È stato presentato il IV Rapporto dell’Osservatorio Waste Watcher International dal titolo “Lo spreco alimentare nei Paesi del G7, dall’analisi all’azione”, stante anche il prossimo G7 Agricoltura di Siracusa, che raccoglie le percezioni dei consumatori dei Paesi del G7 relativamente alle loro scelte alimentari, osservando in particolare comportamenti d’acquisto, diete alimentari e spreco domestico. Il focus sull’Italia rivela che lo spreco alimentare in Italia sta risalendo.
In vista della V Giornata Mondiale di Consapevolezza degli Sprechi e Perdite alimentari (International Day of Awareness for Food Loss and Waste- IDAFLW), designata per il 29 settembre di ogni anno dall’Assemblea delle Nazioni Unite con lo scopo di invitare all’azione gli enti pubblici e privati dell’intero sistema alimentare a lavorare in sinergia per ridurre le perdite e gli sprechi, di contribuire a mitigare i cambiamenti climatici e di sostenere la sicurezza alimentare e la nutrizione, l’Osservatorio Waste Watcher International (WWI), diretto dall’economista e fondatore di Last Minute Market Andrea Segrè, ha presentato il 16 settembre 2024 il IV Rapporto dal titolo “Lo spreco alimentare nei paesi del G7, dall’analisi all’azione“, curato dalla Campagna Spreco Zero, dall’Università di Bologna – Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agroalimentari (DISTAL) in collaborazione con Ipsos, auspicando che l’argomento emerga al summit del G7 Agricoltura (26-28 settembre 2024).
La metodologia sviluppata dall’Osservatorio adotta un approccio ispirato all’economia comportamentale e sviluppa indagini campionarie statisticamente rappresentative che raccolgono le percezioni dei consumatori relativamente alle loro scelte alimentari osservando in particolare: Comportamento di acquisto; Dieta; Spreco domestico.
Stati Uniti
La scarsa fiducia nella situazione economica del Paese ha indotto i consumatori a prestare maggiore attenzione ai costi connessi allo spreco alimentare, di conseguenza si riscontra una maggiore predisposizione a mettere in atto azioni individuali di contrasto allo spreco, come organizzare la dispensa e frigorifero e fare la lista della spesa. La scarsa presenza di supermercati e negozi di vicinato che offrono verdure e alimenti freschi (food deserts) influenza le scelte di acquisto, incoraggiando le famiglie a preferire alimenti a lunga conservazione a scapito dell’acquisto frequente di l’acquisto di prodotti freschi.
Giappone
L’antico monito Mottainai dela cultura giapponese esprime il sincero rammarico per lo spreco. Si tratta di una norma sociale che stimola a un uso efficiente delle risorse e può contribuire a spiegare il livello di spreco alimentare piuttosto contenuto che caratterizza il Paese. Lo spreco di frutta e verdura è particolarmente basso soprattutto a causa del costo eccezionalmente elevato. In Giappone si coltivano soltanto frutta e verdura di alta qualità anche perché questi prodotti sono ancora considerati beni di lusso da regalare durante ricorrenze speciali.
Francia
Il Paese ha mostrato uno dei miglioramenti più significativi nella riduzione dell’ammontare di spreco alimentare tra quelli oggetto di rilevazione (-32%) portando il suo spreco pro-capite sotto quello italiano (459,9 gr contro 469,4 gr). Dal punto di vista delle iniziative private le rilevazioni mostrano particolare attenzione a consumare tutto il cibo cucinato, anche se ne viene cucinato troppo (87%) e a mangiare tutti gli avanzi (88%).
Dal punto di vista delle iniziative pubbliche la Francia ha messo in campo gli investimenti più importanti. Un esempio è la Legge Garot del 2016 che ha vietato ai supermercati di distruggere il cibo invenduto, aumentando significativamente le donazioni alimentari con una conseguente riduzione dello spreco.
Gran Bretagna
È storicamente uno dei Paesi dove l’attenzione privata e pubblica verso il problema degli sprechi alimentari è maggiore. WRAP e altre organizzazioni hanno promosso azioni sia per stimolare le famiglie sia per coinvolgere le imprese. Oltre il 45% delle famiglie inglese fa ricorso alla lista della spesa come strategia di acquisto mostrando propensione alla pianificazione.
Germania
Ha il più alto livello di spreco alimentare dell’Eurozona (512,9 gr/settimana), ma allo stesso tempo anche la riduzione più marcata (-43%). Un aspetto rilevante in questa riduzione è la tendenza all’organizzazione delle famiglie tedesche come tenere organizzata dispensa e freezer (79%), sapere esattamente cosa c’è nella dispensa (83%) e valutare attentamente quanto cucinare (78%).
Canada
Il Canada, rilevato l’ultima volta nel 2021, è il Paese con il più alto livello di spreco (1141,1 gr/settimana). I dati rilevati nel 2021 suggeriscono poca attitudine alla pianificazione. Tuttavia, si sta impegnando nella prevenzione allo spreco alimentare, ad esempio con l’implementazione di una strategia nazionale per la riduzione dello spreco alimentare, con finanziamenti per innovazioni e incentivi fiscali che hanno aumentato le donazioni di cibo in eccedenza. Molte organizzazioni si sono attivate per lavorare con produttori e distributori per limitare gli eccessi produttivi e con i consumatori per promuovere iniziative di educazione alimentare finalizzate a stimolare una migliore pianificazione e migliorare la comprensione delle etichette fronte pacco.
Italia
Nel 2024 lo spreco di prodotti alimentari in Italia è aumentato facendo registrare una crescita del 45,6%. Ogni settimana finiscono nel bidone della spazzatura 683,3 grammi di cibo pro capite (rispetto ai 469,4 grammi rilevati nell’agosto 2023). Nella “top five” dei cibi più sprecati troviamo frutta fresca (27,1 g), verdure (24,6 g), pane fresco (24,1 g), insalate (22,3 g), cipolle/aglio/tuberi (20 g), prodotti fondamentali della Dieta Mediterranea.
Tra le cause che hanno determinato l’aumento dello sperpero alimentare nel nostro Paese, infatti, si possono evidenziare alcuni elementi critici indipendenti dal comportamento dei singoli, ma individuabili proprio nella scarsa qualità dei prodotti acquistati. Il 42% delle risposte individua la causa dello spreco familiare nel fatto di dover buttare la frutta e la verdura conservata nelle celle frigo perché una volta portata a casa va subito a male. Il 37% sostiene di buttare via gli alimenti perché i cibi venduti sono già vecchi. Elementi critici si riscontrano anche nel comportamento dei consumatori. Più di un terzo degli italiani (37%) dimenticano gli alimenti in frigorifero e nella dispensa lasciando che si deteriorino, solo il 23% è disposto a programmare i pasti settimanali, inoltre il 75% non è disposto o non è capace di rielaborare gli avanzi in modo creativo per evitare di gettarli.
“In Italia l’incremento dello spreco alimentare a livello domestico è preoccupante, non solo per l’aumento percentuale rispetto all’analoga rilevazione di WWI del 2023, ma soprattutto sulle cause che lo hanno determinato, come un abbassamento della qualità dei prodotti acquistati – ha spiegato Segrè, Direttore scientifico di Waste Watcher International – Gli italiani hanno ancora poca consapevolezza di come fruire al meglio degli alimenti disponibili, dalla conservazione alla pianificazione degli acquisti, dimostrando ancora una volta la necessità di intervenire a livello istituzionale sull’educazione alimentare. L’Italia può beneficiare delle buone pratiche che emergono dalle esperienze di contrasto dello spreco dagli altri Paesi del G7, tema che speriamo emerga dal summit di Siracusa il prossimo 26 settembre”.