Secondo un nuovo Studio condotto dal prestigioso climatologo Kevin Trenberth, gli oceani del mondo si stanno riscaldando più rapidamente in due fasce che si estendono attorno al globo, una nell’emisfero meridionale e una in quello settentrionale. In entrambi gli emisferi le aree si trovano a circa 40 gradi di latitudine.
Gli oceani si stanno riscaldando più rapidamente in due fasce che si estendono intorno al globo: la prima, quella compresa tra 40-45° Lat. S, si sta riscaldando più velocemente, con effetti particolarmente pronunciati intorno alla Nuova Zelanda, alla Tasmania e alle acque atlantiche a est dell’Argentina; la seconda fascia si trova a circa 40° Lat. N, con effetti più significativi nelle acque a est degli Stati Uniti nell’Atlantico settentrionale e a est del Giappone nel Pacifico settentrionale.
È il risultato delloStudio “Distinctive Pattern of Global Warming in Ocean Heat Content”, pubblicato sul numero di maggio 2025 di Journal of Climate, rivista dell’American Meteorological Society (AMS) e condotto da un gruppo di ricercatori internazionali coordinati Kevin Trenberth, prestigioso climatologo che ha avuto un ruolo di primo piano nella maggior parte delle valutazioni scientifiche sui cambiamenti climatici condotte dall’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), Accademico onorario di Fisica all’Università di Auckland (Nuova Zelanda) e Distinguished Scholar del National Center of Atmospheric Research (NCAR) di Boulder, in Colorado.
Gli oceani sono essenziali per la regolazione del clima terrestre e per i cicli di energia, acqua e carbonio, con un impatto significativo sulla società umana. Il riscaldamento degli oceani sconvolge gli ecosistemi marini, aumenta i livelli atmosferici di vapore acqueo, un potente gas serra, e provoca tempeste più intense e piogge torrenziali che le accompagnano. Comprendere i cambiamenti nel contenuto di calore oceanico e monitorali in superficie e nei vari strati di profondità sta diventando sempre più importante con l’accelerazione del riscaldamento globale.
“È davvero sorprendente – ha dichiarato Trenberth – È insolito scoprire un andamento così particolare che emerge dai dati climatici“.

Secondo Trenberth e i suoi coautori (Lijing Cheng e Yuying Pan dell’Accademia cinese delle scienze, John Fasullo del NCAR e Michael Mayer dell’Università di Vienna e del Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine) le fasce di calore si sono sviluppate a partire dal 2005 parallelamente agli spostamenti verso i poli delle correnti a getto, i potenti venti che soffiano da ovest a est sulla superficie terrestre e i corrispondenti spostamenti delle correnti oceaniche.
Gli scienziati hanno elaborato un volume “senza precedenti” di dati atmosferici e oceanici per valutare fasce oceaniche di 1° di latitudine fino a una profondità di 2000 metri per il periodo dal 2000 al 2023. Le variazioni del contenuto di calore, misurate in zettajoule, sono state confrontate con una baseline del periodo 2000-2004.
Oltre alle due zone chiave, si sono verificati notevoli aumenti di calore nell’area compresa tra 10° di Lat. N e 20° di Lat. S, che include gran parte dei tropici. Tuttavia, l’effetto è stato meno marcato a causa delle variazioni causate dal modello climatico El Niño-Oscillazione Meridionale.
Il fenomeno amplifica l’innalzamento del livello del mare lungo le coste. Gli inoltre contribuisce ai cambiamenti del livello del mare. Gli andamenti lineari del livello del mare per il 2000-23 indicano che i maggiori cambiamenti si stanno verificando tra i 30 e i 50° di Lat. S nel Pacifico e nell’Atlantico, e a est del Giappone nel Pacifico settentrionale, coerenti con il Contenuto di Calore Oceanico (OHC).

Tendenze lineari del livello del mare (altezza della superficie del mare SSH), da altimetria satellitare (Fasullo e Nerem 2018), in mm y-1 dal 2000 al 2023,
“Ciò che è insolito è l’assenza di riscaldamento nelle zone subtropicali, vicino ai 20° di latitudine, in entrambi gli emisferi – ha osservato Trenberth- Nonostante quel che pensi Donald Trump, il clima sta cambiando a causa dell’accumulo di gas serra e la maggior parte del calore in eccesso finisce nell’oceano. Tuttavia, i risultati non sono affatto uniformi, come dimostra questa ricerca. È probabile che anche la variabilità naturale sia in gioco“.Tendenze lineari del livello del mare (altezza della superficie del mare SSH), da altimetria satellitare (Fasullo e Nerem 2018), in mm y-1 dal 2000 al 2023,
Immagine di copertina: Silas Baisch su Unsplash