Il Rapporto 2023 Global Climate Highlights del Servizio UE per il cambiamento del clima (C3S) conferma che l’anno appena trascorso è stato l’anno più caldo da quando esistono le rilevazioni delle temperature, arrivando vicinissimo al limite di 1,5 °C stabilito dall’Accordo di Parigi (1,48 °C rispetto al livello preindustriale 1850-1900) che potrebbe essere superato in un periodo di 12 mesi che termina a gennaio o febbraio 2024.
Le temperature globali hanno raggiunto livelli eccezionalmente elevati nell’anno appena trascorso, soprattutto dal mese di giugno, che hanno portato il 2023 a diventare l’anno più caldo mai registrato, superando di gran lunga il precedente anno record del 2016.
La conferma, non inaspettata, è arrivata dal Rapporto 2023 Global Climate Highlights del Copernicus Climate Change Service (C3S), il Servizio per il Cambiamento Climatico dell’UE, implementato dal Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine (ECMWF), e presentato nel corso di una Conferenza stampa online il 9 gennaio 2024.
Ne emerge che nel 2023 l’aumento della temperatura media globale è arrivata vicinissima al limite di 1,5 °C stabilito dall’Accordo di Parigi (1,48 °C rispetto al livello preindustriale 1850-1900), che potrebbe essere superato in un periodo di 12 mesi che termina a gennaio o febbraio 2024.
“Sapevamo, grazie al lavoro del programma Copernicus per tutto il 2023, che oggi non avremmo ricevuto buone notizie -ha dichiarato Mauro Facchini, Capo dell’Osservazione della Terra presso la Direzione Generale per l’Industria della Difesa e lo Spazio della Commissione UE – Ma i dati annuali qui presentati forniscono un’ulteriore prova del crescente impatto dei cambiamenti climatici. L’Unione Europea, in linea con la migliore scienza disponibile, ha concordato una riduzione delle emissioni del 55% entro il 2030 – oggi mancano solo 6 anni. La sfida è chiara. Il Programma Copernicus, sostenuto dalla Commissione europea, è uno dei migliori strumenti disponibili per guidare le nostre azioni per il clima, mantenerci in linea con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi e accelerare la transizione verde”.
Il rapporto, basato principalmente sul set di dati di rianalisi ERA5, presenta una sintesi generale degli estremi climatici più rilevanti del 2023 e dei principali fattori che li determinano, come le concentrazioni di gas serra, El Niño e altre variazioni naturali.
I principali risultati
Le temperature superficiali dell’aria a livello globale:
– Il 2023 si conferma come l’anno solare più caldo mai registrato nei dati di temperatura globale registrati a partire dal 1850.
– Nel 2023 la temperatura media globale è stata di 14.98 °C, 0.17 °C in più rispetto al precedente valore annuale più alto del 2016.
– Il 2023 è stato più caldo di 0.60 °C rispetto alla media del periodo compreso tra il 1991 e il 2020 e di 1.48 °C rispetto al livello preindustriale del 1850-1900.
– È probabile che un periodo di 12 mesi che termina a gennaio o febbraio 2024 superi di 1.5 °C il livello preindustriale.
– Il 2023 segna la prima volta nella storia che ogni giorno di un anno ha superato di 1°C il livello preindustriale del periodo compreso tra il 1850 e il 1900. Quasi il 50% dei giorni è stato più caldo di 1.5 °C rispetto al livello del periodo tra il 1850 e il 1900 e due giorni di novembre sono stati, per la prima volta, più caldi di 2 °C.
– Le temperature medie annuali dell’aria sono state le più calde mai registrate, o quasi, in parti consistenti di tutti i bacini oceanici e di tutti i continenti, ad eccezione dell’Australia.
– Ogni mese da giugno a dicembre del 2023 è stato più caldo del corrispondente mese dell’anno precedente.
– Luglio e agosto 2023 sono stati i due mesi più caldi mai registrati. Anche l’estate boreale (giugno-agosto) è stata la stagione più calda mai registrata.
– Il mese di settembre 2023 è stato il mese con una deviazione della temperatura al di sopra della media del periodo compreso tra il 1991 e il 2020 maggiore di qualsiasi altro mese del dataset ERA5.
– Dicembre 2023 è stato il dicembre più caldo mai registrato a livello globale, con una temperatura media di 13.51°C, 0.85°C al di sopra della media del periodo compreso tra il 1991 e il 2020 e 1.78°C al di sopra del livello compreso tra il 1850 e il 1900 per lo stesso mese.
La temperatura superficiale dell’oceano:
– Le temperature medie globali della superficie del mare (SST) sono rimaste persistentemente e insolitamente alte, raggiungendo livelli record per il periodo dell’anno che va da aprile a dicembre.
– Il 2023 ha visto una transizione verso El Niño. Nella primavera del 2023, La Niña si è conclusa e le condizioni di El Niño hanno iniziato a svilupparsi, con la dichiarazione dell’OMM dell’inizio di El Niño all’inizio di luglio.
– Le alte SST nella maggior parte dei bacini oceanici, e in particolare nell’Atlantico settentrionale, hanno giocato un ruolo importante nel record delle SST globali.
– Le SST senza precedenti sono state associate a ondate di calore marino in tutto il mondo, comprese parti del Mediterraneo, del Golfo del Messico e dei Caraibi, dell’Oceano Indiano e del Pacifico settentrionale e di gran parte dell’Atlantico settentrionale.
La temperatura europea:
– Il 2023 è stato il secondo anno più caldo per l’Europa, con 1.02 °C al di sopra della media del periodo compreso tra il 1991 e il 2020, 0.17°C più freddo del 2020, l’anno più caldo registrato.Nel corso del 2023, le temperature in Europa sono state superiori alla media per 11 mesi e settembre è stato il più caldo nella storia dei dati.
– L’inverno europeo 2022-2023 (dicembre 2022 – febbraio 2023) è stato il secondo più caldo mai registrato.
– La temperatura media dell’estate europea (giugno-agosto) è stata di 19.63°C, con un aumento di 0.83°C rispetto alla media, ed è stata la quinta più calda d’Europa mai registrata.
– L’autunno europeo (settembre-novembre) ha registrato una temperatura media di 10.96°C, pari a 1.43°C sopra la media. Questo ha fatto sì che l’autunno sia stato il secondo più caldo di sempre, appena 0.03°C in meno rispetto all’autunno 2020.
Ulteriori punti salienti:
– Il 2023 è stato eccezionale per il ghiaccio marino antartico: in 8 mesi ha raggiunto estensioni minime da record per il corrispondente periodo dell’anno. Sia l’estensione giornaliera che quella mensile hanno raggiunto i minimi storici nel febbraio 2023.
– L’estensione del ghiaccio marino artico al suo picco annuale di marzo è stata tra le quattro più basse per quel periodo dell’anno nella documentazione satellitare. Il minimo annuale a settembre è stato il sesto più basso.
– Le concentrazioni atmosferiche di anidride carbonica e metano hanno continuato ad aumentare e hanno raggiunto livelli record nel 2023, raggiungendo rispettivamente 419 ppm e 1902 ppb. Le concentrazioni di anidride carbonica nel 2023 sono state superiori di 2.4 ppm rispetto al 2022 e le concentrazioni di metano sono aumentate di 11 ppb.
– In tutto il mondo sono stati registrati numerosi eventi estremi, tra cui ondate di calore, inondazioni, siccità e incendi. Le emissioni globali di carbonio stimate per gli incendi nel 2023 sono aumentate del 30% rispetto al 2022, soprattutto a causa degli incendi persistenti in Canada.
“Gli eventi estremi che abbiamo osservato negli ultimi mesi testimoniano in modo drammatico quanto siamo lontani dal clima in cui si è sviluppata la nostra civiltà – ha commentato Carlo Buontempo, Direttore del servizio del C3S – Ciò ha profonde conseguenze per l’Accordo di Parigi e per tutti gli sforzi umani. Se vogliamo gestire con successo il nostro portafoglio di rischi climatici, dobbiamo urgentemente decarbonizzare la nostra economia, utilizzando i dati e le conoscenze sul clima per prepararci al futuro”.