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Earth Overshoot Day 2018: quest’anno anticipa al 1° agosto 2018

earth overshoot 2018

Il 1° agosto 2018 è l’Earth Overshoot Day, il giorno in cui l’umanità entra in debito ecologico, avendo finito di consumare tutte le risorse che il nostro Pianeta è in grado di produrre nell’anno.

A calcolare la data della giornata è il Global Footprint Network, un’Organizzazione di ricerca internazionale, sulla base dell’indicatore ambientale “impronta ecologica” che misura la domanda mondiale di risorse, confrontandola con la biocapacità della Terra di rigenerarle in un anno. Per soddisfare l’attuale domanda dell’umanità occorrerebbero 1,7 Terre.

Ogni anno, l’Earth Overshoot Day cade sempre prima nel calendario (nel 2017 è stato il 2 agosto). Questo succede a partire dai primi anni ’70, quando l’umanità ha iniziato a vivere in deficit ecologico, i cui effetti stanno diventando sempre più evidenti in forma di deforestazioneerosione del suoloperdita degli habitat naturali e della biodiversitàaccumulo di CO2 nell’atmosfera e cambiamenti climatici.

Ma non tutti gli uomini depredano con la stessa intensità. Se l’intera popolazione globale vivesse come gli statunitensi, servirebbero 5 Terre per soddisfarne i bisogni; 4,1 Terre se tutti avessero lo stile di vita degli australiani, 3,5 dei sudcoreani, 3,3 dei russi, 3 dei tedeschi e così via. L’Italia, nella classifica dei Paesi più famelici, è al 10° posto: se tutti vivessero come noi, servirebbero 2,6 Pianeti per alimentarsi, tant’è che per noi italiano l’overshoot day è caduto il 24 maggio 2018 .
Viceversa ci sono altri Stati che come l’India e l’Etiopia che si fermano allo 0,7.

Oggi potrebbe non sembrare diverso da ieri, dal momento che c’è ancora lo stesso cibo nel frigorifero – ha affermato l’Amministratore delegato del Global Footprint Network, Mathis Wackernagel – Ma gli incendi imperversano negli Stati Uniti occidentali. Dall’altra parte del mondo, i residenti di Città del Capo hanno dovuto dimezzare il consumo di acqua dal 2015. Queste sono le conseguenze del saccheggio del ‘capitale’ ecologico del nostro solo ed unico Pianeta. Le nostre economie stanno attuando uno schema Ponzi con il nostro Pianeta [ndr: lo “schema Ponzi” è un modello economico di vendita truffaldino che promette forti guadagni alle vittime a patto che queste reclutino nuovi “investitori”, a loro volta vittime della truffa]. Stiamo utilizzando le risorse future della Terra per operare nel presente e scavare più a fondo nel nostro debito ecologico. È tempo di mettere fine a questo schema ecologico Ponzi e sfruttare la nostra creatività e ingegnosità per creare un futuro prospero senza combustibili fossili e distruzione planetaria“.

Sebbene l’86% della popolazione mondiale viva in un Paese con un deficit ecologico, i dati più recenti delle impronte ecologiche nazionali, osserva l’Organizzazione, rivelano alcuni segnali incoraggianti nello sforzo di spostare indietro l’Earth Overshoot Day.

L’impronta ecologica pro capite per i Paesi ad alto reddito è diminuita del 12,9% dal 2000. Alcuni dei Paesi con il maggior calo dal 2000 sono: Singapore (-32,1%), Bahamas (-26,2%), Danimarca (-19,0%); Stati Uniti (-18,4%), Regno Unito (-16,6%) e Francia (-15,5%). Dal 2000 al 2014, la Germania ha registrato un calo dell’8% nell’impronta ecologica pro capite e un calo del 2,5% dal 2013 al 2014. La componente di carbonio dell’impronta ecologia tedesca è diminuita del 6,2% dal 2013 al 2014.

L’impronta ecologica della Cina è diminuita dello 0,3% dal 2013 al 2014 dopo un aumento costante dal 2000. E l’impronta ecologica cinese pro capite è diminuita dello 0,8% tra il 2013 e il 2014. Il calo deriva in parte da una diminuzione dell’impronta di carbonio totale del Paese dello 0,7% e di quella individuale dell’1,2%, dal 2013 al 2014.

Per sensibilizzare l’opinione pubblica globale e ridurre il proprio impatto spostando indietro la famigerata data, Global Footprint Network ha approntato il Footprint Calculator, ma esiste una versione italiana, grazie alla collaborazione con la Fondazione Monte dei Paschi di Siena, che permette di misurare l’impronta ecologica di un individuo, suggerendo soluzioni di sostenibilità e incitandolo a condividere questi risultati sui social media con l’hashtag #MoveTheDate.

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