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HEAL: cittadini pagano sussidi ai combustibili fossili e danni alla loro salute

HEAL cittadini pagano

Health and Environment Alliance ( HEAL ), una rete eterogenea di oltre 70 organizzazioni di cittadini, pazienti, professionisti sanitari, ambientalisti, che si propone di far capire come la protezione dell’ambiente possa migliorare la nostra salute e di impegnarsi a rafforzare le politiche europee, portando la voce della comunità sanitaria a livello politico, ha pubblicato il 27 luglio 2017 il Rapporto “Hidden Price Tags: How ending fossil fuel subsidies would benefit our health” che mette in evidenza come la fine dei sussidi alle fonti fossili gioverebbe alla nostra salute.

Bruciare combustibili fossili provoca inquinamento atmosferico e cambiamenti climatici. Eppure, tutti i Governi in pratica spendono enormi quantità di denaro pubblico – le tasse dei loro cittadini – per sostenere l’industria del petrolio, del gas e del carbone per la produzione di energia da combustibile fossile. Nonostante un impegno di quasi un decennio per porre fine a tale sostegno finanziario, il Rapporto rivela che nei Paesi del G20, i costi sanitari associati all’utilizzo dei combustibili fossili sono mediamente oltre 6 volte superiori alle sovvenzioni: 2.758 miliardi di dollari statunitensi contro 444 miliardi (2.600 miliardi di euro contro 416 miliardi).

Ogni anno l’inquinamento atmosferico provocato principalmente dalla combustione dei combustibili fossili riduce la vita di circa 6,5 milioni di persone a livello mondiale a causa di infezioni delle vie respiratorie, ictus e infarti, cancro ai polmoni e malattie polmonari croniche. I costi sulla salute derivanti dall’inquinamento atmosferico, dai cambiamenti climatici e dal degrado ambientale non vengono sopportati dall’industria ma pagati dalla società.
I leader europei e globali continuano ad affermare di volersi impegnare per affrontare i cambiamenti climatici e decarbonizzare la nostra economia – ha dichiarato Genon K. Jensen, Direttore esecutivo della HEAL – Tuttavia, essi continuano ad elargire miliardi di euro e di dollari che provocano il riscaldamento globale e l’aumento di morti e malattie precoci, tra cui quelle polmonari e cardiache. È ora di cogliere l’opportunità di migliorare la salute di milioni di persone in tutto il mondo, abbandonando le sovvenzioni all’industria dei combustibili fossili. Devono passare dalle parole ai fatti e abolire le sovvenzioni ai combustibili fossili adesso“.

Il Rapporto esamina i veri costi degli impatti sulla salute derivanti dalle sovvenzioni ai combustibili fossili in un certo numero di Paesi selezionati. Nel Regno Unito, per esempio, i costi sanitari correlati all’inquinamento atmosferico dovuto ai combustibili fossili sono quasi 5 volte superiori sussidi dati, il che significa che i cittadini non solo vedono 6,5 miliardi di dollari di denaro pubblico concessi ad una delle industrie più ricche al mondo, ma devono sopportare altri 30,7 miliardi di dollari derivanti dai costi sanitari da morti premature. In Cina, i combustibili fossili provocano 1.790 miliardi di dollari in costi sanitari da inquinamento atmosferico, più di 18 volte quello che la nazione consegna ai produttori di petrolio, gas e carbone, contribuendo ad alimentare una crisi sanitaria pubblica che sta già causando 1,6 milioni di morti premature ogni anno.
Ci sono dati interessanti che riguardano anche l’Italia, pur non essendo il nostro Paese uno dei 7 Paesi analizzati in modo approfondito, ma fa pur parte dei Paesi del G20:
– i morti per inquinamento atmosferico sarebbero ogni anno circa 30.000 (in Europa solo la Germania ha più decessi);

– il rapporto costi per malattie rispetto ai sussidi elargiti sarebbe di 2,8;

– i costi delle altre esternalità connesse ai combustibili fossili ammonterebbero a 13,9 miliardi di dollari;.

– le morti causate attualmente dall’inquinamento atmosferico potrebbero ridursi del 10,8%, eliminando le sovvenzioni ai combustibili fossili.

Nel Rapporto, inoltre, si mette in evidenza come i sussidi potrebbero essere riassegnati per aumentare i servizi sanitari nei 7 Paesi analizzati. Ad esempio, in Germania, le sovvenzioni per i combustibili fossili pari a 5,4 miliardi di dollari (5,1 miliardi di euro) che pur sono denaro dei contribuenti, sarebbero sufficienti per fornire a più di 300.000 famiglie un’installazione solare, alimentare le proprie abitazioni con energia pulita e finanziare la transizione di tutti i 15.000 operatori delle centrali elettriche a carbone per i prossimi 5 anni. In Paesi come la Polonia, il taglio delle sovvenzioni ai combustibili fossili, che sono importanti risorse pubbliche, potrebbero rafforzare notevolmente il sistema sanitario nazionale, per costruire, ad esempio, 34 nuove cliniche e per aumentare il numero di medici di 30.000 unità.
Una delle migliori strategie politiche per ridurre le sovvenzioni dei combustibili fossili è di lanciare contemporaneamente servizi universali gratuiti per la salute – ha osservato Robert Yates, a capo del Centre on Global Health Security della Chatham House – I risparmi ottenuti tagliandole, possono finanziare tali servizi. La combinazione di queste politiche sono in grado di fornire importanti benefici per la salute, vantaggi economici e ambientali e notorietà politica ai leader che sono così in grado di garantire assistenza sanitaria gratuita alle persone“.

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