Scienze e ricerca Società Sostenibilità

Transitions Performance Index: Svizzera, Danimarca e Paesi Bassi al top

Secondo il Transitions Performance Index, la prima classifica globale della transizione verso la sostenibilità della DG Ricerca e Innovazione della Commissione UE, i Paesi dell’Unione hanno avuto nell’ultimo decennio un aumento medio di miglioramento del 6,5% contro il 5,4% globale, con Danimarca e Paesi Bassi su podio, dopo la Svizzera. L’Italia si colloca appena sopra la media UE.

La Commissione UE – Direzione Generale per la Ricerca e l’Innovazione ha presentato il 18 febbraio 2021 la prima edizione di “Transitions Performance Index”, un nuovo indice che misura le performance dei Paesi membri dell’UE e di altri 45 di tutto il mondo, che nell’insieme rappresentano il 91% del PIL globale, con un approccio “oltre il PIL” ovvero del percorso intrapreso negli ultimi dieci anni (2000-2019) verso una sostenibilità equa e prospera, come dice il titolo stesso del report “Towards Fair and Prosperous Sustainability“, secondo gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda ONU al 2030.

La transizione è misurata su 4 Pilastri:
economico (istruzione, ricchezza, produttività del lavoro e intensità di ricerca e sviluppo, base industriale):
sociale (sanità, lavoro e inclusione, tempo libero, uguaglianza);
ambientale (riduzione delle emissioni di gas serra, biodiversità, produttività delle risorse, efficienza energetica);
governance (diritti fondamentali, sicurezza, trasparenza, finanze pubbliche sane).stile di vita europeo, democrazia europea,

La maggior parte degli 25 indicatori del TPI, utilizzando dati internazionali comparabili, sono orientati ai risultati al fine di presentare al pubblico e ai responsabili politici l’impatto delle politiche nazionali intraprese per conseguire gli obiettivi specifici delle 6 priorità della Commissione von der Leyen (2019-2024):
Green Deal europeo: adoperarsi per divenire il primo continente a impatto climatico zero.
Un’Europa pronta per l’era digitale che doterà le persone di relative ad una nuova generazione di tecnologie.
Un’economia al servizio delle persone: l’UE deve creare un ambiente più attraente per gli investimenti e una crescita che offra lavori di qualità, in particolare per i giovani e le piccole imprese.
Un’Europa più forte nel mondo: l’UE rafforzerà la propria immagine nel mondo, promuovendo il multilateralismo e un ordine mondiale basato su regole.
Promuovere lo stile di vita europeo: l’UE deve tutelare lo Stato di diritto per difendere la giustizia e i valori fondamentali dell’ Europa.
Un nuovo slancio per la democrazia europea: dare più voce ai cittadini europei e proteggere la democrazia da interferenze esterne quali la disinformazione e i messaggi di odio online.

Per preservare la Terra per le generazioni future assicurando al contempo la nostra resilienza e il nostro benessere, dobbiamo trasformare le nostre economie e società – ha affermato Mariya Gabriel, Commissaria per l’Innovazione, la Ricerca, la Cultura, l’Istruzione e la Gioventù – La nostra ripresa dalla pandemia deve essere basata sulla sostenibilità. Non stiamo solo ricostruendo l’economia, dobbiamo ricostruirla in modo diverso e migliore. Il nuovo Transition Performance Index ci aiuterà ad essere certi di investire nel nostro futuro in modo sostenibile e responsabile”.

Dal TPI emerge che nell’ultimo decennio tutti i Paesi dell’UE hanno progredito nelle loro prestazioni di transizione, con un tasso medio di miglioramento del 6,5%, rispetto al tasso medio globale del 5,4%. Inoltre, i diversi livelli di partenza non si sono rivelati fondamentali per il progresso: alcuni Paesi con risultati positivi hanno continuato a progredire in modo impressionante. In particolare, la Croazia ha avuto un aumento eccezionale (20,5%), così come l’Irlanda e il Lussemburgo (progresso superiore al 10%). Gli altri Paesi che hanno conseguito prestazioni superiori alla media UE sono Slovacchia, Estonia, Paesi Bassi, Cechia, Italia, Polonia, Romania, Belgio, Malta, Lituania e Germania). Il forte aumento del punteggio TPI dei Paesi Bassi dimostra che un Paese può continuare a fare progressi anche da una posizione di leadership. Al contrario, attori forti come Finlandia e Portogallo, nonché Cipro e Ungheria, Finlandia, Svezia e Slovenia sembrano essersi fermati e rischiano di perdere terreno nel processo di transizione a meno che non rinnovino i propri sforzi collettivi.

I Paesi leader della transizione TPI complessivamente, sottolinea la Commissione UE, sono anche tra i migliori attori nelle transizioni sociali e di governance, a dimostrazione che democrazia, sostenibilità e prosperità vanno di pari passo. Peraltro, vi sono notevoli margini di miglioramento poiché nessun Paese dell’UE è leader in tutte e quattro le dimensioni. In particolare, è necessario migliorare le prestazioni delle transizioni economiche e ambientali nell’UE. I risultati evidenziano il ruolo cruciale che gli investimenti in ricerca e innovazione hanno nel sostenere il percorso verso la sostenibilità.

In allegato ci sono le descrizioni specifiche dei 72 Paesi analizzati, con le indicazioni dei loro punti di forza e di debolezza, le aree dove c’è maggior spazio per progredire e i possibili compromessi, mentre un sito web interattivo consente il confronto tra Paesi.

Il Centro di competenza della Commissione UE sugli indicatori compositi e sui quadri di valutazione(JRC-COIN) ha eseguito l’audit statistico indipendente per convalidare la metodologia dell’indice e garantire che restituisse risultati solidi, formulando inoltre raccomandazioni per le future versioni del TPI.

Articoli simili

Lascia un commento

* Utilizzando questo modulo accetti la memorizzazione e la gestione dei tuoi dati da questo sito web.