Circular economy Sostenibilità

UNIRIGOM: Decreto EoW su PFU ha imprecisioni e limitazioni

UNIRIGOM, l’Unione Nazionale delle Imprese che effettuano la frantumazione ed il trattamento degli pneumatici fuori uso (PFU), aderente a FISE Unicircular, pur riconoscendo che la pubblicazione del Decreto End of Waste (EoW) in G.U. costituisca un passo importante,  sottolinea che permangono ancora alcuni nodi da sciogliere.

Dopo quasi quattro anni di gestazione, non possiamo che accogliere positivamente la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto End of Waste sugli pneumatici fuori uso – ha commentato UNIRIGOM, l’Unione Nazionale delle Imprese che effettuano la frantumazione ed il trattamento degli pneumatici fuori uso (PFU) e che aderisce a FISE Unicircular –Un nuovo positivo passo per l’industria del riciclo che però comporterà inevitabilmente difficoltà applicative ed oneri a carico delle imprese del settore, da individuare, valutare ed affrontare fin dalle prime fasi di implementazione per porre in essere opportune misure e soluzioni. Il Decreto presenta inoltre diverse imprecisioni e alcune limitazioni alla possibilità di generare nuovi prodotti dagli pneumatici dismessi, non sufficientemente motivate né da un punto di vista tecnico, né ambientale”.

È stato finalmente pubblicato, infatti, sulla G. U. n. 182 del 21 luglio 2020, il Decreto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare n. 78 del 31 marzo 2020, “Regolamento recante disciplina della cessazione della qualifica di rifiuto della gomma vulcanizzata derivante da pneumatici fuori uso, ai sensi dell’articolo 184-ter del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152”.

Ogni anno in Italia vengono generate circa 400.000 tonnellate di PFU tra ricambio (la sostituzione presso i gommisti) e demolizione dei veicoli a fine vita (ELV). Un sistema che già oggi nel suo complesso garantisce la raccolta e il recupero del 100% degli PFU generati da pneumatici regolarmente immessi sul mercato.

La filiera del riciclo degli PFU genera valore economico, occupazione, consente benefici ambientali rilevanti per il Paese, riduce le emissioni climalteranti, i prelievi di materie prime, il consumo di acqua e favorisce gli investimenti delle aziende della circular economy. Un tessuto industriale articolato, sia sul fronte delle aziende di trattamento che delle aziende utilizzatrici del granulo e del polverino di gomma da riciclo degli PFU.

In particolare, è in costante crescita limpiego del polverino di gomma riciclata degli PFU negli asfalti stradali dalle prestazioni meccaniche ed ambientali migliori rispetto ai bitumi convenzionali, in grado di ridurre il rumore generato dal passaggio dei veicoli. E di resistere di più all’usura rispetto a quelli convenzionali.

L’obiettivo del Decreto End of Waste (EoW) sugli PFU è quello di un miglior inquadramento delle procedure del riciclo degli PFU per garantire un’ulteriore maggior qualità e sicurezza dei materiali in uscita dagli impianti, così da consentirne un pieno ed effettivo recupero in tante valide applicazioni e prodotti, a vantaggio di tutte le imprese che fanno dell’economia circolare il fulcro delle proprie attività.

Tuttavia, secondo la nota UNIRIGOM, non mancano le criticità, la principale delle quali è oggi legata alla necessaria riorganizzazione delle modalità operative degli impianti e all’incremento dei costi che questi dovranno sostenere per rispettare quanto previsto dal nuovo Decreto. In particolare, la gestione dei lotti, secondo le nuove regole, obbligherà gli impianti alla riorganizzazione delle aree di stoccaggio della cosiddetta gomma vulcanizzata granulare (GVG) che cessa di essere rifiuto; operazione che potrà implicare anche la riduzione dei quantitativi gestibili. L’accertamento di conformità alle specifiche del Decreto andrà infatti effettuato separatamente e specificamente per ciascun lotto, non superiore a 1.000 tonnellate.

L’Associazione evidenzia che questo comporterà maggiori costi complessivi per accertare la conformità del campione di gomma: questo significa che, almeno nel primo anno in cui il campionamento dovrà essere più frequente, tale onere andrà a incidere in modo significativo sui costi complessivi e ciò comprimerà ulteriormente i già ridotti margini di profitto delle imprese produttrici del granulo.

Altro aspetto che sicuramente comporterà la lievitazione dei costi di gestione è l’obbligo per ciascun impianto di dotarsi di un “sistema di lavaggio dei rifiuti, idoneo a rimuovere le impurità dalla superficie degli pneumatici”. La formulazione generica di questa previsione potrebbe generare, nelle Autorità preposte al rilascio e al controllo delle autorizzazioni, differenti interpretazioni, con conseguenti impatti difformi sul territorio.

Il nuovo regolamento stabilisce inoltre che il prelievo di campioni avvenga solamente su granuli del diametro compreso tra 0,8 e 2.5 mm, non tenendo in conto i prodotti di GVG aventi diversa classificazione granulometrica (polverini 0-0,8 mm, granulati 1-4 mm, ecc.). A tale riguardo, sarebbe stato opportuno fare riferimento alla norma UNI CEN 14243 (in cui è riportata la definizione di granulo e degli altri prodotti di GVG), anziché a quella UNI 10802, relativa al campionamento dei rifiuti in generale.

UNIRIGOM sottolinea poi che inserire trale tipologie di PFU esclusi per la produzione di End of Waste quelli derivanti da stock storici e abbandonati o sotterrati potrebbe precludere l’utilizzo di pneumatici perfettamente utilizzabili per la produzione di GVG. Pertanto, se l’esclusione di pneumatici abbandonati a bordo strada o interrati risulta comprensibile, lo è meno quella di PFU correttamente stoccati e magari abbandonati all’interno di magazzini a seguito di un fallimento o altro evento occorso a chi era tenuto alla loro gestione.

Un ultimo aspetto che merita attenzione riguarda il riduttivo elenco dei possibili utilizzi della gomma rispetto a futuri impieghi non ancora esplorati, ma ammissibili. In particolare, poi, le indicazioni sull’utilizzo negli “strati inferiori di superfici ludico sportive”, se interpretate in senso restrittivo, potrebbero precludere numerosi attuali utilizzi di granulo e polverino, riducendo così le percentuali di recupero di materia della gomma.

Nonostante le nostre numerose segnalazioni in sede di confronto con il Ministero dell’Ambiente – conclude UNIRIGOM – questi nodi sono rimasti irrisolti e rappresentano, pur nel positivo quadro della pubblicazione del Decreto EoW, un freno all’ulteriore sviluppo dell’industria del riciclo della gomma vulcanizzata da PFU ed all’aumento della destinazione a riciclo di materia rispetto a quella del recupero energetico. Ci auguriamo che il Ministero voglia prendere in considerazione un rapido aggiornamento del Decreto appena pubblicato”.

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