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Oxfam: in aumento le disuguaglianze economico-sociali

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Alla viglia del Summit WEF degli “happy few”, la Confederazione Oxfam International pubblica, come di consueto, il Rapporto che fotografa come l’1% dei miliardari possieda quanto il restante 99% della popolazione mondiale, acuendo le disuguaglianze che possono essere contrastate “ricompensando il lavoro, non la ricchezza”.

Oxfam, la Confederazione internazionale di organizzazioni non profit che si dedicano alla riduzione della povertà globale, attraverso aiuti umanitari e progetti di sviluppo, ha presentato il Rapporto “Ricompensare il lavoro, non la ricchezza” (Reward work, not wealth).

Come da consuetudine il Rapporto di Oxfam viene divulgato alla vigilia del World Economic Forum (Davos, 23-26 gennaio 2018) che ogni anno riunisce i maggiori esponenti della politica, economia, finanza e comunità scientifica, in un incontro “esclusivo” di happy few, dal momento che per esservi invitati bisogna sborsare anche oltre 100.000 dollari, per discutere, tra al’altro, sui principali problemi e rischi di carattere economico-sociali che il mondo si troverebbe ad affrontare nei prossimi anni.

Il Rapporto, basato sul Global Wealth Databook della banca Credit Suisse e sulla serie delle Forbes Billionaires List, ed anche, per le disuguaglianze, sul World Inequality Report 2018, stilato da più di 100 ricercatori di tutto il mondo, conferma che “L’82% dell’incremento di ricchezza netta registratosi tra marzo 2016 e marzo 2017 è andato all’1% più ricco della popolazione globale – sottolinea Oxfam – mentre a 3,7 miliardi di persone che costituiscono la metà più povera del mondo non è arrivato un solo centesimo”.

Nel Rapporto si evidenzia come i due terzi della ricchezza dei più facoltosi miliardari del mondo non sia frutto del loro lavoro ma sia ereditato o frutto di rendita monopolistica ovvero il risultato di rapporti clientelari. E questo è ancora più significativo se si considera che nel 2016 erano 40 milioni le persone schiavizzate nel mercato del lavoro, tra cui 4 milioni di bambini.

Il boom dei miliardari non è un segno di un’economia fiorente, ma un sintomo di un sistema economico in fallimento – ha dichiarato Winnie Byanyima, Direttore esecutivo di Oxfam International – Le persone che confezionano i nostri vestiti, assemblano i nostri telefonini e coltivano il nostro cibo vengono sfruttati per assicurare un approvvigionamento costante di beni economici e gonfiare i profitti delle multinazionali e degli investitori miliardari“.

Il Rapporto sottolinea, inoltre, che siamo ben lontani dal colmare la disuguaglianza, anzi il trend sta peggiorando, considerato che 7 cittadini su 10 vivono in un Paese dove la disuguaglianza è aumentata negli ultimi 30 anni.

Il 50% più povero ha beneficiato di una porzione del 12%, inferiore alla metà di quanto è fluito verso il vertice della piramide globale dei redditi. In termini assoluti, nei 24 anni intercorsi tra il 1988 e il 2013 il 10% dei percettori più poveri di reddito ha visto le proprie entrate aumentare in media di 217 dollari contro i ben 4.887 dollari del 10% più ricco.

Le disuguaglianze sono ben percepite: in un sondaggio che ha visto coinvolte 70 mila persone in 10 Paesi di 5 Continenti, Oxfam ha rilevato che oltre il 75% ritiene che il gap tra ricchi e poveri nel proprio Paese sia eccessivo.

Anche in Italia, la situazione delle disuguaglianze economico-sociali, è piuttosto pesante.
Nei Paesi occidentali industrializzati i quattro Paesi con la maggiore stabilità dei guadagni intergenerazionali (cioè dove più marcata è la correlazione tra la retribuzione dei padri e quella dei figli) – si legge nel Rapporto – sono il Regno Unito, gli Stati Uniti, la Francia e l’Italia, dove si trasmette ai figli almeno il 40% del vantaggio economico dei padri con retribuzioni elevate rispetto ai padri con retribuzioni modeste”.

Nel 4° Rapporto “Social Justice in the EU 2017“ della Fondazione Bertelsmann, di cui abbiamo parlato in un recente articolo e in cui si affronta la situazione della giustizia sociale nell’UE, lItalia continua ad avere tra i Paesi membri uno dei peggiori Indice di Giustizia sociale, collocandosi al 25° posto (ha perso una posizione rispetto alla precedente edizione, al di sopra solo di Bulgaria, Romania e Grecia.

Oxfam chiede alle istituzioni nazionali di porsi come obiettivo che entro il 2030 il reddito complessivo del 10% più ricco non sia superiore al reddito del 40% più povero e che per far questo bisogna agire su numerosi fronti, dal garantire dei salari dignitosi all’incremento della spesa per i servizi essenziali, passando ovviamente ad una maggiore equità e progressività delle politiche fiscali nazionali.

Fino a quando per il sistema economico globale la remunerazione della ricchezza di pochi rimarrà un obiettivo predominante rispetto alla garanzia di un lavoro dignitoso per tutti – ha sottolineato Maurizia Iachino, Presidente di Oxfam Italia – non sarà possibile arrestare la crescita di questa estrema e ingiusta disuguaglianza”.

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