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Gas serra: nel 2022 hanno raggiunto ulteriori livelli record

A pochi giorni dall’inizio della COP28 di Dubai, l’Organizzazione Meteorologica Mondiale (WMO) e il Global Greenhouse Gas Watch (GGGW), hanno pubblicato il Greenhouse Gas Bulletin 2023, da cui emerge che il calore intrappolato nell’atmosfera nel 2022 ha continuato a crescere, anche se con un tasso leggermente inferiore rispetto al 2021, ma superiore alla media 2011-2020, tendenza che sta proseguendo nel 2023.

In vista della Conferenza delle Parti della Convenzione delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC-COP28) di Dubai (30 novembre – 12 dicembre 2023), World Meteorological Organization (WMO) e Global Greenhouse Gas Watch (GGGW), la nuova iniziativa di monitoraggio dei gas serra, lanciata lo scorso maggio dalla WMO con l’obiettivo di colmare le lacune informative critiche e fornire un quadro operativo integrato che riunisce sotto lo stesso tetto tutti i sistemi di osservazione basati sullo spazio e sulla superficie, nonché le capacità di modellazione e assimilazione dei dati, hanno pubblicato il 15 novembre 2023, il Greenhouse Gas Bulletin.

Il Bollettino costituisce, assieme all’Emissions Gap Report dell’UNEP (la pubblicazione è prevista per il 20 novembre 2023), la relazione scientifica di verifica delle azioni e misure degli impegni presi a Parigi (2015) per mantenere alla fine del secolo l’aumento della temperatura globale al di sotto dei 2 °C e di fare tutti gli sforzi possibili per contenerlo a 1,5 °C.

Nonostante decenni di avvertimenti da parte della comunità scientifica, migliaia di pagine di rapporti e dozzine di conferenze sul clima, stiamo ancora andando nella direzione sbagliata – ha affermato il Segretario generale dell’OMM, Prof. Petteri TaalasL’attuale livello di concentrazioni di gas serra ci pone sulla strada di un aumento delle temperature ben al di sopra degli obiettivi dell’Accordo di Parigi entro la fine di questo secolo. Ciò sarà accompagnato da condizioni meteorologiche più estreme, tra cui ondate di caldo, precipitazioni intense, scioglimento dei ghiacci, innalzamento del livello del mare, calore e acidificazione degli oceani. I costi socio-economici e ambientali aumenteranno. Dobbiamo ridurre urgentemente il consumo di combustibili fossili”.

Poco meno della metà delle emissioni di CO2 rimane nell’atmosfera; poco più di un quarto viene assorbito dall’oceano e poco meno del 30% da ecosistemi terrestri come le foreste, sebbene vi sia una notevole variabilità di anno in anno: finché le emissioni continueranno, la CO2 continuerà ad accumularsi nell’atmosfera portando all’aumento della temperatura globale. Considerata la lunga vita della CO2, il livello di temperatura già osservato persisterà per diversi decenni anche se le emissioni venissero rapidamente ridotte allo zero netto.

L’ultima volta che la Terra ha sperimentato una concentrazione paragonabile di CO2 è stato 3-5 milioni di anni fa, quando la temperatura era 2-3°C più calda e il livello del mare era 10-20 metri più alto di oggi.

Non esiste una bacchetta magica per rimuovere l’eccesso di anidride carbonica dall’atmosfera – ha continuato Taalas – Ma abbiamo gli strumenti per rafforzare la nostra comprensione dei fattori che determinano il cambiamento climatico attraverso il nuovo Global Greenhouse Gas Watch della WMO. Ciò migliorerà notevolmente le osservazioni e il monitoraggio sostenuti per sostenere obiettivi climatici più ambiziosi”.  

Il Bollettino della WMO dedica il suo editoriale di copertina al GGGW. approvato dal Congresso meteorologico mondiale in maggio. Questa ambiziosa iniziativa prevede un monitoraggio prolungato dei gas serra al fine di poter tenere conto sia delle attività umane correlate che delle fonti e dei pozzi naturali. Sebbene la comunità scientifica abbia un’ampia comprensione del cambiamento climatico e delle sue implicazioni, permangono ancora alcune incertezze sul ciclo del carbonio e sui flussi nell’oceano, nella biosfera terrestre e nelle aree di permafrost.

Queste incertezze, tuttavia, non devono scoraggiare l’azione – si legge su Greenhouse Gas Bulletin – ma evidenziano la necessità di strategie flessibili e adattive e l’importanza della gestione del rischio nel percorso verso l’azzeramento delle emissioni nette e la realizzazione degli obiettivi dell’Accordo di Parigi. La fornitura di dati accurati, tempestivi e utilizzabili sui flussi di gas serra diventa sempre più fondamentale”.

Si cita la necessità di maggiori informazioni su:
Meccanismi di feedback, Il sistema climatico della Terra presenta molteplici cicli di feedback, ad esempio l’aumento delle emissioni di carbonio dai suoli o la diminuzione dell’assorbimento di carbonio da parte degli oceani a causa dei cambiamenti climatici, come sperimentato l’Europa con la siccità del 2018 e del 2022.

Punti di non ritorno. Il sistema climatico potrebbe essere vicino ai cosiddetti “punti di non ritorno”, in cui un certo livello di cambiamento porta a una cascata di cambiamenti che si autoaccelerano e che sono potenzialmente irreversibili. Gli esempi includono il potenziale rapido deperimento della foresta amazzonica, il rallentamento della circolazione oceanica settentrionale o la destabilizzazione di grandi calotte glaciali https://www.regionieambiente.it/calotte-glaciali-lesfiltrazione-delle-acque-sotterranee-e-piu-veloce/ .

Variabilità naturale. I 3 principali gas serra presentano una variabilità sostanziale determinata da processi naturali che si sovrappongono al segnale antropogenico (ad esempio, il fenomeno di El Niño). Questa variabilità può amplificare o smorzare i cambiamenti osservati in brevi periodi;

Gas serra diversi dalla CO2. Il cambiamento climatico è causato da molteplici gas serra, non solo dalla CO2, che hanno durate atmosferiche diverse, e un potenziale di riscaldamento globale (GWP) maggiore rispetto alla CO2 e alle incerte emissioni future.

Concentrazioni di gas serra nel 2022
L’indice annuale dei gas a effetto serra (AGGI – NOAA) mostra che dal 1990 al 2022, l’effetto di riscaldamento sul nostro clima – chiamato forzante radiativo – da parte dei gas serra a vita lunga – è aumentato del 49%, con la CO2 che rappresenta circa il 78% di questo aumento.  

L’anidride carbonica, il gas serra più importante nell’atmosfera, è responsabile di circa il 64% dell’effetto del riscaldamento sul clima, principalmente a causa della combustione di combustibili fossili e della produzione di cemento.
L’aumento di 2,2 parti per milione (ppm) nella media annuale dal 2021 al 2022 è stato leggermente inferiore a quello registrato nel periodo dal 2020 al 2021 e nell’ultimo decennio (2,46 ppm all’anno). La ragione più probabile è l’aumento dell’assorbimento di CO2 atmosferica da parte degli ecosistemi terrestri e dell’oceano dopo diversi anni dall’evento La Niña. Lo sviluppo di un evento El Niño nel 2023 potrebbe quindi avere conseguenze sulle concentrazioni di gas serra.

Il metano è un altro potente gas serra che rimane nell’atmosfera per circa un decennio. Il metano rappresenta circa il 19% dell’effetto riscaldante dei gas serra di lunga durata. 
Circa il 40% del metano viene emesso nell’atmosfera da fonti naturali (ad esempio zone umide e termiti) e circa il 60% proviene da fonti antropiche (ad esempio ruminanti, agricoltura del riso, sfruttamento di combustibili fossili, discariche e combustione di biomassa). L’aumento dal 2021 al 2022 è stato leggermente inferiore al tasso record osservato dal 2020 al 2021, ma notevolmente superiore al tasso di crescita medio annuo nell’ultimo decennio.

Il protossido di azoto è sia un potente gas serra che una sostanza chimica dannosa per l’ozono. Rappresenta circa il 7% del forzante radiativo dei gas serra di lunga vita. L’N2O viene emesso nell’atmosfera sia da fonti naturali (circa il 60%) che da fonti antropiche (circa il 40%), inclusi oceani, suoli, combustione di biomassa, uso di fertilizzanti e vari processi industriali.
Per il protossido di azoto, l’aumento dal 2021 al 2022 è stato superiore a quello osservato in qualsiasi momento precedente nei nostri dati storici moderni.

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