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WEO 2016: rinnovabili e gas vinceranno la sfida, ma le fossili resistono

WEO 2016

L’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA) ha pubblicato il 16 novembre 2016 il “World Energy Outlook 2016, la pubblicazione di punta dell’Agenzia, che attraverso le proiezioni dei trend energetici al 2040, offre l’analisi più esaustiva di come la trasformazione del settore energetico potrebbe realizzarsi, con energie rinnovabili e gas naturale come grandi vincitori della gara per soddisfare la domanda di energia, così come viene riconfermato il ruolo centrale dell’efficienza energetica.

Secondo la IEA, lo storico Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici modificherà profondamente il sistema energetico mondiale nei decenni a venire, ma ritiene che l’era dei combustibili fossili appare tutt’altro che finita e sottolinea la sfida di raggiungere obiettivi climatici più ambiziosi.

Vediamo dei chiari vincitori per i prossimi 25 anni – il gas naturale, ma soprattutto l’eolico e il solare – in grado di subentrare al campione dei precedenti 25 anni, il carbone – ha affermato Fatih Birol, Direttore esecutivo dell’IEA – Ma non esiste una sola storia del futuro energetico globale: in pratica, le politiche dei Governi determineranno la direzione da intraprendere“.

La trasformazione del mix energetico globale quale descritta WEO-2016 significa che anche i rischi per la sicurezza energetica si evolveranno. Le preoccupazioni tradizionali legate alla fornitura di petrolio e gas persisteranno e saranno rafforzate dalla riduzione dei livelli di investimento. Nel Rapporto si sottolinea che se ci saranno minori investimenti petroliferi anche nel 2017 si creerebbe un rischio significativo di carenza di nuove forniture convenzionali nel giro di pochi anni.
Nel lungo termine, gli investimenti in petrolio e gas resteranno essenziali per soddisfare la domanda e sopperire al calo della produzione, ma la crescita delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica ridurrà la domanda di importazioni di petrolio e di gas in molti Paesi. La crescita del trasporto di gas naturale, sta modificando anche le modalità con cui viene percepita la sicurezza delle forniture di gas. Al contempo, la natura variabile delle fonti rinnovabili nella produzione di energia, in particolare eolico e solare, comporta una nuova attenzione per la sicurezza elettrica.
Stiamo entrando in un periodo di maggiore volatilità dei prezzi del petrolio – ha aggiunto Birol – Se i prezzi del petrolio nel breve periodo aumenteranno, i produttori di scisto saranno in grado di reagire abbastanza rapidamente per immettere più petrolio sul mercato, producendo un movimento altalenante. E se continueremo ad osservare deboli investimenti in nuovi progetti per il petrolio convenzionale, questo potrebbe avere conseguenze profonde nel lungo termine“.

Secondo il WEO 2016, la domanda globale di petrolio continuerà a crescere fino al 2040, principalmente a causa della mancanza di facili alternative al petrolio nel trasporto merci su strada, nell’aviazione e nei petrolchimici. Tuttavia, la domanda di petrolio per le autovetture anche se il numero di veicoli raddoppierà nel prossimo quarto di secolo, grazie soprattutto ai miglioramenti in termini di efficienza, ma anche per l’aumento dei biocarburanti e dei proprietari di auto elettriche.
Il consumo di carbone crescerà a malapena nei prossimi 25 anni, in quanto la domanda in Cina comincia a ripiegare grazie agli sforzi per combattere l’inquinamento atmosferico e diversificare il mix di combustibili.
Il mercato del gas sta cambiando, con la quota di GNL che supererà quella dei gasdotti, salendo di oltre la metà del commercio mondiale del gas a lunga distanza, entro il 2025. In un mercato già ben fornito, il nuovo GNL dall’Australia e dagli Stati Uniti e da altre parti innescherà un passaggio a mercati più competitivi e a dei cambiamenti in termini.

L’Accordo di Parigi, entrato in vigore il 4 novembre, è un importante passo avanti nella lotta contro il riscaldamento globale, ma il conseguimento degli obiettivi climatici più ambiziosi, ribadisce l’IEA, sarà estremamente impegnativo e richiederà un cambiamento dei ritmi di decarbonizzazione e efficienza. L’implementazione degli attuali impegni internazionali saranno sin grado solo di rallentare il previsto aumento delle emissioni di carbonio correlate all’energia da una media di 650 milioni di tonnellate all’anno a partire dal 2000 a circa 150 milioni di tonnellate all’anno nel 2040.
Anche se questo è un risultato significativo, è ben lungi dall’essere sufficiente per evitare il peggiore impatto dei cambiamenti climatici, dal momento che sarebbe in grado soltanto di limitare l’aumento della temperatura media globale di 2,7 °C entro il 2100. Il percorso verso i + 2 °C è difficile, ma potrebbe essere raggiunto se le politiche per accelerare ulteriormente le tecnologie low carbon e l’efficienza energetica fossero messe in atto in tutti i settori.
Sarebbe necessario che il picco delle emissioni di carbonio venisse raggiunto entro i prossimi anni e che l’economia globale diventasse carbon neutral entro la fine del secolo.
Per esempio, nello scenario del WEO-2016 dei + 2 °C, il numero di auto elettriche avrebbe bisogno di superare i 700 milioni entro il 2040, riducendo di più di 6 milioni di barili al giorno la domanda di petrolio. Ambizioni di limitare ulteriormente l’aumento della temperatura, al di sotto dei 2 °C (l’Accordo di Parigi prevede che ci sia adoperi per limitarlo a + 1, 5 °C), richiederebbe sforzi ancora più grandi.
Le rinnovabili faranno grandi passi avanti nei prossimi decenni, ma i loro progressi rimarranno in gran parte confinati alla produzione di elettricità – ha concluso Birol – La prossima frontiera per la storia delle rinnovabili è quella di espandere il loro uso nei settori dell’edilizia, dei trasporti e dell’industria dove esiste un enorme potenziale di crescita“.

Il WEO-2016 presenta, inoltre, una disamina degli impegni sul clima assunti dai diversi Paesi, analizzando quanto ogni Stato sia distante dal raggiungimento dei suoi obiettivi e dedica anche un capitolo speciale all’importante interdipendenza tra acqua ed energia, enfatizzando le criticità che possono derivare dall’intensificarsi del nesso tra questi due settori, in grado di compromettere per entrambe gli obiettivi di sviluppo del millennio (OSS) dell’Agenda 2030.

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