Energia

EASAC: “Non c’è sicurezza senza sicurezza energetica”

Un rapporto dell’EASAC evidenzia come la maggiore insicurezza energetica per l’Europa derivi dalla sua dipendenza dai combustibili fossili importati e che una transizione ben gestita verso un’energia nazionale sostenibile, investimenti infrastrutturali sulla rete e tecnologie innovative made in Europe può offrire un futuro sicuro e prospero.

Non c’è sicurezza senza sicurezza energetica”. Così William Gillett, Direttore del Programma Energia dell’EASAC ha riassunto il Rapporto Security of Sustainable Energy Supplies”, redatto da un gruppo di esperti nominati dalle Accademie membri dell’EASAC (European Academies Science Advisory Council), l’organismo che raggruppa 30 Accademie nazionali della scienze europee (l’Italia è rappresentata dall’Accademia Nazionale dei Lincei) e che si pone l’obiettivo di fornire informazioni indipendenti alla politica su argomenti di carattere scientifico che abbiano delle ripercussioni sociali, che evidenzia come la maggiore insicurezza per l’Europa derivi dalla sua dipendenza dai combustibili fossili importati, principalmente petrolio e gas, che espone il continente al ricatto geopolitico e lo rende economicamente vulnerabile. Solo una transizione ben gestita verso un’energia nazionale sostenibile e tecnologie innovative made in Europe può offrire un futuro sicuro e prospero.

Secondo i 27 Accademici che hanno contribuito alla redazione del Rapporto, le crescenti tensioni geopolitiche, unite all’elevata dipendenza da combustibili, materie prime e tecnologie importate, rappresentano una minaccia crescente per la sicurezza energetica europea. L’uso dell’energia come arma da parte di regimi autocratici attraverso interruzioni degli scambi commerciali, attacchi fisici alle infrastrutture e un numero crescente di attacchi informatici sta aumentando non solo il rischio di interruzioni delle forniture energetiche europee, ma anche i prezzi dell’energia, elevati e volatili, che stanno riducendo la fiducia degli investitori, mettendo a repentaglio la competitività delle industrie europee e spingendo milioni di famiglie europee vulnerabili verso la povertà energetica. Dall’attacco russo all’Ucraina, l’UE ha fatto molto per promuovere il processo di diversificazione delle sue forniture di gas, aumentando le importazioni di gas naturale liquefatto (GNL), soprattutto di GNL statunitense, spostando la dipendenza dalle importazioni di gas russo a quelle di un altro Paese terzo, con tutti i rischi associati.

Il Rapporto sottolinea l’urgente necessità di affrontare le crescenti minacce alla sicurezza energetica e spiega come ciò possa essere fatto accelerando la transizione verso l’energia sostenibile.
Il Green Deal e il recente Clean Industrial Deal, rappresentano le armi migliori dell’Europa nella lotta per proteggere la propria sovranità – ha sottolinea Paula Kivimaa, Co-presidente del gruppo di lavoro SoSES dell’EASAC – L’energia prodotta dall’eolico e dal solare non deve essere importata. Ogni investimento nell’energia sostenibile è un investimento nella nostra sicurezza. Al contrario, ogni euro che spendiamo in importazioni di energia è un euro perso in termini di capacità di difesa“.

Le principali raccomandazioni degli scienziati:
– L’efficienza energetica e l’economia circolare riducono la domanda, rendono le infrastrutture più resilienti e aumentano la disponibilità di materie prime.
– Abbandonare i combustibili fossili e passare a un’energia sostenibile, tra cui l’idrogeno rinnovabile per l’industria, riduce le dipendenze pericolose, nonché i costi dei cambiamenti climatici e della salute.
– I sistemi energetici decentralizzati rafforzano le comunità e le imprese locali. Aumentano anche la resilienza al sabotaggio e all’impatto climatico.
– L’espansione della produzione europea di tecnologie e sistemi chiave per l’energia sostenibile, come celle solari, turbine eoliche e batterie, non solo aumenta la sicurezza, ma contribuisce anche alla creazione di valore interno e stimola la crescita economica.

In particolare, viene sottolineata la necessità di investimenti nelle infrastrutture elettriche e nella flessibilità della rete, attraverso sistemi di accumulo, interconnessioni e gestione della domanda con tariffe dipendenti dal tempo. L’integrazione tra i settori dell’elettricità e del riscaldamento, unitamente all’integrazione del mercato, contribuirà a ridurre i costi di investimento complessivi della transizione energetica, nonché i costi e la sicurezza degli approvvigionamenti energetici futuri.

La gestione della flessibilità della rete sta diventando sempre più importante e deve essere governata utilizzando un mix di gestione della domanda, accumulo, generazione di backup e interconnettori. Sono disponibili diverse opzioni di accumulo per adattarsi alle condizioni locali dei diversi paesi europei, tra cui sistemi idroelettrici a pompaggio, batterie e sistemi di accumulo. di combustibili liquidi e gassosi sostenibili, sistemi di accumulo di calore e freddo integrati negli edifici e/o nei sistemi di teleriscaldamento e produzione di energia per combustibili liquidi o gassosi sostenibili.

Le misure di gestione della flessibilità per le reti elettriche includono la risposta alla domanda, lo stoccaggio, le interconnessioni e la generazione di riserva, insieme all’accoppiamento settoriale (Adattamento EASAC, sulla base di “Geopolitics of the energy transition. Energy security IRENA 2024).

La relazione invita, inoltre, l’UE a rafforzare la sicurezza informatica nel settore energetico e a effettuare valutazioni del rischio informatico sia a livello operativo che amministrativo.

Il recente blackout che ha colpito Spagna e Portogallo ha riacceso il dibattito sulla sicurezza energetica e sull’affidabilità delle rinnovabili. In attesa di conoscere i risultati dell’indagine in corso, escludendo l’attacco informatico gli esperti intervenuti in merito attribuiscono la causa più alla rete che alla produzione di energia da eolico e fotovoltaico, fonti non programmabili come noto, di cui Spagna e Portogallo hanno notevolmente aumentato la quota nel loro mix energetico, con benefici economici tanto che il prezzo dell’energia elettrica all’ingrosso il giorno dopo il black out era ancora, il più basso in Europa.

Peraltro l’analisi della Corte dei Conti europea (ECA) Preparare la rete elettrica dell’UE all’azzeramento delle emissioni nette”, pubblicata il 1° aprile 2025, aveva sottolineato una carenza di investimenti infrastrutturali delle rete elettrica dell’UE, in grado di integrare più energia da fonti rinnovabili e di adattarsi ad un’elettrificazione crescente, raccomandando di sviluppare ed estendere nuove soluzioni di stoccaggio, e il potenziamento delle interconnessioni tra i vari paesi dell’UE sarebbe di grande aiuto.

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