Malattie e cure Salute

Colesterolo buono (HDL): potrebbe non essere sempre buono

colesterolo buono HDL

di Fabio Bastianelli

I fattori post-menopausali potrebbero avere un impatto sulle qualità cuore-protettive delle lipoproteine ​​ad alta densità (HDL), il cosiddetto colesterolo buono, secondo i risultati dello Studio “HDL (High-Density Lipoprotein) Metrics and Atherosclerotic Risk in Women”, condotto da ricercatori dell’Università di Pittsburg – Graduate School of Public Health e pubblicato su Arteriosclerosis, Thrombosis, and Vascular Biology, Rivista dell’American Heart Association (AHA).

Di norma il colesterolo buono (HDL) tempera gli effetti negativi del colesterolo cattivo (LDL) che, accumulandosi in placche a livello delle arterie, favorisce la comparsa di ictus e infarti. Tuttavia, i ricercatori hanno scoperto che durante la menopausa questo ruolo positivo cessa e l’effetto protettivo del colesterolo buono viene meno.

I risultati del nostro studio sono particolarmente interessanti sia per il pubblico che per i medici perché il colesterolo totale HDL è ancora usato per predire il rischio di malattie cardiovascolari – ha affermato Samar R. El Khoudary, Professoressa associata al Dipartimento di Epidemiologia dell’Università di Pittsburgh e principale autrice dello Studio –  Questo studio conferma il nostro precedente lavoro su un altro gruppo di donne e suggerisce che i medici dovrebbero dare un’occhiata più da vicino al tipo di HDL nelle donne di mezza età e quelle più anziane, perché un livello elevato di colesterolo HDL potrebbe non essere sempre protettivo nelle donne in post-menopausa, contrariamente a quanto finora creduto. Un livello alto di colesterolo totale HDL nelle donne in post-menopausa potrebbe mascherare un rischio significativo di malattie cardiache che dobbiamo ancora capire”.

Il gruppo di ricercatori ha esaminato 1.138 donne statunitensi di età compresa tra 45 e 84 che fanno parte dello studio multietnico sull’aterosclerosi (MESA), e hanno constatato che quelle con i più alti livelli di HDL erano anche quelle che mostravano “placche” nelle loro arterie carotidee, concludendo  che un elevato livello di colesterolo buono non preserva dal rischio di malattie cardiache nelle donne in post-menopausa, anche se “non è necessariamente un male”, ha sottolineato la El Khoudary.

È nel periodo successivo alla menopausa che la qualità dell’HDL tende a ridursi aumentando la possibilità per le donne di sviluppare aterosclerosi o malattie cardiovascolari. Man mano che le donne si allontanano da quel periodo, la qualità dell’HDL può essere ripristinata, rendendo di nuovo il colesterolo buono cardio-protettivo.

Le donne mentre attraversano la menopausa sono soggette a una serie di cambiamenti fisiologici negli ormoni sessuali, nei lipidi, nell’accumulo di grasso addominale e attorno al cuore. Gli autori ipotizzano che la diminuzione di estrogeni, un ormone sessuale protettivo da cardiopatie, insieme ad altri cambiamenti metabolici, possa provocare uno stato di infiammazione capace di modificare le caratteristiche del colesterolo buono.

“In studi precedenti abbiamo constatato una relazione inaspettata tra colesterolo HDL e donne in post-menopausa – ha aggiunto la El Khoudary – ma non avevamo approfondito l’indagine”.

È importante, sottolineano i ricercatori, guardare il quadro generale, Se, per esempio, una donna è di peso normale, svolge attività fisica e non ha fattori di rischio cardiaco come l’alto livello colesterolo LDL (quello “cattivo”) o il diabete, l’alto livello di HDL “probabilmente non è qualcosa di cui preoccuparsi”, ha sottolineato la El Khoudary.

Sono stati osservati il ​​numero e la dimensione delle particelle di HDL e il colesterolo totale trasportato dalle particelle di HDL. Diversamente dal colesterolo HDL, una maggiore concentrazione di particelle HDL totali era associata a un minor rischio di aterosclerosi. Inoltre, avere un alto numero di piccole particelle di HDL è risultato benefico per le donne in post-menopausa.

Determinante per comprendere la stato di salute cardiovascolare di queste donne – ha aggiunto Matthew Budoff, Cardiologo del Biomedical Research Institute di Los Angeles e co-autore dello Studio – è l’identificazione del corretto metodo per misurare l’attività del colesterolo buono”.

Guarda il video realizzato da UPMC (University of Pittsburgh Medical Center)

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