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ESG: cresce l’interesse degli italiani, ma anche il pessimismo

Il focus sull’Italia della III edizione di Global ESG Monitor di SEC Newgate, gruppo globale di comunicazione strategica, advocacy e ricerca, evidenzia che gli italiani sono tra i più sensibili (82%) dei 12 Paesi monitorati, molto sensibili alle questioni di sostenibilità, che si traduce nella maggiore richiesta ad aziende ed istituzioni di azioni più concrete, stante che il 61% ha una percezione negativa della direzione intrapresa dal Paese e il 72% concorda poi sul fatto che le aziende dovrebbero affrontare in modo più incisivo la questione.

L’interesse degli italiani nei confronti delle questioni ESG è in crescita: circa otto cittadini su dieci si sentono coinvolti. E le opinioni hanno un impatto sui comportamenti: l’alimentazione (71% dei rispondenti), lo shopping (69%), le modalità di viaggio e le intenzioni di voto (62%).
Tuttavia, c’è un crescente pessimismo nei riguardi delle aziende e delle istituzioni: più di sei persone su dieci hanno una percezione negativa della direzione intrapresa dal Paese in termini di sostenibilità.

È quanto emerge dalla terza edizione della ricerca internazionale Global ESG Monitor dal titolo “What the community expects from corporates on ESG” di SEC Newgate, Gruppo globale di comunicazione strategica e advocacy, i cui principali risultati, in particolare il focus dedicato all’Italia sono stati illustrati l’11 ottobre 2023 nel corso di un evento online.

Reputazione e azioni concrete in ambito ESG (Environmental, Social and Governance) sono oggi aspetti inestricabilmente legati e le aziende stanno cercando di capire come soddisfare le aspettative delle comunità rispetto alle tematiche ambientali, sociali e di governance. Per questo SEC Newgate sviluppa ogni anno una ricerca che esamina le opinioni di oltre 12.000 cittadini di 12 Paesi del mondo, in merito a:
interesse sulle questioni ESG, anche a fronte di altre emergenze, come ad esempio l’aumento del costo della vita, e con quale priorità;
attesa della comunità verso la politica e le aziende e il giudizio sul loro operato;
aspettative dei dipendenti verso i propri datori di lavoro;
impatti delle azioni intraprese dalle aziende e le necessità che siano comunicate.

“Rispetto a quanto rilevato nella scorsa edizione dell’ESG Monitor, quest’anno notiamo una decisa ripresa dell’interesse degli italiani rispetto ai temi in questione – ha commentato Fiorenzo Tagliabue, Group CEO di SEC Newgate – Si tratta di una conferma dell’importanza della sostenibilità nell’agenda della comunità italiana, dopo il calo di interesse dell’anno scorso per effetto della guerra in Ucraina e dell’aumento del costo della vita. Istituzioni e imprese sono perciò chiamate a impegnarsi in maniera decisa su questi temi, dimostrando di essere in grado di ottenere risultati positivi a livello ambientale e sociale attraverso le proprie iniziative ed evitando, di conseguenza, fenomeni di greenwashing che incidono negativamente sulla reputazione”.

In Italia, più di 6 persone su 10 hanno una percezione negativa della direzione intrapresa dal Paese in termini di sostenibilità, nonostante nell’ultimo anno sia aumentata in modo significativo la percentuale di coloro che hanno un’opinione positiva al riguardo (dal 21% del 2022 al 39% del 2023).

Il 72% concorda poi sul fatto che le aziende dovrebbero affrontare in primis i temi rilevanti per i loro dipendenti e clienti, e comunicare in modo più trasparente i risultati del loro impegno in ambito ESG a consumatori e investitori. Nonostante ciò, solo il 7% degli italiani cercare spesso informazioni o fa ricerche sulle attività o sulle prestazioni ESG di un’azienda e il 49% dichiara di non fidarsi di quel che le aziende dichiarano sulle attività o performance ESG.

Come si sottolinea nel report, le questioni legate a ESG in Italia sono al 1° posto quando si tratta di scegliere gli alimenti (71%) e i prodotti alimentari da acquistare (69%), significativamente superiori rispetto al campione globale. Ma hanno un impatto rilevante anche sulle modalità di viaggio e intenzioni di voto (62% in entrambi i casi)

Sul fronte delle istituzioni, gli italiani ritengono che le priorità da affrontare siano un’assistenza sanitaria di qualità e a prezzi accessibili (38%), il miglioramento delle retribuzioni e delle condizioni dei lavoratori (30%) e la necessità di limitare la pressione del costo della vita (27%), le azioni di contrasto ai cambiamenti climatici. Ma sono in forte crescita le preoccupazioni riguardanti il grado di preparazione alle catastrofi naturali (+ 5%) e il rafforzamento della risposta alla violenza contro le donne (+3%): “priorità che si legano indissolubilmente alle problematiche ambientali e sociali che stanno caratterizzando le cronache del nostro Paese ormai da diverso tempo”. 

A livello mondiale, il bilancio tra percezione positiva e negativa rispetto alla direzione intrapresa dal proprio Paese in termini di sostenibilità è più equilibrato rispetto alla situazione italiana (49% vs 51%), mentre la quota di persone interessate alle questioni ESG è più bassa, pari al 67%. La Gen Y (i nati tra l’inizio degli anni ottanta e la metà degli anni novanta) è risultata significativamente più attenta rispetto alle altre (72% contro il 65%), ripercuotendosi sui comportamenti e sul modo in cui valutano le aziende in materia di ESG, in particolare quando prendono decisioni sul lavoro (58%) o quando effettuano investimenti (57%).

“I consumatori si aspettano un’autentica responsabilità sociale da parte delle imprese, chiamate ad analizzare attentamente il proprio impatto sulle persone e sul pianeta e a concentrarsi, a livello di comunicazione, sulle azioni ESG che contano di più per i consumatori – ha concluso Sue Vercoe, Managing Director di SEC Newgate Research e Partner di SEC Newgate Australia – Devono anche scegliere temi su cui hanno credibilità per parlare. Le persone vivono una vita frenetica e può essere una sfida riuscire a farsi capire e a essere credibili. La nostra ricerca mostra che c’è una strada da percorrere”.

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