Economia e finanza Sostenibilità

Finanza sostenibile: le 10 raccomandazioni dell’ASviS

Il Position paper, elaborato dal Gruppo di lavoro ASviS sulla finanza sostenibile offre un quadro sull’evoluzione del contributo della finanza alla sostenibilità e sulle prossime sfide che toccheranno questo settore, sintetizzando le idee espresse in 10 raccomandazioni su cui i portatori di interesse dovranno focalizzarsi nei prossimi anni.

Negli ultimi anni, soprattutto a partire dall’adozione dell’Agenda 2030 e dalla sottoscrizione dell’Accordo di Parigi nel 2015, l’integrazione degli SDGs – e, più in generale, di considerazioni di sostenibilità ambientale, sociale e di governance – negli obiettivi e nelle strategie d’investimento è una pratica sempre più diffusa. Questa tendenza è determinata da una crescita di consapevolezza dei governi e degli investitori sulla rilevanza finanziaria dei temi di sostenibilità e sul ruolo centrale dei mercati dei capitali nel sostenere una crescita economica inclusiva e a basso impatto ambientale. Inoltre, i risparmiatori sono sempre più interessati ad allineare le scelte finanziarie con i propri valori o con i temi ambientali e sociali ritenuti importanti”.

È quanto osserva il Gruppo di Lavoro “Finanza per lo sviluppo sostenibile” dell’ASviS  (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile) nel Position paper, presentato il 19 gennaio 2023 nel corso di un webinar organizzato dalla Fondazione OIBR (Organismo Italiano Business Reporting).per approfondire le migliori prassi di rendicontazione non finanziaria nelle sue diverse manifestazioni.

Il documento, partendo dalla definizione di “finanza sostenibile”, ne analizza l’evoluzione all’interno del quadro normativo dell’UE, dalla tassonomia verde, alla nuova Direttiva sul Corporate Sustainability Reporting (CSRD) che introduce l’obbligo di rendicontare, nell’ambito  della Relazione sulla gestione, gli intangibili  (“risorse non fisiche che contribuiscono alla creazione di valore dell’impresa”) internamente generati che non compaiono nello stato patrimoniale delle società, se e solo se legati alla sostenibilità.

Peraltro, l’azione della finanza sostenibile è innervata dal concetto della “Giusta transizione”, secondo la quale il passaggio a un’economia priva d’impatto sull’ambiente richiede il sostegno alle aree, ai settori e ai soggetti che risultano più esposti e vulnerabili al cambiamento.

I principali utilizzatori delle informazioni sulla sostenibilità divulgate nelle relazioni annuali delle società sono gli investitori, le organizzazioni non governative, nonché le diverse parti sociali. Tuttavia, secondo gli autori del Position paper di ASviS, “l’attuale quadro giuridico non garantisce che le esigenze di informazione di questi utenti siano soddisfatte”, perché le informazioni comunicate sono spesso inaffidabili, non sufficientemente comparabili con le altre imprese e/o difficilmente accessibili. 

Queste lacune comportano un duplice rischio:
– da una parte gli investitori non dispongono di elementi a sufficienti a mettere a fuoco i rischi legati alla sostenibilità nelle loro decisioni di investimento;
– dall’altra c’è poca chiarezza per gli investitori sulle mete di destino delle loro risorse finanziarie, perché non vi è la certezza che le loro scelte siano davvero indirizzate verso percorsi sostenibili.

Per sintetizzare le idee espresse nel Position paper, il Gruppo di lavoro ASviS sulla finanza sostenibile ha individuato 10 raccomandazioni conclusive che possono orientare il lavoro dei prossimi anni dei vari portatori di interesse.

1.Finanziare la transizione giusta, attraverso il sostegno intenso, calibrato e adeguato di risorse e di tempi certi per la realizzazione rapida ed efficace degli obiettivi della transizione.
2. Favorire davvero la finanza d’impatto e gli investimenti sostenibili, rafforzando l’insieme degli strumenti di regolazione, la trasparenza e la raccolta dei dati.
3. Adottare le tecniche della finanza di impatto e dare impulso alla tassonomia per gli obiettivi sociali, associando questi ultimi agli obiettivi finanziari.
4. Modificare i modelli di business degli operatori finanziari, rafforzando i processi di identificazione dei rischi ESG e proponendo prodotti finanziari che supportano un consumo e una produzione.
5. Accelerare l’adozione delle Direttive europee sul reporting di sostenibilità, al fine di rendere rapido il passaggio al nuovo contesto normativo, accelerando le  scelte strategiche delle imprese nella  direzione della sostenibilità.
6. Consolidare gli strumenti di finanza pubblica per la sostenibilità di cui l’Europa si è dotata dal Green Deal in avanti, anche per effetto delle crisi in atto (sanitaria ed energetica).
7. Utilizzare le risorse del PNRR per sviluppare capacità di programmazione nelle pubbliche amministrazioni, secondo il principio “do not significant harm” (DNSH).
8. Promuovere azioni per sostenere la finanza per il consumo sostenibile, anche tramite la trasparenza e l’informazione.
9. Utilizzare strumenti di regolazione e promuovere l’azione del mercato per rafforzare l’orientamento sostenibile dei consumi, mettendo a disposizione strumenti finanziari che trasformino la scelta virtuosa in ulteriore elemento di convenienza (non solo economica).
10. Utilizzare la finanza per raggiungere l’obiettivo della parità di genere,
tramite strumenti di valutazione delle politiche e strumenti finanziari operativi, come le risorse per promuovere l’imprenditorialità femminile.

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