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Edifici scolastici: la sicurezza sarà monitorata dai satelliti

Edifici scolastici

Secondo l’Anagrafe Nazionale dell’Edilizia Scolastica, su un patrimonio di circa 40.00 edifici scolastici che sono di competenza di vari enti, il 60% è stato costruito prima delle norme antisismiche, il 41% è situato in zone sismiche15.000 sono stabili. Di questi, quasi il 40% non possiede il collaudo statico delle strutture e, nonostante un Decreto del Ministero dell’Interno del 1992 avesse fissato al 1997 la prima scadenza per l’adeguamento alla norma di prevenzione incendi degli edifici scolastici, ad oggi neppure il 50 è in possesso del certificato di agibilità e/o quello di prevenzione incendi, anche se il possesso di tali certificazioni non garantisce che la struttura scolastica sia effettivamente sicura.

Il recente D. M. 21 marzo 2018, recante “Applicazione della normativa antincendio agli edifici e ai locali adibiti a scuole di qualsiasi tipo, ordine e grado, nonché’ agli edifici e ai locali adibiti ad asili nido”, non ha più dato proroghe e scadenze per l’adeguamento alla prevenzione incendi degli edifici scolastici, dettando le priorità da seguire nella programmazione degli interventi di adeguamento.

Inoltre, dal Dossier “Edilizia scolastica e sicurezza nelle scuole emerge che dal 2014 al 2017 sono stati investiti su questi capitoli 9 miliardi e 573 milioni di euro.

È giunto il momento che dopo 21 anni di tentativi si superi il perenne stato emergenziale con cui l’Italia affronta il problema della sicurezza degli edifici scolastici.

Il neo Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ha annunciato il 3 settembre 2018 l’avvio della mappatura satellitare degli edifici scolastici, che sarà il frutto di una collaborazione con l’ASI (Agenzia Spaziale Italiana) e il CNR (Consiglio Superiore delle Ricerche).

I nostri figli devono poter frequentare scuole sicure. È un loro diritto – ha sottolineato Marco Bussetti – Abbiamo dati ancora preoccupanti sugli edifici scolastici. Vuol dire che in questi anni non è stato fatto abbastanza. Sono stati stanziati soldi, ma senza mettere mano a quelle procedure farraginose che impediscono di far arrivare in fretta le risorse agli Enti locali proprietari degli edifici scolastici. È un problema che stiamo risolvendo con norme che semplificheranno le procedure e velocizzeranno la spesa”.

Ma per “intervenire al meglio e individuare le priorità ci servono anche dati ancora più precisi sulla condizione delle nostre scuole – ha aggiunto Bussetti – Per questo ho chiesto la collaborazione dell’ASI e del CNR per far partire una mappatura satellitare delle nostre scuole. Non è mai stato fatto”.

Attraverso il sistema COSMO-Skymed che misura lo spostamento degli immobili al decimo di millimetri, si potranno ottenere dai satelliti ASI dati che saranno trasmessi al CNR che ha le risorse umane e strumentali per elaborarli e dare un quadro dettagliato degli edifici scolastici, dando il via a verifiche e segnalazioni e accelerando i tempi dei controlli e dei conseguenti interventi di adeguamento.
Secondo il MIUR in un mese e mezzo si dovrebbero acquisire i primi dati.
Ringrazio i Presidenti di ASI e CNR, Roberto Battiston e Massimo Inguscio, per la collaborazione – ha concluso il Ministro Bussetti – Le eccellenze scientifiche del Paese si mettono al servizio della scuola e dei nostri ragazzi. Credo sia davvero una bella sinergia. Questo è fare sistema“.

Nei giorni scorsi il tema della sicurezza degli edifici scolastici, in particolare della sicurezza sismica, era stata al centro della lettera inviata dai Presidenti delle Regioni Umbria, MarcheLazio ed Abruzzo al titolare del dicastero, in cui si sollevano dubbi in merito alla bozza di Accordo quadro in materia di edilizia scolastica, elaborata in sede di tavolo tecnico ristretto

Il peso attribuito al criterio legato a livello di rischio sismico nella bozza di accordo, appena il 10% – sottolineano nella lettera congiunta i Presidenti Katiuscia MariniLuca CeriscioliNicola Zingaretti e Giovanni Lolli (Presidente vicario dopo le dimissioni di Luciano D’Alfonso) – sembrerebbe evidenziare un preoccupante calo dell’attenzione rispetto alle problematiche emerse a seguito del sisma, che ha colpito soltanto due anni fa le nostre regioni“.

Un dato, questo, contraddittorio – proseguono – rispetto ad un contesto in cui il tema della prevenzione e manutenzione di infrastrutture e strutture pubbliche è centrale nel dibattito per regioni come le nostre ancora alle prese con le conseguenze dell’emergenza sismica. Risulterebbero infatti, unitamente ad altre realtà regionali caratterizzate da vaste aree del territorio classificate come zone sismiche 1 e 2, particolarmente penalizzate da un riparto delle risorse troppo sbilanciato sul numero degli studenti e degli edifici scolastici“.

Occorre quindi a nostro avviso – concludono i Presidenti delle regioni del centro-Italia colpite dagli eventi sismici 2016-2017 – significa un peso non inferiore al 30 per cento“.

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