I contenitori e gli imballaggi in plastica sono oggetto di una crescente stretta normativa per gli inquinamenti che provocano. Secondo il think tank Planet Tracker che ha analizzato le politiche di 83 grandi imprese del settore quotate in borsa, 2 su 3 di queste non descrivono in dettaglio alcuna politica su temi ambientali attraverso i canali ufficiali. Per evitare rischi finanziari per gli investitori e continuare a fare impresa con successo, le società devono passare quanto prima a prodotti e processi più sostenibili.
Contenitori e imballaggi in plastica sono sottoposti ad un crescente controllo per gli inquinamenti che provoca, per cui le aziende produttrici devono passare a prodotti e processi più sostenibili se vogliono continuare che gli investitori continuino ad avere fiducia nel successo finanziario delle società.
È la conclusione del Rapporto “Unwrapping Investor Risk” (Eliminare il rischio degli investitori), diffuso il 30 marzo 2021 da Planet Tracker, think tank britannico che concentra le sue analisi sui rischi di mercato correlati ai limiti ambientali (oceani, cibo e suolo e materiali come tessuti e plastica), diversi da quelli dei cambiamenti climatici, che “sono poco compresi e ancor di più malamente comunicati”.
Il Report ha analizzato i documenti e i siti web aziendali di 83 imprese del settore, tutte quotate in borsa. Ognuna di loro ricava almeno il 10% del proprio fatturato annuo totale da PC&P e riporta un fatturato di 100 milioni di dollari e oltre. Complessivamente, le aziende analizzate rappresentano un fatturato annuo di 54 miliardi di dollari.
Ne risulta che 53 di queste aziende non descrivono in dettaglio alcuna politica su temi ambientali attraverso tali canali e molte di queste non riescono nemmeno a tenere il passo con l’evoluzione della legislazione sulla plastica e il riciclaggio. Nel Regno Unito, ad esempio, gli imballaggi in plastica con contenuto riciclato inferiore al 30% saranno presto tassati e tutti i rifiuti di plastica inevitabili devono essere eliminati gradualmente entro il 2042. A livello di UE è stata introdotta lo scorso dicembre la “plastic tax” ovvero una aliquota uniforme di prelievo sul peso dei rifiuti di imballaggio in plastica non riciclata prodotti in ciascun Stato membro.
Secondo Planet Tracker, i potenziali rischi di inazione rispetto alle normative e ai limiti ambientali influenzeranno sempre di più i principali attori. Anche se si riconosce che il settore continua ad essere redditizio, gli investitori potrebbero presto subire perdite per la partecipazione azionaria a PC&P, a meno che le società non intraprendano un’azione più decisa per incorporare i princìpi di natura ambientale, sociale e di governance (ESG) nei loro processi, prodotti e modelli di business.
Se le imprese dovessero agire in modo adeguato nei prossimi cinque anni, afferma il Rapporto, potrebbero essere sbloccati 24 miliardi di dollari di mancati guadagni.
Planet Tracker esorta pertanto gli investitori a richiedere alle aziende di PC&P su cui hanno collocato capitali di rendere pubblici rischi e politiche ambientali in linea con pratiche di economia circolare. Le aziende, nel frattempo, dovrebbero analizzare i rischi come punto di partenza prima di utilizzare i capitali, informando sulle strategie di transizione. Dovrebbero anche esaminare i prestiti legati alla sostenibilità e le emissioni di obbligazioni verdi quando la loro finanza aziendale è in fase di rinnovo. Secondo il rapporto, il 70% delle obbligazioni e dei prestiti societari detenuti dalle 83 imprese esaminate verrà rinnovato entro la fine del 2025.
In caso contrario, il rischio di asset bloccati aumenta ulteriormente, poiché le società potrebbero non essere in grado di riorganizzare i propri impianti di produzione abbastanza velocemente, con conseguenti riduzioni di valore degli investimenti, svalutazioni e cancellazioni, qualcosa di simile a quel che sta avvenendo nel settore del petrolio e del gas.
Planet Tracker ritiene inoltre che i responsabili politici possano svolgere un ruolo più importante, dal momento che molte aziende non sono in grado di dimostrare che i propri piani siano conformi alle nuove normative. Ad esempio, un maggiore coinvolgimento degli investitori, delle autorità di regolamentazione e delle aziende potrebbe contribuire a migliorare la riciclabilità dei prodotti, riducendo la complessità e la varietà dei PC&P sul mercato. Alle imprese potrebbe anche essere richiesto di investire di più nelle infrastrutture di riciclaggio e nel contenuto di riciclato.
“Il settore PC&P non può fingere di ignorare il problema crescente costituito dall’inquinamento da plastiche – ha affermato Gabriel Thoumi, a capo del Programma sulla plastica di Planet Tracker e Direttore dei mercati finanziari – Con i responsabili delle politiche e i consumatori che sollecitano la necessità di un cambiamento, sta aumentando la pressione sulle società di PC&P affinché agiscano prima che questi problemi si aggravino ulteriormente. Gli investitori hanno un ruolo importante da svolgere nell’incoraggiare e supportare le aziende di PC&P in questa transizione. Se vogliono realizzare i loro potenziali guadagni sugli investimenti, hanno bisogno che le aziende di PC&P siano pienamente consapevoli della crescente pressione per ridurre l’inquinamento da plastica e intraprendano azioni di mitigazione per affrontare questi rischi“.