Uno studio coordinato dall’Università Sun Yat-sen di Guangzhou (Cina) che ha effettuato l’analisi più completa finora condotta sui fattori che influenzano la resistenza antimicrobica (AMR) a livello globale, ha evidenziato in che modo vari fattori ambientali, tra cui i cambiamenti climatici, e socio-economici potrebbero influenzare la diffusione dell’AMR nelle varie aree geografiche.
Qualora i paesi continuassero a perseguire strategie di sviluppo basate sull’uso intensivo di combustibili fossili con correlato innalzamento delle temperature, la resistenza antimicrobica globale (AMR) potrebbe aumentare del 2,4% entro il 2050, con le nazioni più povere che ne sopporteranno il peso maggiore rispetto a quelle più ricche.
Lo prevede lo Studio “Changing climate and socioeconomic factors contribute to global antimicrobial resistance”, coordinato dalla Scuola di Sanità Pubblica della Sun Yat-sen University di Guangzhou (Cina) e pubblicato il 28 aprile 2025 su Nature Medicine, che ha analizzato 4.502 dati di sorveglianza sull’AMR per un totale di oltre 32 milioni di colture batteriche, provenienti da 101 Paesi tra il 1999 e il 2022, osservando un incremento significativo della resistenza, in particolare nei Paesi a basso e medio reddito.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) che stima l’AMR responsabile di 1,27 milioni di decessi diretti ogni anno e contribuisca a circa 5 milioni di morti globali, “L’AMR è la capacità di batteri, virus, funghi e parassiti di resistere agli effetti dei farmaci antimicrobici che uccidono gli organismi sensibili o ne impediscono la crescita. La resistenza antimicrobica è un fenomeno che precede l’uso degli antimicrobici nella medicina umana in quanto molti batteri, virus, funghi e parassiti sono intrinsecamente resistenti ad alcuni antimicrobici. Tuttavia, i microrganismi possono diventare resistenti anche a seguito di esposizione ad antimicrobici. L’infezione da patogeni antimicrobico-resistenti rende le infezioni più difficili da trattare e aumenta il rischio di diffusione di malattie gravi e di morte”.
L’obiettivo principale dello Studio è stato di analizzare i potenziali fattori ambientali e socio-economici dell’AMR, in particolare nei Paesi a basso e medio reddito (LMIC), che sono colpiti in modo sproporzionato sia dall’AMR sia dai cambiamenti climatici. Il modello messo a punto dai ricercatori si è concentrato su agenti patogeni resistenti ai farmaci, come Escherichia coli e Klebsiella pneumoniae, resistenti alle cefalosporine e Acinetobacter baumannii e Pseudomonas aeruginosa resistenti ai carbapenemi.

Fonte Nature Medicine, 2025
Per indagare sul ruolo che tali fattori potrebbero svolgere in futuro, i ricercatori hanno sviluppato diversi scenari basati su diversi livelli di sviluppo socio-economico, AMR e traiettorie di concentrazione dei gas serra.
Dai dati si evidenzia che la prevalenza media di AMR è più elevata in regioni come l’Asia meridionale, il Medio Oriente e il Nord Africa e l’Africa subsahariana. Inoltre, hanno scoperto che la prevalenza media di AMR era positivamente correlata al particolato fine e al deflusso superficiale degli inquinanti atmosferici, nonché alle variazioni di temperatura.
Inoltre, dai risultati è emerso che se i Paesi proseguissero in un percorso di sviluppo ad alta intensità di combustibili fossili e con maggiore con la più alta concentrazione di gas serra i livelli globali di AMR aumenteranno del 2,4% a livello globale rispetto a un percorso sostenibile a basse emissioni. Gli aumenti previsti sarebbero dello 0,9% nei Paesi ad alto reddito, dell’1,5% nei Paesi a reddito medio-alto, del 4,1% nei Paesi a reddito medio-basso e del 3,3% nei Paesi a basso reddito
Sebbene l’uso di antibiotici sia il fattore chiave nello sviluppo e nella diffusione di agenti patogeni resistenti ai farmaci, gli sforzi per uno sviluppo sostenibile che pongano l’accento sull’accesso universale ai servizi WASH (acqua, servizi igienico-sanitari e salute), sulla copertura vaccinale completa, su adeguati investimenti sanitari e su costi sanitari accessibili a carico del paziente possono aiutare i Paesi a basso e a medio reddito ad affrontare meglio le sfide dell’AMR. Strategie come la riduzione del consumo di antimicrobici e il potenziamento delle vaccinazioni potrebbero contenere l’incremento dell’AMR al 2,1% o addirittura ridurlo del 5,1%.
Uno Studio pubblicato lo scorso marzo su Nature avrebbe individuato un peptide (lariocidina) prodotto da batteri che vivono nel terreno in grado di eludere la resistenza antibiotica.
In copertina: immagine Venus Remedies Limited