che abbiamo riassunto e a cui rinviamo, comunque, per una analisi più approfondita.

Per ultimo segnaliamo che anche in questa occasione c’è stata una sinergia di intenti tra Comitato europeo delle Regioni e Commissione Ambiente del Parlamento europeo, dal momento che quest’ultima ha approvato il 24 gennaio 2017 la relazione sul nuovo Pacchetto dell’eurodeputata italiana, Simona Bonafè, migliorando, peraltro, le proposte di innalzamento dei target di riciclaggio formulati dal CdR, con la richiesta di innalzarli al 70% al 2030 per tutti i rifiuti urbani e all’80% per gli imballaggi.
Sempre che la Commissione UE sia d’accordo!

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