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Indagine BEI sul clima: italiani preoccupati, ma ottimisti su risoluzione crisi

Secondo l’indagine sul clima della BEI (Banca Europea degli Investimenti), il 94% degli italiani riconosce che i cambiamenti climatici hanno un impatto sulla loro vita, l’’86% riconosce che l’uomo ha contribuito a causare i cambiamenti climatici, ma il 69% crede che sia ancora possibile invertire la tendenza: un ottimismo superiore del 10% alla media europea.

Il 33% degli europei ritiene che i cambiamenti climatici siano irreversibili e il 41% prevede di essere costretto a trasferirsi a seguito degli impatti ambientale.

Sono questi alcuni dei risultati diffusi alla vigilia della COP25 (Madrid, 2-13 dicembre 2019) della prima serie (su quattro) della II edizione dell’Indagine sul clima della Banca Europea per gli Investimenti (BEI), condotta in partenariato con la BVA, Società di consulenza specializzata in ricerche di mercato, che ha coinvolto lo scorso ottobre 30.000 partecipanti, con un gruppo rappresentativo di cittadini di ciascuno dei 30 Paesi oggetto dell’indagine.

Scopo dell’iniziativa è di aumentare l’informazione sugli atteggiamenti e le aspettative dei cittadini in termini di azione climatica nell’UE, negli Stati Uniti e in Cina.
Ascoltare gli atteggiamenti dei cittadini – ha affermato la Vicepresidente della BEI, Emma Navarro, responsabile dei finanziamenti a favore del clima e dell’ambiente, che seguirà i lavori della Conferenza sul Clima assieme al Presidente Werner Hoyer e all’altro Vicepresidente Andy McDoewll è fondamentale per noi per essere sicuri di affrontare le loro preoccupazioni, senza lasciare indietro nessuno“.

I risultati dell’indagine sono particolarmente rilevanti in un momento in cui il clima è una delle massime priorità dell’Agenda politica della nuova Commissione UE e la Presidente Ursula von der Leyen ha chiarito nel suo Programma che la BEI avrebbe avuto un ruolo fondamentale nell’European Green Deal, aumentando i finanziamenti per le energie rinnovabili ed eliminando gradualmente la dipendenza dai combustibili fossili.

Il 14 novembre 2019, conseguentemente a tali orientamenti, la BEI ha adottato la decisione storica di cessare dalla fine del 2021 il finanziamento a progetti per i combustibili fossili e di intraprendere una road map per il clima.

L’indagine della BEI rivela che la migrazione ambientale è vista come una forte realtà in Europa, dove l’82% degli intervistati prevede che i cambiamenti climatici costringeranno le persone a lasciare il Paese di residenza per sfuggire a condizioni meteorologiche estreme e tra questi il 24% degli europei prevede che sarà costretto a trasferirsi in un altro Paese a causa dei cambiamenti climatici. Questa percentuale è significativamente più elevata tra le generazioni più giovani, con il 41% che sta seriamente prendendo in considerazione l’opzione di trasferirsi all’estero

Un divario rilevante si coglie tra i vari Paesi europei. Se infatti il 33% degli austriaci di età compresa tra 15 e 29 anni prevede di trasferirsi in un altro Paese, la percentuale sale al 51% tra i giovani spagnoli. 

In generale, i cittadini dei Paesi dell’Europa mediterranea segnalano un impatto maggiore dei cambiamenti climatici, con cifre del 94% per l’Italia e dell’87% per la Spagna, mentre la percentuale si abbassa al 63% in Danimarca e al 66% in Svezia. 

In particolare, per gli italiani gli effetti più preoccupanti dei cambiamenti climatici sono: lo scioglimento dei ghiacciai (47%); l’inquinamento atmosferico (40); l’aumento delle temperature (39%). Secondo l’80% degli italiani, gli impatti del fenomeno sull’ambiente e sull’atmosfera perdureranno in futuro, anche dopo un’eventuale cessazione delle emissioni di gas a effetto serra.

Mentre l’86% del pubblico italiano riconosce in ampia parte come l’uomo abbia contribuito a causare i cambiamenti climatici, il 69% crede comunque che sia ancora possibile invertire la tendenza: una percentuale che è di 10 punti superiori alla media europea (59%). Gli italiani in ogni caso sono più propositivi: il 73% ritiene di essere in prima persona coinvolto nella soluzione di questa crisi. 

Una sostanziale concordia di opinioni si registra tra gli italiani e i loro vicini mediterranei della Spagna, Grecia e Croazia, che affrontano l’argomento dei cambiamenti climatici con lo stesso ottimismo. Al contrario, per i cittadini dei Paesi dell’Europa del nord (Danimarca, Olanda, Germania, Austria) la crisi climatica è la minaccia principale a cui devono oggi confrontarsi.

Malgrado il diffuso ottimismo degli italiani riguardo alla crisi climatica, essi ritengono che il fenomeno migratorio sia una questione essenziale che è influenzata dai cambiamenti climatici. Il 77% degli italiani prevede che in futuro vi saranno dei profughi del clima, in fuga dal Paese in cui risiedono a causa delle condizioni climatiche estreme: Allo stesso tempo, i giovani italiani ritengono di essere probabilmente costretti a emigrare in futuro in conseguenza dei cambiamenti climatici: il 38% di coloro che appartengono alla fascia di età 15-29 anni prevede, in futuro, di trasferirsi in un altro Paese. 

A livello mondiale, i cambiamenti climatici sono presenti anche tra le sfide principali percepite in altre zone geografiche del Pianeta, con gradi però diversi: il 73% dei cinesi ritiene che i cambiamenti climatici siano tra i grandi temi che la società deve affrontare, una percentuale di gran lunga superiore a quella degli europei (47%) e degli americani (39%).  I dati del sondaggio mostrano anche che i cinesi sono sostanzialmente più ottimisti dei cittadini che vivono in altre regioni geografiche del mondo: l’80% degli intervistati in Cina crede che sia ancora possibile invertire la tendenza dei cambiamenti climatici, contro il 59% degli europei e il 54% degli americani

Gli italiani sono fortemente preoccupati dei cambiamenti climatici e del loro impatto nella vita quotidiana e nel futuro, ma allo stesso tempo sono prevalentemente ottimisti circa la possibilità di risolvere la crisi climatica – ha commentato la Navarro – Questo è quanto emerge dall’indagine della BEI, che rappresenta uno strumento fondamentale per capire come i cittadini avvertono i cambiamenti climatici, e il ruolo che dovrebbe essere svolto, ai loro occhi, dai propri leader dei settori pubblico e privato”.

In copertina: © Hudson Hintze/Unsplash

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