Nel corso dell’evento di lancio dell’Osservatorio sulle trasformazioni dell’ecosistema automotive italiano, Motus-E e CAMI hanno presentato un Rapporto da cui emerge che l’ecosistema automotive italiano con la riconversione verso la mobilità elettrica potrebbe aumentare del 6% entro il 2030 i posti di lavoro a cui sommare altri 7.000 nuovi occupati solo nel segmento infrastrutture ed energia al servizio della eMobility.
L’automotive in Italia ha sempre occupato un ruolo centrale nella storia industriale e sociale del Paese. Nell’arco dell’ultimo secolo questa industria ha dato un contributo enorme, tanto in termini occupazionali quanto di ricerca, dando impulso allo sviluppo di regioni e di una importante filiera produttiva. La globalizzazione, le sfide climatiche e l’affacciarsi di nuove tecnologie della mobilità hanno da un lato ridotto l’attrattività verso l’oggetto auto, sempre più standardizzato, e dall’altro costretto le imprese a rincorrere un gigantismo necessario al raggiungimento di quelle economie di scala irrinunciabili per la loro stessa sopravvivenza.
ln tale contesto l’Italia ha subìto una contrazione importante della propria capacità industriale relativa alla produzione dei veicoli, in parte compensata da una sempre maggiore esposizione della filiera della componentistica verso i mercati esteri. Gli ultimi vent’anni hanno accelerato ulteriormente questo processo, principalmente a causa delle improrogabili questioni climatiche che richiedono all’automotive di affrontare quello che è forse il cambiamento tecnologico più radicale della sua storia, abbandonando una propulsione legata a combustibili fossili a favore di tecnologie più sostenibili.
Su tali presupposti Motus-E, la prima associazione italiana costituita su impulso dei principali operatori industriali, del mondo accademico e dell’associazionismo ambientale e d’opinione per favorire la transizione del settore nazionale dei trasporti verso l’adozione massiva di mezzi sostenibili, promuovendo la mobilità elettrica e divulgandone i benefici connessi alla tutela ambientale, e CAMI (Center for Automotive and Mobility Innovation) del Dipartimento di Management dell’Università Ca’ Foscari di Venezia), network di ricercatori formato da accademici ed esperti nel campo dell’automotive e della mobilità sostenibile, hanno lanciato nel corso di un evento il 14 dicembre 2022 a Roma, l’Osservatorio sulle trasformazioni dell’ecosistema automotive italiano.
Nell’occasione è stato presentato il Rapporto dal titolo “Le trasformazioni dell’ecosistema automotive italiano”, che ha rivelato come i posti di lavoro del settore auto possano aumentare del 6% entro il 2030. Un incremento subordinato alla lungimiranza della politica industriale dell’immediato futuro, a cui sommare altri 7.000 nuovi occupati solo nel segmento infrastrutture ed energia al servizio della eMobility.
Le evidenze sono frutto di un’analisi basata su una metodologia in grado di catalogare, per la prima volta, anche tutte le attività connesse alla produzione di veicoli elettrici. Grazie a un inedito grado di dettaglio, è stato possibile scandagliare il portafoglio prodotti di oltre 2.400 aziende italiane fornitrici di componenti a livello nazionale e internazionale, con 280.000 addetti singole aziende, definendo per ciascuna un indicatore che ne misuri le correlazioni tecniche con i mezzi a batteria.

Lo Studio di Motus-E e CAMI per allargare il perimetro di esame alle nuove realtà legate all’elettrificazione, ha messo sotto la lente i 19 macro moduli caratteristici della produzione auto italiana, a cui fanno riferimento 127 componenti elementari. In pratica, tutte le singole parti che compongono un veicolo, dalle valvole al tessuto dei sedili.
Partendo da una fotografia così puntuale, si sono potuti quindi stimare i riflessi occupazionali della trasformazione elettrica attraverso modelli dedicati per ciascuna tipologia di impresa o di prodotto, individuando il reale potenziale di crescita dell’automotive nazionale. Al tempo stesso, l’analisi ha messo in luce però anche l’urgenza di politiche attive per la formazione e la riconversione del comparto, in assenza delle quali, alla luce dei megatrend globali, la filiera italiana finirebbe inevitabilmente per continuare a comprimersi.
“Non si può rimanere indifferenti davanti a questi numeri, è evidente che per rilanciare l’industria italiana dell’auto occorra puntare subito sulle tecnologie in espansione, perdere tempo vorrebbe dire indebolire ulteriormente il settore e cedere ad altri Paesi la nostra leadership nella componentistica, filiera strategica e fondamentale per l’Italia, che non possiamo più permetterci di trascurare mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro, dopo quelli che abbiamo già perso tra il 1998 e il 2018 – ha affermato Massimo Nordio, Presidente di Motus-E – I componenti italiani vengono apprezzati e montati sulle auto prodotte in tutto il mondo, è chiaro che il futuro è l’auto elettrica e quindi bisogna essere veloci a riposizionarsi, Oltre ai benefici per l’ambiente, è ora di comprendere anche quelli economici e sociali legati alla trasformazione energetica. Talento ed esperienza non mancano di certo alle aziende italiane, ma per rilanciare il settore e renderlo a prova di futuro adesso servono indirizzi di politica industriale pragmatici. Non si possono lasciare le imprese da sole in un momento così delicato”.
“Piuttosto che giocare di retroguardia – ha concluso il Presidente di Motus-E – l‘Italia deve proporsi come punta di diamante per lanciare un nuovo piano europeo per l’automotive, attrattivo al pari dell’Inflation Reduction Act degli Stati Uniti, in grado di calamitare in pochi mesi Oltreoceano decine di miliardi di dollari di investimenti per la mobilità elettrica”.
Ricordiamo che l’Inflation Reduction Act (IRA) è la Legge approvata lo scorso agosto dal Congresso statunitense per un Piano decennale che oltre a frenare l’inflazione, prevede tra l’altro investimenti per circa 500 miliardi di dollari per il contrasto ai cambiamenti climatici, di cui 158 miliardi di dollari in energia pulita e l’estensione del credito d’imposta sui relativi investimenti e 13 miliardi di dollari in incentivi per i veicoli elettrici,
Proprio per favorire una programmazione basata su dati ed evidenze scientifiche, Motus-E e CAMI hanno appunto lanciato Osservatorio sulle trasformazioni dell’ecosistema automotive italiano, soggetto che prenderà in carico il metodo e gli asset sviluppati per metterli a disposizione di operatori e istituzioni, aiutandoli così a cogliere le opportunità che l’innovazione tecnologica offre. Uno strumento in continua evoluzione, che potrà accompagnare gli stakeholder attraverso qualsiasi mutamento di scenario, partendo dalle evidenze dell’analisi appena presentata.
“La filiera italiana dell’auto ha il potenziale per rimanere protagonista nell’industria – ha sottolineato Francesco Zirpoli, Direttore scientifico del CAMI – Ciò a patto che gli investimenti in nuove competenze e l’azione di riposizionamento siano rapidi, mirati e sostenuti da opportune azioni di policy. La nostra ricerca mostra che ci sono le condizioni affinché l’innovazione tecnologica porti benefici non solo di natura ambientale, ma anche economica e sociale. L’Osservatorio sulle trasformazioni dell’ecosistema automotive italiano nasce per produrre evidenze scientifiche sullo stato dell’arte e sull’evoluzione delle competenze di imprese e lavoratori. I risultati dell’osservatorio saranno al servizio della ricerca, del sistema economico e dei policy maker. L’osservatorio avrà sede a Ca’ Foscari presso il Dipartimento di Management e si avvarrà della rete del CAMI, formata da studiosi e ricercatori delle Università e del CNR-IRCrES”.