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Aziende agrituristiche: aumentano di numero e per produzione

L’Istat ha diffuso il report, riferito al 2023, sulle aziende agroturistiche autorizzate e sui principali servizi di ospitalità offerti, da cui emerge la crescita del settore, soprattutto al Centro Italia e Isole, del valore della produzione, dei servizi offerti e del numero di agrituristi, con gli stranieri che sopravanzano gli italiani.

– Nel 2023 le aziende agrituristiche attive sono 26.129 (+1,1% rispetto al 2022); la crescita maggiore si verifica nel Centro (+2,3%) e nelle Isole (+1,7%).
– Il valore della produzione agrituristica è in forte crescita sul 2022 (+15,4%).
— Nel 2023 le aziende agrituristiche attive sono 26.129 (+1,1% rispetto al 2022); la crescita maggiore si verifica nel Centro (+2,3%) e nelle Isole (+1,7%).
– Sono 4,5 milioni gli agrituristi (+11% rispetto al 2022), il 51% sono stranieri; il 72% sceglie le strutture del Centro e del Nord-est.

È la sintesi del Report Le aziende agrituristiche in Italia” che l’Istat ha pubblicato il 7 febbraio 2025. Con riferimento ai dati del 2023.

Nel 2023 le aziende agrituristiche sono aumentate di 280 unità (pari a +1,1%, rispetto al 2022), raggiungendo quota 26.129. La crescita maggiore si registra nelle regioni del Centro (+2,3%) e nelle Isole (+1,7%).
Pressoché stabile è la dotazione delle strutture agrituristiche nel Nord-ovest e nel Nord-est che aumentano, rispettivamente, dello 0,1% e dello 0,4%. Nel Sud, al contrario, si registra una lieve flessione (-0,1%).
A livello regionale, rispetto al 2023, le Regioni con la crescita più consistente sono la Sardegna (+3,5%), il Lazio (+3,3%) e la Toscana (+2,9%).
Sotto il profilo geo-morfologico, oltre il 53% delle strutture agrituristiche si localizza nelle aree collinari, il 31% in quelle montane e il 16% nelle aree di pianura.

Per quanto riguarda l’assetto produttivo delle aziende agrituristiche nel 2023 si confermano sia il carattere multifunzionale delle aziende, sia un’articolazione dell’offerta economica che fa leva sulle peculiarità culturali e paesaggistiche dei territori.

In particolare, emerge sempre più forte l’integrazione dell’offerta di alloggio, degustazione e ristorazione, attività che rimangono il core-business di queste strutture, con i servizi di equitazione, escursionismo, osservazione naturalistica, trekking, mountain bike, fattorie didattiche, corsi vari, attività sportive e altri servizi.

Stabili gli agri-ristoranti, in aumento le strutture con attività di degustazione
Le aziende agrituristiche che svolgono attività di ristorazione sono poco più di 13mila (circa il 50% del totale) e, rispetto al 2022, sono in lieve aumento (+0,8%). La crescita maggiore di queste aziende si registra nel Centro (+2,3%).

Circa il 29% degli agri-ristoranti si localizzano nelle regioni del Centro, il 24,2% in quelle del Nord-est, il 19,7% nel Sud, il 18,1% nel Nord-ovest e l’8,9% nelle Isole.

La Regione con la maggior dotazione di aziende agrituristiche con agri-ristoranti è la Toscana (16,5%) seguita dalla Lombardia (8,4%) e dal Piemonte (7,2%).

Tra le aziende agrituristiche che offrono ristorazione, il 13,9% svolge solo ristorazione (erano 14,2% lo scorso anno). Di esse il 58,1% si trova nel Nord-est, il 19,5% nel Nord-ovest, il 10,5% nel Centro, il 6,5% nel Sud e il 5,4% nelle Isole. Di contro, il 72,7% delle aziende con ristorazione combina questa
attività anche con l’offerta di all’alloggio
. Queste strutture sono pressoché equamente ripartite tra il Nord, il Centro e il Mezzogiorno.

A livello regionale, delle circa 9.500 strutture che offrono alloggio e ristorazione, oltre il 19,6% si trova in Toscana; seguono, ma a maggiore distanza, Puglia, Campania e Piemonte, con valori compresi tra il 6,5% e il 6,3%.

Tra le tre attività di alloggio, ristorazione e degustazione, quest’ultima registra la crescita maggiore (+3,8%); un dato che sembra confermare la connessione tra il settore agrituristico e quello del vasto e variegato “mondo” dei prodotti di qualità: due settori, questi, che contribuiscono al prestigio a livello nazionale e internazionale del made in Italy.

Le aziende con il servizio di degustazione sono oltre 6.500. Il 44,6% si localizza nelle regioni del Centro, dove spicca la Toscana (28,3%), il 17,7% nel Sud, con la Puglia al primo posto (6,7%), il 17,3% nel Nord-ovest con il Piemonte che conferma la propria importanza (12,1%), l’11,3% nelle Isole con il forte contributo della Sicilia (9,4%) e, infine, con il 9,1% il Nord-est, con il Trentino-Alto Adige/Südtirol che ospita il 6,6% di queste strutture.

La Regione con la più alta densità di aziende agrituristiche è la Provincia autonoma di Bolzano/Bozen (46 strutture per 100 km2), seguita dalla Toscana (25,2 per 100 km2) e dall’Umbria (15,4 per 100 km2 ). Sotto l’aspetto della diffusione territoriale, il 63,7% Comuni ospita almeno una azienda agrituristica. La quota di questi Comuni sale all’85,7% se si considerano solo i Comuni del Centro, all’80,3% tra quelli del Nord-est e al 67,7% tra i Comuni delle Isole. Mentre sono il 57,4% e il 53,1% i Comuni del Sud e del Nord-ovest che ospitano almeno un’azienda agrituristica. Sono invece poco più del 22% i Comuni che nel 2023 ospitavano una sola azienda agrituristica. Quelli con un numero di strutture compreso tra due e 10 erano circa il 34,9% e, infine, 10 i Comuni con almeno 100 strutture.

Nel 2023, gli erano oltre 4,5 milioni (+11% rispetto al 2022); di questi poco meno della metà (49%) era composta da italiani (erano il 51,9% lo scorso anno). Complessivamente, le strutture del Centro e del Nord-est ospitano il 72% degli agrituristi (rispettivamente il 39% e il 33%).

Tra le Regioni, si conferma al primo posto la Toscana con il 28,1% del totale degli agrituristi, seguita dal Trentino-Alto Adige/Südtirol (16,7%) con la Provincia autonoma di Bolzano/Bozen che ospita poco meno del 80% degli arrivi nella Regione. Per tutte le altre Regioni l’incidenza degli agrituristi su base nazionale risulta sempre inferiore al 10% e varia tra il 9,9% del Veneto e lo 0,1% del Molise. Rispetto al 2022, gli agrituristi italiani aumentano del 4,9%, mentre quelli stranieri del 17,6%.

La crescita più consistente, sempre rispetto allo scorso anno, si registra nelle Isole (31,1%) e, a seguire, nel Nord-ovest (11,5%), nel Nord-est (11,2%), nel Sud (10%) e nel Centro (8,1%). L’indice di ricettività (arrivi / aziende agrituristiche) è di 173 agrituristi per struttura e sale a 303 per la Provincia autonoma di Trento, seguita dal Veneto con 273, dall’Umbria con 252 e dalla Sicilia con 245. Le presenze superano i 16,6 milioni di notti spese (con un incremento del 7% rispetto al 2022), di queste il 60,1% è stato effettuato da turisti stranieri (lo scorso anno erano il 58%). La quota di presenze di agrituristi stranieri sale al 74% nella Provincia autonoma di Bolzano/Bozen e a seguire la Toscana con il 69%.

La permanenza media nelle strutture è di 3,7 giorni e per gli ospiti italiani e stranieri è rispettivamente di 3 e 4,3 giorni. Il rapporto tra agrituristi italiani e stranieri è pari a 96 italiani ogni 100 stranieri. A livello regionale, gli italiani prevalgono in Molise (615 ogni 100) e Basilicata (357 ogni 100). Infine, l’indice di ospitalità (presenze per 100 abitanti) è stato di 28 presenze ogni 100 abitanti, ma sale addirittura a 665 nella Provincia autonoma di Bolzano/Bozen.

Foto di copertina: Italy Property Guides

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