Una ricerca condotta sulle risposte offerte dai guidatori olandesi in merito ai vantaggi conseguenti ad uno stile di guida più sostenibile e più efficiente indicherebbe che le informazioni offerte sui vantaggi di tipo ambientale (riduzione delle emissioni) sono più decisive a far assumere un comportamento di guida più green rispetto a quelle di carattere economico (riduzione dei costi).
Un recente Studio pubblicato dal Journal of Consumer Policy sul numero di settembre e ripreso da Science for Environment Policy, servizio di diffusione di notizie di carattere ambientale della Direzione Generale Ambiente della Commissione UE, metterebbe in discussione la diffusa opinione che avere un comportamento di guida automobilistica green sia determinato soprattutto dal risparmio di denaro.
Lo Studio è stato condotto da ricercatori dell’Università di Groningen, interrogando on line 305 automobilisti dei Paesi Bassi su 6 azioni di eco-guida:
1) evitare di far girare al minimo il motore;
2) ridurre la velocità;
3) evitare i sorpassi;
4) spegnere l’aria condizionata;
5) rimuovere il porta pacchi;
6) evitare gli pneumatici sgonfi.
Ai partecipanti al sondaggio sono state date delucidazioni sia sui risparmi ambientali che finanziari di certi comportamenti. Ad esempio, in merito alla possibilità di spegnere il motore durante la chiusura di un passaggio a livello:
– ad un gruppo sono stati fornite informazioni di carattere ambientale sui vantaggi di certe azioni, quali l’opportunità di ridurre la CO2 di 0,018 kg;
– ad un altro gruppo, per lo stesso scenario sono state date informazioni di tipo economico, come la possibilità di risparmiare 0,05 euro;
– ad un terzo gruppo nessuna indicazione sugli eventuali risparmi.
A tutti i gruppi è stato chiesto in che misura hanno trovato che valesse la pena guidare sostenibile, stante i possibili risparmi, e se avessero attuato un tale comportamento di guida.
Essi hanno valutato:
– la portata del risparmio con 1 quando ritenevano che ne valesse in alcun modo la pena, fino ad assegnare un 6 quando consideravano che gli sforzi fossero totalmente ricompensati;
– la loro forza di volontà ad applicare un comportamento da 1, se non ne avessero alcuna intenzione, fino ad assegnare un 6 alla loro totale applicazione.
In media, gli individui a cui sono state fornite indicazioni di carattere ambientale su tutte le 6 azioni proposte sono risultati più disponibili ad assumere atteggiamenti di guida sostenibile rispetto a quelli a cui erano state date informazioni sui conseguenti risparmi economici.
Questo risultato ha suggerito ai ricercatori che il feedback ambientale può risultare più motivante di quello economico.
Comunque, anche la quantità dello sforzo richiesto per le specifiche azioni sembra avere importanza.
Dove lo sforzo è basso, qualsiasi tipo di risposta, sia ambientale che economica, è sembrata sufficiente ad innescare nelle persone l’intenzione a cambiare comportamento. Per le azioni che richiedevano uno sforzo maggiore, come ad esempio verificare regolarmente la pressione dei pneumatici, l’informazione ambientale sembrava avere più effetto motivante, rispetto agli effetti di tutte le altre risposte.
In questo caso, i ricercatori hanno teorizzato che quando lo sforzo è grande, ma i guadagni in termini monetari sono piccoli, le persone ritengono che cambiare comportamento non valga la pena. Tuttavia, tale ragionamento su costi/benefici non si verifica quando si suggerisce loro che avrebbero potuto agire in modo disinteressato, per il bene dell’ambiente in generale, piuttosto che egoisticamente, per risparmiare una piccola somma di denaro.
Di conseguenza, essi potrebbero cambiare i propri comportamenti nonostante gli sforzi e i vantaggi minimi.
In definitiva, secondo i ricercatori tale studio metterebbe in discussione che il comportamento di una guida green sia indotto essenzialmente da motivazioni di ordine economico.