Due briefing dell’Agenzia europea dell’ambiente (AEA) analizzano gli sviluppi dei consumi delle famiglie in Europa e esaminano le opportunità per renderli più circolari e sostenibili, dal momento che la maggior efficienza di produzione è improbabile che li porti a un livello di sostenibilità, senza una trasformazione più profonda dei modelli di consumo.
Il consumo non sostenibile UE e altrove è uno dei principali motori del cambiamento climatico, della perdita di biodiversità e dell’inquinamento. Nonostante i guadagni di efficienza nella produzione abbiano ridotto alcuni impatti ambientali, è improbabile che da soli portino il consumo europeo a un livello sostenibile. Sarà necessaria una trasformazione più profonda dei modelli di consumo.
Sono le considerazioni che emergono dai 2 briefing che l’Agenzia Europea dell’Ambiente (AEA), ha pubblicato il 13 giugno 2023, e che analizzano, supportati dal più dettagliato Rapporto del Centro tematico europeo sull’economia circolare e sull’uso delle risorse (ETC CE), che gli sviluppi dei volumi di consumo in Europa e esaminano le opportunità per rendere i consumi delle famiglie più circolari e sostenibili.
Il primo briefing “Environment and climate pressures from household consumption in Europe” mostra le tendenze dei consumi delle famiglie in Europa dal 2000 al 2019 e le conseguenti pressioni ambientali e climatiche da ogni fase del ciclo di vita di un prodotto (catena del valore), inclusi estrazione delle risorse, produzione e lavorazione, trasporto, consumo e gestione dei rifiuti.

Ne emerge che:
– I volumi dei consumi delle famiglie nell’UE sono aumentati di oltre un quarto (26%) tra il 2000 e il 2019, in particolare sono cresciuti di ben il 47% quelli del settore dei consumi di beni e servizi per la casa (apparecchiature domestiche, elettrodomestici e tecnologie dell’informazione e della comunicazione – TIC e del 43% per il consumo di servizi (sanità, istruzione, finanza, tempo libero e altro).
– Tre grandi aree di consumo sono responsabili di circa i tre quarti dei consumi delle famiglie dell’UE: cibo, alloggio e servizi. Le restanti aree di consumo sono abbigliamento e calzature, mobilità, beni e servizi per la casa.
– Le pressioni dei consumi delle famiglie dell’UE sull’uso di acqua, terra e materiali sono aumentate o sono rimaste relativamente stabili dal 2000 al 2019. Le pressioni sui gas a effetto serra e altre emissioni atmosferiche sono diminuite in varia misura. Poiché i livelli di consumo continuano ad aumentare, ci si domanda per quanto tempo gli aumenti di efficienza riusciranno a compensare la crescita dei consumi.
– Le pressioni ambientali e climatiche e gli impatti dei consumi si accumulano nel corso degli anni e molti ecosistemi sono ora sotto pressione oltre la loro capacità di rigenerazione. L’evidenza scientifica suggerisce che le pressioni associate ai consumi in Europa sono così elevate che la capacità del Pianeta di riprendersi è seriamente compromessa.
Il secondo briefing “Conditions and pathways for sustainable and circular consumption in Europe” analizza le condizioni e i percorsi per cambiare i consumi in Europa al fine di garantire un buon vivere a tutti entro i limiti del pianeta e come un’economia circolare può supportare questo cambiamento.
L’AEA ricorda che un obiettivo politico dell’UE in materia di consumo, come espresso nell’8° Programma d’azione per l’ambiente (8PPA), richiede una significativa riduzione dell’impronta di consumo dell’UE per limitare gli impatti relativi entro i confini planetari sicuri. Ciò richiede cambiamenti più profondi nei consumi. I guadagni di efficienza incrementali e le pressioni di disaccoppiamento dalla crescita economica da sole non sono sufficienti per ridurre l’attuale crisi climatica, l’esaurimento delle risorse, la perdita di biodiversità e l’inquinamento. Serve piuttosto una significativa riduzione dei livelli assoluti delle pressioni ambientali complessive affinché gli impatti che esse provocano non causino danni irreversibili agli ecosistemi naturali.
Un‘economia più circolare in Europa, ottenuta attraverso azioni politiche, modelli di business circolari e cambiamenti nei modelli di consumo, ha il potenziale per ridurre le pressioni ambientali e climatiche e gli impatti dei nostri consumi, attraverso percorsi mirati a:
– consumare in modo diverso passando a opzioni a minore intensità di materiali e utilizzando materiali rinnovabili o riciclati;
– consumare meno attraverso, ad esempio, una maggiore durata del prodotto o attraverso modelli di condivisione in grado di ridurre la domanda di nuovi prodotti;
– ampliare la progettazione di prodotti circolari che consentano un consumo circolare e riducano l’impatto ambientale.
In copertina: © Volker Sander, Sustainably Yours/EEA