Demografia Società

Talenti: il meccanismo di valorizzazione varato da Commissione UE

La Commissione UE con la Comunicazione sull’utilizzo dei talenti nelle regioni d’Europa più colpite dalla transizione demografica in corso e dai suoi effetti collaterali, anche al fine di prevenire nuove e maggiori disparità geografiche nell’UE, ha lanciato il “Talent Booster Mechanism”, il “meccanismo di valorizzazione dei talenti” per trattenere e attrarre le persone, le capacità e le competenze necessarie, contrastando il fenomeno della “trappola dei talenti”.

L’Europa ha talenti. Ma i talenti devono essere coltivati, soprattutto perché l’UE sta attraversando un’importante transizione demografica. Ciò è ancora più necessario nelle regioni che soffrono di una forza lavoro in calo e di una bassa percentuale di persone con un’istruzione terziaria, e elle regioni colpite dalla partenza dei giovani.

Nell’ambito del 2023 Anno europeo delle competenze, proposto per dare un nuovo slancio alla riqualificazione e al miglioramento delle competenze, la Commissione UE ha adottato il 17 dicembre 2023 una prima iniziativa con la ComunicazioneHarnessing talent in Europe’s regions“, che si concentra sulle regioni che si trovano ad affrontare una serie di sfide correlate: un forte calo della popolazione in età lavorativa in combinazione con una quota bassa e stagnante di persone con un’istruzione terziaria, nonché le regioni che registrano un significativo abbandono di giovani.

Nelle nostre società e nelle nostre economie si stanno verificando notevoli trasformazioni demografiche. Nel complesso, la popolazione nell’UE sta invecchiando e i tassi di natalità sono in costante calo dagli anni ’60. Diverse regioni dell’UE affrontano il problema della massiccia partenza della loro forza lavoro giovane e qualificata.

La combinazione di queste tendenze demografiche ha portato a una riduzione della popolazione in età lavorativa. Dopo una diminuzione di 3,5 milioni di persone tra il 2015 e il 2020, si prevede che la popolazione in età lavorativa dell’UE diminuirà ulteriormente nei prossimi anni e decenni, con la perdita di altri 35 milioni di persone entro il 2050.

Tutti gli Stati membri ne sono interessati, ma alcune regioni sono più colpite di altre. Infatti, parallelamente allo sconvolgimento causato dalla pandemia di COVID-19, regioni spesso già svantaggiate subiscono un secondo colpo quando perdono i loro migliori e più brillanti giovani che partono per cercare fortuna altrove, mentre allo stesso tempo non riescono ad attrarre da fuori regione altri giovani. 

Se non affrontato, questo processo scatenerà nuove e crescenti disparità territoriali man mano che le regioni invecchiano e restano indietro in termini di dimensioni e competenze della loro forza lavoro. Il cambiamento del panorama demografico europeo ostacolerà la resilienza e la competitività dell’UE nel suo insieme e comprometterà la coesione. Ciò sta avvenendo nel contesto di una feroce corsa globale ai talenti e sullo sfondo di altre trasformazioni strutturali, come la transizione verso un’economia climaticamente neutra e resiliente e il cambiamento tecnologico, che possono anche esacerbare le disparità tra le regioni.

Una forza lavoro in calo è quindi allo stesso tempo un fenomeno demografico, economico e sociale. In alcune regioni, le sfide che ne derivano sono aggravate da una quota bassa e stagnante di persone con un’istruzione terziaria. Ciò diminuisce la capacità regionale di affrontare le conseguenze economiche di una forza lavoro in calo. Colpisce in particolare le zone rurali, ma anche le regioni periferiche, ultraperiferiche e in transizione industriale sono colpite dallo spopolamento, dall’abbandono verso regioni più ricche, in particolare di lavoratori più giovani e qualificati, e dalle difficoltà nel promuovere, trattenere e attrarre talenti.

Per uscire dalla “trappola per lo sviluppo dei talenti” che si verifica nelle regioni in cui la percentuale di lavoratori qualificati e di laureati e diplomati dell’istruzione superiore è insufficiente a compensare le conseguenze derivanti dalla diminuzione della popolazione in età lavorativa a seguito dello spopolamento e dell’invecchiamento della popolazione, la Commissione UE nella Comunicazione ha lanciato il “Talent Booster Mechanism” (Meccanismo di valorizzazione dei talenti).

Di tutte le trappole dello sviluppo, la trappola dei talenti è una delle più preoccupanti in quanto priva le nostre regioni dei loro giovani migliori e più brillanti – ha affermato Elisa Ferreira, Commissario UE per la coesione e le riforme – La politica di coesione, con il suo approccio basato sul territorio, può fungere da catalizzatore per aiutare le regioni a trattenere, sviluppare e attrarre talenti. Questa è una condizione per evitare maggiori disparità territoriali in tutta l’UE”. 

Questo meccanismo sosterrà le regioni dell’UE colpite dal declino accelerato della loro popolazione in età lavorativa a formare, trattenere e attrarre le persone, le capacità e le competenze necessarie per affrontare l’impatto della transizione demografica, basato su 8 pilastri.
1. Un nuovo progetto pilota sarà lanciato nel 2023 per aiutare le regioni che affrontano la “trappola dello sviluppo dei talenti” a elaborare, consolidare, sviluppare e attuare strategie su misura e globali, nonché a identificare progetti pertinenti, per formare, attrarre e trattenere lavoratori qualificati. Il sostegno sarà fornito alle regioni pilota selezionate sulla base di un invito aperto.
2. Sempre nel 2023 prenderà il via l’iniziativa “Adattamento intelligente delle regioni alla transizione demografica” per aiutare le regioni con tassi più elevati di partenza dei loro giovani ad adattarsi alla transizione demografica e investire nello sviluppo dei talenti attraverso politiche su misura basate sul luogo. Le regioni beneficiarie saranno selezionate sulla base di un invito aperto.
3. Uno strumento di supporto tecnico (STI) sosterrà gli Stati membri, su richiesta nell’ambito di un invito nel 2023, per riforme a livello nazionale e regionale necessarie per affrontare la contrazione della popolazione in età lavorativa, la mancanza di competenze e rispondere alle esigenze del mercato locale.
4. I programmi della politica di coesione e gli investimenti interregionali per l’innovazione stimoleranno l’innovazione e le opportunità di posti di lavoro altamente qualificati, contribuendo così a migliorare le possibilità di trattenere e attrarre talenti in queste regioni.
5. Un nuovo invito per azioni innovative sarà lanciato nell’ambito dell’Iniziativa urbana europea per testare soluzioni basate sul territorio guidate da città che si stanno contraendo e che affrontano le sfide dello sviluppo, del mantenimento e dell’attrazione di lavoratori qualificati.
6. Le iniziative dell’UE a sostegno dello sviluppo dei talenti saranno segnalate su una pagina web dedicata, consentendo alle regioni interessate di accedere più facilmente alle informazioni sulle politiche dell’UE in settori quali la ricerca e l’innovazione, la formazione, l’istruzione e la mobilità dei giovani.
7. Le esperienze saranno scambiate e le buone pratiche saranno diffuse: le regioni avranno la possibilità di istituire gruppi di lavoro tematici e regionali per affrontare specifiche sfide professionali o territoriali.
8. Saranno ulteriormente sviluppate le conoscenze analitiche necessarie per sostenere e facilitare le politiche basate su dati concreti in materia di sviluppo regionale e migrazione.

Contestualmente la Commissione UE ha pubblicato il documento The impact of demographic change – in a changing environment” che aggiorna le tendenze demografiche e gli impatti che erano stati individuati alla luce dei recenti eventi, come la Brexit, il Covid o l’aggressione russa all’Ucraina.

La relazione, predisposta dai servizi della Commissione UE, sottolinea che per garantire prosperità e benessere futuri nell’UE è fondamentale affrontare le sfide poste dalla transizione demografica, tra cui l’invecchiamento e il declino della popolazione e una diminuzione della popolazione in età lavorativa, ma anche l’aumento delle disparità territoriali, compreso un crescente divario urbano-rurale. Il Rapporto esamina come e se i modelli demografici previsti vengano accelerati o interrotti, e se, quando si verificano, le interruzioni siano transitorie o abbiano un impatto duraturo sulle dinamiche demografiche.

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