Un’analisi compiuta dalla Corte dei conti europea (ECA) sulla situazione della rete elettrica dell’UE evidenzia che l’attuale ritmo di investimenti per la transizione energetica sono insufficienti, che tale fabbisogno può essere ridotto utilizzando tecnologie più intelligenti, reti più flessibili e coinvolgimento dei consumatori, trovando equilibrio tra investimenti e bollette economicamente accessibili.
Per rafforzare l’indipendenza energetica dell’UE e contrastare i cambiamenti climatici occorre disporre di una rete elettrica modernizzata, capace di integrare più energia da fonti rinnovabili e di adattarsi ad un’elettrificazione crescente. Affinché ciò sia possibile, l’UE deve fare di più.
La sollecitazione viene dalla Corte dei conti europea (ECA) che ha pubblicato il 1° aprile 2025 l’Analisi “Preparare la rete elettrica dell’UE all’azzeramento delle emissioni nette” che esamina la situazione delle reti elettriche dell’UE, le principali tendenze e politiche, e si individuano sfide ed opportunità per disporre di una rete pronta per l’azzeramento delle emissioni nette.
Negli ultimi anni, sono stati elaborati numerosi pacchetti legislativi e numerose iniziative per raggiungere gli obiettivi climatici ed energetici che l’UE si è prefissata. La guerra della Russia contro l’Ucraina ha aumentato la necessità di alternative al gas, compresa l’elettrificazione dell’economia dell’UE. Nel periodo di bilancio 2014-2020 sono stati resi disponibili circa 5,3 miliardi di euro di fondi UE per investimenti nella rete. Dal 2021 al 2027 detto importo è aumentato a circa 29,1 miliardi di euro, principalmente grazie al dispositivo per la ripresa e la resilienza (RRF), la principale fonte di finanziamento.
Ai fini dell’analisi, gli auditor della Corte hanno utilizzato informazioni di dominio pubblico e materiale appositamente raccolto. Hanno esaminato i piani di sviluppo della rete e analizzato i dati relativi alla capacità finanziaria dei gestori di rete. Hanno anche condotto visite di informazione in Germania ed Italia ed incontrato personale della Commissione, delle autorità nazionali di regolamentazione e altri portatori di interesse chiave, con l’intento di analizzare la situazione attuale, le migliori pratiche e le difficoltà.
“Gran parte della rete elettrica dell’UE è stata costruita nel secolo scorso: quasi metà delle linee di distribuzione ha più di 40 anni. Per garantire la competitività e l’autonomia dell’UE, occorrono infrastrutture moderne che possano sostenere la nostra industria e mantenere i prezzi accessibili – ha affermato Keit Pentus-Rosimannus, Membro della Corte responsabile dell’analisi – Si prevede che la domanda di energia elettrica nell’UE sarà più che raddoppiata entro il 2050; sono dunque inevitabili notevoli investimenti nella rete. Bisogna però utilizzare ogni strumento disponibile per ridurre al minimo il fabbisogno d’investimenti: nuove tecnologie, soluzioni di stoccaggio e reti più flessibili possono tutte contribuire a tenere bassi i costi”.

Gli investimenti su vasta scala nella rete sono fondamentali per modernizzare la rete elettrica dell’UE che invecchia, sottolinea la Corte, e sostenere la transizione dalle energie basate sul carbonio a quelle verdi. I piani d’investimento dei gestori di rete, se l’attuale ritmo continuerà, ammonteranno in totale a 1.871 miliardi di euro tra il 2024 e il 2050. Si tratta di una cifra inferiore al fabbisogno d’investimenti stimato dalla Commissione UE, che va dai 1.994 ai 2.294 miliardi di euro. La modernizzazione dovrebbe accelerare, ma è ostacolata da una carente pianificazione delle reti, da lunghe procedure di autorizzazione e dalla scarsa accettazione da parte del pubblico, nonché da carenza di attrezzature, materiali e manodopera qualificata. La Corte indica misure di attenuazione, quali un miglior coordinamento ed una migliore integrazione delle pratiche di pianificazione delle reti, la razionalizzazione delle autorizzazioni e l’impiego di tecnologie moderne.
Ottimizzare il sistema elettrico può contribuire a ridurre il fabbisogno d’investimenti, osserva la Corte. La pressione sulla rete può essere allievata adattandosi in modo più flessibile alle fluttuazioni giornaliere, settimanali e stagionali del consumo e della produzione di energia, riducendo così la necessità di espandere la rete su vasta scala. La tecnologia offre molte opportunità in quest’ambito: ad esempio, sviluppare ed estendere nuove soluzioni di stoccaggio, anche se alcune opzioni possono ancora essere troppo costose. Anche il potenziamento delle interconnessioni tra i vari paesi dell’UE sarebbe di grande aiuto. Strumenti quali i contatori intelligenti possono consentire di ridurre i picchi della domanda, ma la loro diffusione è ancora lenta in alcuni Stati membri. In aggiunta, i consumatori che producono energia elettrica localmente e le comunità energetiche che producono e consumano energia elettrica collettivamente possono svolgere un ruolo importante.
Tra gli esempi di modernizzazione e potenziamento delle connessioni viene citato il Progetto Hypergrid, il Piano di TERNA, il Gruppo italiano porta avanti le attività di pianificazione, sviluppo e manutenzione della rete, da 11 miliardi di euro per modernizzare e potenziare le connessioni tra le due metà del Paese: il Nord dove vengono consumati i due terzi della produzione energetica; il Sud che genera la maggior parte di energia da rinnovabili. Il progetto raddoppierà quasi la capacità di scambio, facendola passare da 16 GW a oltre 30 GW, mediante la modernizzazione delle linee elettriche con tecnologia a corrente continua ad alta tensione e l’aggiunta di nuove connessioni sottomarine.

L’ECA sottolinea che i quadri normativi sono cruciali per le decisioni di investimento. Le modalità di finanziamento sono particolarmente importanti, dato che alcuni gestori si trovano ad affrontare un aumento dei rischi di credito e faticano a reperire i fondi necessari per gli investimenti iniziali. La normativa determina inoltre il guadagno e la remunerazione dei gestori. Di solito, agli utenti vengono addebitate tariffe di rete, che generalmente consentono ai gestori di ottenere un utile sui loro investimenti nella rete, coprendo al contempo anche l’ammortamento degli attivi e le spese operative. Tuttavia, è difficile trovare un equilibrio tra soddisfare il fabbisogno di investimenti e garantire che le bollette dell’energia elettrica restino ad un livello economicamente accessibile per i consumatori, specie per le famiglie e le industrie ad alta intensità energetica. È difficile prevedere l’impatto di lungo periodo che avranno sulle bollette dell’energia elettrica gli investimenti nella rete e l’integrazione delle fonti rinnovabili (oltre alle tariffe di rete, le bollette includono imposte ed il costo dell’energia elettrica stessa).
Foto di copertina: Aldward Castillo su Unsplash