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Ecomafia 2022: diminuiti i reati ambientali, ma cresciuti gli arresti

Ecomafia 2022, l’annuale Rapporto di Legambiente che fornisce un’analisi dei dati frutto dell’attività svolta dalle forze dell’ordine, attesta che i reati contro l’ambiente accertati nel 2021, pur essendo diminuiti (-12,3% rispetto al 2020), sono stati 30.590, registrando una media di quasi 84 reati al giorno, circa 3,5 ogni ora., mentre sono cresciuti gli arresti che hanno toccato toccando quota 368 (+11,9% sul 2020).

Nel 2021 i reati contro l’ambiente non scendono sotto quota 30mila nonostante una lieve flessione. Quasi il 44% si concentra in Campania, Puglia, Calabria e Sicilia.
A livello provinciale, Roma è prima per ecoreati con 59.268 illeciti amministrativi monitorati per la prima volta. A pesare la mano della corruzione.
I reati nel ciclo del cemento illegale sono stati 9.490, a seguire quelli dei rifiuti (8.473) e contro la fauna (6.215). Impennata dei reati contro il patrimonio boschivo e storico-culturale. In aumento i furti di opere d’arte.

Sono i principali dati che emergono dal “Rapporto Ecomafia 2022. Le storie e i numeri della criminalità ambientale in Italia”, presentato il 15 dicembre 2022 nel corso di un evento in streaming, e redatto come ogni anno da Legambiente in collaborazione con le forze dell’ordine, che racconta e mette in chiaro le ultime storie di delinquenza ambientale.

Nel 2021 i reati contro l’ambiente accertati sono stati 30.590, registrando una media di quasi 84 reati al giorno, circa 3,5 ogni ora. Un dato preoccupante e che continua a restare alto, nonostante la flessione del -12,3% rispetto ai dati del 2020, mentre crescono gli arresti toccando quota 368, +11,9% rispetto al 2020.

Sono 59.268 gli illeciti amministrativi contestati, con una media di 162 al giorno, 6,7 ogni ora, che sommati ai reati ambientali, raccontano di un Paese dove vengono accertate ogni ora circa 10 violazioni di norme poste a tutela dell’ambiente. Ad agevolare questa ondata di reati lo strumento della corruzione: da 16 settembre 2021 al 31 luglio 2022, sono 115 le inchieste censite, con 664 persone arrestate, 709 persone denunciate e 199 sequestri14 i comuni sciolti per mafia nel 2021 e 7 nel 2022, a cui vanno aggiunti gli ultimi in ordine di arrivo, Anzio e Nettuno (RM). Dati che si traducono da una parte in ferite insostenibili per l’ambiente, la cui tutela dallo scorso 22 febbraio è entrata nella Costituzione italiana tra i principi fondamentali, e dall’altra in un bottino d’oro per gli ecomafiosi che nel 2021 hanno fatturato 8,8 miliardi di euro.

Il quadro che emerge dalla lettura del nostro Rapporto Ecomafia 2022 continua a essere preoccupante – ha affermato Stefano Ciafani, Presidente nazionale di Legambiente – È fondamentale non abbassare la guardia nei confronti degli ecocriminali, ora più che mai visto che sono stati assegnati i primi finanziamenti dei bandi del PNRR, molti altri ne verranno aggiudicati nel prossimo futuro, e presto si apriranno i tanti cantieri dell’agognata transizione ecologica. In tutto ciò il sistema di prevenzione e repressione dei reati descritti in questo Rapporto non è stato rafforzato come si sarebbe dovuto fare. Per questo oggi abbiamo presentato le nostre dieci proposte di modifica normativa, convinti che quel percorso di civiltà, iniziato a suo tempo con la legge sugli ecoreati proseguito quest’anno con l’introduzione della tutela dell’ambiente tra i principi della nostra Costituzione e con l’inserimento dei delitti contro il patrimonio culturale, possa proseguire anche in questa legislatura. Noi verificheremo sulla base dei fatti se a quel voto favorevole, sostanzialmente all’unanimità a favore dell’ambiente in Costituzione, seguirà un percorso coerente nella XIX legislatura per una seria ed efficace lotta ai cosiddetti ‘ladri di futuro’”.

Filiere illegali
La “classifica” delle filiere illegali nel 2021 è guidata dal ciclo illegale del cemento  con 9.490 reati (31% del totale), seguito da quello dei rifiuti (8.473) che registra anche il maggior numero di arresti, ben 287 (+25,9% rispetto al 2020) e di sequestri (3.745, con +15%) e dai reati contro la fauna (6.215). Si è registrata, inoltre, un’impennata dei reati contro il patrimonio boschivo, con 5.385 reati tra incendi colposi, dolosi e generici (+27,2%) con una superficie colpita dalle fiamme di oltre 159.000 ettari (+154,8% sul 2020), molti dei quali hanno interessato i siti di Natura 2000, facendo diventare il nostro Paese il più colpito in Europa, e quelli contro il patrimonio culturale con l’aumento dei furti di opere d’arte, che arrivano a quota 603 (+20,4%).

 Le inchieste contro i traffici illeciti di rifiuti monitorate da Legambiente nel 2021 sono state ben 38, contro le 27 dell’anno precedente, mentre nei primi sette mesi di quest’anno la cifra è arrivata a quota 17. I quantitativi di rifiuti sequestrati superano i 2,3 milioni di tonnellate, l’equivalente di 94.537 tir che messi su strada, uno dietro l’altro, formerebbero un serpentone di 1.286 chilometri, che da Reggio Calabria potrebbe spingersi al confine con la Svizzera. 

Da segnalare pure i 640.195 controlli eseguiti nel settore agroalimentare e il fatto che tra i nuovi interessi delle ecomafie c’è il traffico illecito degli oli vegetali esausti. Il Consorzio nazionale di raccolta e trattamento degli oli e dei grassi vegetali e animali esausti (Conoe) quantifica in circa 15.000 le tonnellate di rifiuto che ogni anno vengono sottratte al tracciamento legale e che così non vengono avviate al trattamento e alla rigenerazione.

Regioni e province colpite dalle ecomafie
Campania, Puglia, Calabria e Sicilia sono le 4 regioni a tradizionale presenza mafiosa che subiscono il maggiore impatto di ecocriminalità e corruzione, dove si concentra il 43,8% dei reati accertati dalle forze dell’ordine e dalle Capitanerie di porto, il 33,2% degli illeciti amministrativi e il 51,3% delle inchieste per corruzione ambientale sul totale nazionale. Tra le regioni del Nord la Lombardia si conferma quella con il maggior numero di illeciti ambientali (1.821 reati, pari al 6% del totale nazionale e 33 arresti). Crescono i reati accertati in Liguria, ben 1.228, che scala cinque posizioni, arrivando al 9°posto. 

A livello provincialeRoma, con 1.196 illeciti ambientali, scalza nel 2021 dalla prima posizione Napoli (1.058), che viene superata di misura anche da quella di Cosenza (1.060).

Di fronte a questo quadro complessivo, c’è da dire che nel 2021 le forze dell’ordine hanno applicato per ben 878 volte i delitti contro l’ambiente (Legge 68/2015). 292 i beni posti sotto sequestro per un valore complessivo di oltre 227 milioni di euro. Il delitto in assoluto più contestato è quello di inquinamento ambientale, con 445 procedimenti penali, ma il maggior numero di ordinanze di custodia cautelare è scattato per l’attività organizzata di traffico illecito di rifiuti, con 497 provvedimenti.

In Europa si discute di una nuova Direttiva sui crimini ambientali, per inasprire le sanzioni e rendere efficace l’attività di prevenzione e repressione – ha spiegato Enrico Fontana, Responsabile dell’Osservatorio nazionale Ambiente e Legalità – L’Italia, al riguardo, ha maturato importanti competenze, a partire dalle inchieste sui traffici illegali di rifiuti ma sconta ancora ritardi per quanto riguarda in particolare la lotta all’abusivismo edilizio. I reati nel ciclo del cemento sono una vera e propria piaga su cui è necessario continuare a puntare i riflettori, sia per scongiurare nuove sconsiderate ipotesi di sanatorie sia per rilanciare, finalmente, una stagione di demolizioni. In particolare, a nostro avviso è fondamentale approvare un emendamento di modifica dell’articolo 10 bis della Legge 120/2020 (semplificazioni in materia di demolizione di opere abusive) per affidare ai Prefetti, in caso di inerzia dei Comuni, la responsabilità degli abbattimenti oggetto di ordinanze precedenti all’approvazione della norma, fugando così ogni margine di dubbio circa la sua applicazione”.

I Focus di Ecomafia 2022
Ecomafia senza confini”, a cura dell’Ufficio antifrode dell’Agenzia delle accise, delle dogane e dei monopoli. Solo nei primi 9 mesi del 2021, i quantitativi sequestrati di rifiuti risultano essere doppi rispetto ai sequestri effettuati nell’intero 2019. Rispetto alle tipologie bloccate alle frontiere, se nel 2020 i maggiori quantitativi riguardavano materiale plastico e RAEE (pari quasi al 75%), nel periodo gennaio-settembre 2021 hanno prevalso i rifiuti metallici e plastici. La gran parte dei RAEE sequestrati erano destinate principalmente alla Turchia e alla Malesia, confermando come il ricorso al dumping ambientale a danno di quei paesi sia una pratica ancora in voga. 
– “Ecomafia in Comune” contiene un’ampia gamma degli intrecci con gli interessi diretti dei boss mafiosi, a partire dalle mancate demolizioni di immobili abusivi fino all’aggiudicazione di appalti per qualsiasi tipo di attività.
Il processo di transizione ecologica e i possibili fattori di rischio”, a cura del Comando Carabinieri per la tutela ambientale e la transizione ecologica.
– Nel Rapporto viene anche pubblicato un contributo dell’Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale (ISPRA) sui procedimenti penali in cui viene contestato il danno ambientale, con la metodologia seguita e i casi principali affrontati.
Infine, si segnalano anche il business degli shopper illegali e il mercato nero dai gas refrigeranti.

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