La sessione della Conferenza delle Parti della Convenzione sulla Biodiversità (CBD-COP16.2), tenutasi a Roma (Sede FAO, 25-27 febbraio), dopo la sospensione della sessione di Cali (Colombia) a fine 2024, l’attenzione si è concentrata su una serie di decisioni chiave per le quali non era stato raggiunto un consenso, tra cui il finanziamento della biodiversità, la pianificazione, il monitoraggio, la rendicontazione, la revisione, e il quadro di monitoraggio per misurare i progressi verso gli obiettivi e i target del Kunming-Montreal Global Biodiversity Monitoring Framework (KMGBF). Contestualmente, è stato lanciato il Cali Fund per la giusta ed equa condivisione dei benefici derivanti dall’uso delle informazioni sulle sequenze digitali delle risorse genetiche.
– I Governi hanno concordato una strategia di mobilitazione delle risorse che stabilirà un sistema permanente per il meccanismo finanziario della Convenzione sulla diversità biologica e mobiliterà la combinazione di strumenti finanziari necessari per colmare il divario finanziario in materia di biodiversità.
– Le Parti hanno migliorato i meccanismi di pianificazione, monitoraggio, rendicontazione e revisione necessari per effettuare la misurazione attuativa del Quadro globale sulla biodiversità di Kunming Montreal (KMGBF).
– Il Fondo Cali sulla condivisione dei benefici derivanti dalle informazioni sulla sequenza digitale delle risorse genetiche, è stato avviato, aprendo un nuovo capitolo nella mobilitazione dei finanziamenti privati per la biodiversità.
Sono le principali conclusioni della Conferenza delle Parti della Convenzione ONU sulla Biodiversità (CBD-COP16.2) che si è tenuta presso la sede della FAO (Roma 25-27 febbraio 2025), dopo che a Cali (Columbia) non era stato raggiunto un Accordo sulla “Strategia per la mobilitazione delle risorse”, per attuare i 23 target al 2030 fissati nel Quadro Globale per la Biodiversità (GBF) di Kunming-Montreal.
“Questi giorni di lavoro a Roma hanno dimostrato l’impegno delle Parti a portare avanti l’attuazione del Quadro Globale sulla Biodiversità – ha affermato Susana Muhamad, Ministro dimissionario dell’Ambiente e dello Sviluppo Sostenibile e Presidente della COP16 – Questa Presidenza riconosce lo sforzo collettivo per raggiungere il consenso sulle questioni chiave lasciate in sospeso a Cali. Apprezziamo la disponibilità di tutti i Paesi e del Segretariato della Convenzione per il loro impegno nel continuare a rafforzare l’agenda globale sulla biodiversità. Solo lavorando insieme possiamo rendere la Pace con la Natura una realtà”.
Dopo intensi negoziati, i delegati di 150 Paesi hanno concordato una via da seguire in termini di risorse al fine di colmare il divario finanziario globale per la biodiversità e raggiungere l’obiettivo di mobilitare almeno 200 miliardi di dollari all’anno entro il 2030, di cui 20 miliardi di dollari l’anno in flussi internazionali entro il 2025, che saliranno a 30 miliardi di dollari entro il 2030.
Come si legge nel Documento finale, c’è l’impegno a stabilire modalità permanenti per il meccanismo finanziario, conformemente agli articoli 21 e 39 della Convenzione, lavorando contemporaneamente per migliorare gli strumenti finanziari esistenti. Vengono delineati i princìpi principali e i passaggi che daranno forma all’evoluzione di questi strumenti finanziari esistenti e di eventuali altri che potranno essere creati. Inoltre, è stata fissata una tabella di marcia delle attività e delle tappe fondamentali del processo decisionale delle COP17 -18 – 19 da oggi fino al 2030.
“I risultati di questo incontro dimostrano che il multilateralismo funziona e che è il veicolo per costruire i partenariati necessari per proteggere la biodiversità e portarci verso la pace con la natura – ha affermato a sua volta la Segretaria esecutiva della Convenzione sulla Diversità Biologica, Astrid Schomaker – Ora abbiamo il chiaro mandato di attuare gli articoli 21 e 39. Mentre operiamo sull’uno e implementiamo l’altro, sostenendo gli elementi per la mobilitazione delle risorse, il mondo si sarà dato i mezzi per chiudere il gap finanziario sulla biodiversità”.
Meccanismo di pianificazione, monitoraggio, reporting e revisione (PMRR): responsabilità e trasparenza nel modo in cui il mondo misura i progressi per il KMGBF.
Le Parti hanno ulteriormente rafforzato il quadro di monitoraggio per il KMGBF, concordato alla COP 15, essenziale per l’attuazione del quadro perché fornisce i parametri comuni che le Parti utilizzeranno per misurare i progressi rispetto ai 4 obiettivi e 23 target del KMBGF. Alla COP16.2 le Parti hanno concordato le modalità per misurazione gli indicatori. Ciò garantirà che tutte le Parti monitorino i progressi in modo che possa essere interpretato univocamente dai politici nazionali e fornirà dati che potranno essere aggregati a livello globale fornire l’attuazione del KMGBF.
Le Parti hanno inoltre preso decisioni importanti sui progressi nell’attuazione del KMGBF che saranno riesaminati alla COP17 come parte del previsto bilancio globale. Hanno determinato quali impegni potranno essere assunti da nuovi attori diversi dai governi nazionali da includere nel PMRR Mechanism (il meccanismo per segnalare e verificare i progressi sulle National Biodiversity Strategies and Action Plans -NBSAP), compresi gli impegni dei giovani, delle donne, delle popolazioni indigene e comunità locali, la società civile, il settore privato e i governi subnazionali. Inoltre, le Parti hanno concordato come riferiranno sui progressi compiuti a livello nazionale, compreso l’utilizzo di indicatori, nel raggiungimento degli obiettivi, e dei target del KMGBF.
Cooperazione, Programma Pluriennale di Lavoro (MYPOW), Nomina del Segretario Esecutivo
Le Parti hanno concluso i lavori della COP16.2 con un Accordo su:
– modalità in cui la Convenzione coopera e si articola con le parti interessate; accordi multilaterali ambientali (MEA) e con le altre organizzazioni;
– discussione del Programma di lavoro pluriennale (MYPoW,) alla COP17;
– condizioni relative alla nomina del Segretario Esecutivo.
La riunione della Conferenza delle Parti che funge da riunione delle Parti (COP-MPO del Protocollo di Nagoya sull’accesso e la condivisione dei benefici ha inoltre preso atto della decisione 16/2 della Conferenza di adottare le modalità per rendere operativo il meccanismo multilaterale per la giusta ed equa condivisione dei benefici derivanti dall’uso delle informazioni digitali sulla sequenza delle risorse genetiche, incluso il Fondo di Cali.
Il Fondo di Cali per la giusta ed equa condivisione dei benefici derivanti dall’uso della sequenza digitale Informazioni sulle risorse genetiche (DSI)
Nel corso della COP16.2 di Roma, il 26 febbraio è stato lanciato Il Cali Fund-per la condivisione più equa dei beneficiche derivano dall’uso delle informazioni di sequenza digitale sulle risorse genetiche (DSI) che si ottengono attraverso il sequenziamento del DNA. Facendo leva sui finanziamenti del settore privato, il Fondo inaugura una nuova era per il finanziamento della biodiversità. Le Aziende che fanno uso commerciale dei dati dovranno contribuire al finanziamento di questo Fondo, il 50% del quale è destinato alle popolazioni indigene e comunità locali, riconoscendo il loro ruolo di custodi della biodiversità. La ratifica nazionale degli impegni finanziari avverrà entro settembre 2025, l’avvio operativo del Fondo nel 1° trimestre 2026 e il 1° rapporto globale sullo stato di attuazione nel 2027.
“Come tutti sappiamo, più della metà del PIL globale dipende dalla Natura, e quindi i dati genetici forniscono quella quota crescente in settori come energia, cibo, sostentamento, sicurezza, medicina e tutti questi utilizzano l’intelligenza artificiale in biologia – ha dichiarato Elizabeth Mrema. Vicepresidente dell’UNEP – Ma la corsa alla miniera d’oro dei dati genetici non deve lasciare indietro le comunità che proteggono queste preziose risorse naturali, ed è qui che il Cali Fund diventa un vero punto di svolta, sostenendo quei paesi ricchi di biodiversità e le comunità indigene le cui risorse genetiche e conoscenze tradizionali contribuiscono al progresso scientifico“.