Secondo l’Associazione Europea delle Pompe di Calore (EHPA), l’introduzione di 14 milioni
di pompe di calore per il riscaldamento degli ambienti e dell’acqua nell’UE potrebbe eliminare l’equivalente del gas russo utilizzato, stimolando al contempo gli investimenti nel settore manifatturiero e nell’occupazione in Europa.
Se solo il 7% delle case europee – circa 14 milioni in totale – sostituisse la propria caldaia a combustibile fossile con una pompa di calore, si risparmierebbero 13 miliardi di metri cubi di gas, equivalenti alla quantità che l’UE importa dalla Russia per il riscaldamento domestico e dell’acqua.
Lo rileva l’EHPA che nel briefing “Sicurezza energetica e pompe di calore” mette in evidenza come un’adozione mirata potrebbe rappresentare una svolta strategica per l’indipendenza energetica dell’UE.
Con la Comunicazione “Roadmap towards ending Russian energy” adottata Il 6 maggio 2025 la Commissione UE ha definito la tabella di marcia che prevede una graduale eliminazione del petrolio, del gas e dell’energia nucleare russi dai mercati dell’UE, che avverrà in modo coordinato e sicuro, parallelamente alla transizione energetica. Le misure sono state concepite per preservare la sicurezza dell’approvvigionamento energetico dell’UE, limitando al contempo qualsiasi impatto su prezzi e mercati.
Complessivamente, l’UE ha importato 51,7 miliardi di metri cubi di gas dalla Russia nel 2024, ovvero circa il 19% delle sue importazioni totali di gas. A partire dal 2025, la Commissione Ue prevede che le forniture globali di GNL cresceranno rapidamente, mentre la domanda di gas diminuirà. Con la piena attuazione del quadro di transizione energetica e del Piano d’azione per un’energia accessibile, si prevede che l’UE sostituirà fino a 100 miliardi di metri cubi di gas naturale entro il 2030, il che si tradurrà in una riduzione della domanda di 40-50 miliardi di metri cubi entro il 2027.
Secondo l’EHPA, la sostituzione del 7% delle caldaie alimentate a combustibili fossili con pompe di calore – circa 14 milioni di abitazioni – consentirebbe di risparmiare fino a 13 miliardi di metri cubi di gas naturale, equivalente alla quota oggi importata dalla Russia per soddisfare il fabbisogno domestico legato al riscaldamento e all’acqua calda.
“La dipendenza dell’Europa dai combustibili fossili importati mette i cittadini in balia di fornitori inaffidabili e prezzi irregolari – ha dichiarato Paul Kenny, Direttore Generale dell’EHPA – Dobbiamo passare a una sicurezza energetica strategica attraverso soluzioni di riscaldamento sostenibili, sicure, efficienti e di produzione nazionale. È necessaria una chiara strategia a livello europeo per accelerare la diffusione delle pompe di calore, insieme a una politica tariffaria dell’elettricità che renda le pompe di calore l’opzione più competitiva“.
Alla fine del 2024 c’erano circa 26 milioni di pompe di calore domestiche, quindi si tratterebbe di un aumento di circa il 55%. Queste pompe di calore hanno già evitato 24 miliardi di metri cubi di gas nel 2024. L’UE per affrancarsi dal gas russo si è posta l’obiettivo di 60 milioni di pompe di calore entro il 2030.
Le pompe di calore sono fino a cinque volte più efficienti dal punto di vista energetico di una caldaia, quindi l’unico gas che utilizzano è una piccola quantità di quello presente nel mix elettrico del paese, che è sempre di gran lunga inferiore anche alla caldaia a combustibile fossile più efficiente. La Commissione europea ha calcolato che una maggiore diffusione delle pompe di calore e un’efficienza domestica maggiore potrebbero far risparmiare 60 miliardi di euro grazie alle importazioni evitate di combustibili fossili.

Per la crescita del settore delle pompe di calore, stabilità e prevedibilità sono essenziali. L’EHPA esorta i governi europei ad attuare rapidamente le politiche del Green Deal dell’UE senza modifiche. Il prossimo Sistema di scambio di quote di emissione (EU-ETS-2) che stabilirà un prezzo per le emissioni di carbonio derivanti da riscaldamento e trasporti, stanzierà fino a 65 miliardi di euro tramite il Fondo Sociale per il Clima per accelerare la diffusione delle pompe di calore e di altre tecnologie pulite. L’introduzione delle pompe di calore a sua volta stimolerà gli investimenti nel settore manifatturiero e nell’occupazione in Europa, aumentando la competitività e la crescita degli attuali 300 siti di produzione e componenti e di oltre 416.000 posti di lavoro diretti e indiretti.