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Statine: riducono i rischi cardiovascolari anche negli anziani over 75

Uno Studio pubblicato su The Lancet toglie dubbi sulla efficacia delle statine per ridurre i rischi cardiovascolari, facendoli diminuire di oltre un quinto per ogni riduzione di 1 mmol/L di colesterolo cattivo (LDL) nelle persone anziane di qualunque età, senza determinare effetti avversi della terapia sulla mortalità non vascolare o di tumore.

Sul numero del 2 febbraio 2019 della prestigiosa rivista scientifica di ambito medico The Lancet è stato pubblicato lo Studio (meta-analisi) “Efficacy and safety of statin therapy in older people: a meta-analysis of individual partecipant data from randomised controlled trials” (Efficacia e sicurezza della terapia con statine nelle persone anziane: una meta-analisi dei dati dei singoli partecipanti di 28 studi randomizzati controllati) che mostra come le statine riducano il rischio di eventi vascolari nelle persone anziane, anche superiori ai 75 anni, senza peraltro evidenziare effetti avversi sulla mortalità non vascolare.

Le statine sono farmaci ampiamente prescritti ai pazienti con ipercolesterolemia, perché il colesterolo “cattivo” (LDL) può contribuire all’accumulo di placca nelle arterie, che a sua volta può indurire le loro pareti e intasare il flusso di sangue, con il rischio di infarto, angina e ictus.

Le malattie cardiovascolari (CVD) provocano più di 4 milioni di morti in Europa ogni anno, che all’80% potrebbero essere evitate, eliminando i comportamenti a rischio. Inoltre, l’ipercolesterolemia di cui soffrono 2,5 milioni di italiani dai 35 ai 79 anni pesa sui costi sanitari, incidendo per oltre un 1 miliardo di euro, di cui soltanto le ospedalizzazioni rappresentano il 96%, il restante 4% per farmaci e assistenza specialistica.

In occasione del Congresso di Roma (27-31 agosto 2016) della Società Europea di Cardiologia (ESC) sono state diffuse le nuove Linee Guida per la gestione delle patologie caratterizzate da elevati livelli di colesterolo, elaborate da una task-force della ESC e da un’altra della Società Europea di Ateroslerosi, che raccomandano di non superare nel sangue il livello di 100mg/dl di LDL (lipoproteine a bassa densità), equivalenti a 2.59 mmol/L del Sistema Internazionale (SI).

Precedenti studi avevano già dimostrato che la terapia con statine riduce i rischi cardiovascolari tra le persone anziane, ma sussistevano incertezze sui loro benefici nella popolazione di età superiore ai 75 anni.

Ora dallo Studio condotto da “Cholesterol Treatment Tralists (CTT) Collaboration”, un’iniziativa congiunta coordinata dal Centro di sperimentazione clinica del National Health and Medical Research Council (NHMRC) dell’Università di Sydney, e dall’Unità di sperimentazione clinica e dall’Unità di studi epidemiologici (CTSU) del Dipartimento di Salute Pubblica dell’Università di Oxford, che ha valutato gli effetti delle statine su quasi 187.000 persone, di cui 14.483 di età superiore ai 75 anni, che avevano preso parte a 28 grandi sperimentazioni cliniche, è emerso che tali farmaci riducono i rischi, indipendentemente dall’età.

Suddivisi tutti i partecipanti all’analisi in 6 gruppi di età (sotto i 55 anni; tra 55-60; tra 60-65; tra 65-70; tra 70-75; oltre 75 anni) al fine di valutare gli effetti delle statine sui principali eventi vascolari (attacchi di cuore/ ictus/ rivascolarizzazione coronarica), sull’ incidenza del cancro e sui decessi specifici, i ricercatori hanno constatato che il trattamento con statine riduce i rischi del 21% per ogni 1mmol/L di colesterolo “cattivo” (LDL) in meno, e che tale diminuzione è simile e significativa in tutti i gruppi analizzati, compresa quella della fascia superiore ai 75 anni di età. Per gli eventi vascolari maggiori, la riduzione di rischio è risultata del 24% e diminuisce di poco con l’età, senza che si siano evidenziati aumenti del rischio di mortalità non vascolare o di tumori in qualsiasi fascia di età.

La statinoterapia ha dimostrato di prevenire le malattie cardiovascolari in una vasta gamma di persone, ma c’era incertezza sulla sua efficacia e sicurezza tra le persone anziane – ha affermato il principale autore dello Studio Anthony Keech, Professore di medicina, cardiologia ed epidemiologia all’Università di Sydney – Il nostro studio ha riassunto tutte le prove disponibili da importanti studi per aiutare a chiarire questo problema. Abbiamo riscontrato una significativa riduzione dei principali eventi vascolari in ciascuna delle fasce d’età considerate, compresi i pazienti di età superiore ai 75 anni all’inizio del trattamento”.

Tuttavia, l’alimentazione e il corretto stile di vita rimangono pur sempre i primi interventi per abbassare il colesterolo cattivo, e, nel caso dell’attività fisica, alzare quello “buono” (HDL), che è protettivo, salvo per coloro che hanno una ipercolesterolemia familiare.

Mangiare alimenti come cereali, ortaggi, frutta pesce, in pratica la dieta mediterranea, oltre ad elencare quelli da consumare con moderazione o in occasioni speciali, è anche la raccomandazione contenuta nel Rapporto  “Food in Anthropocene” recentemente presentato al World Economic Forum (Davos, 22-25 gennaio 2019) dalla Commissione EAT-Lancet su Food, Planet, Health,  per una dieta globale (Planetary Health Diet) volta a modelli alimentari sostenibili, e che contiene anche una scheda dedicata agli operatori sanitari per informarli sulla necessità di una transizione alimentare globale e su quel che potrebbero fare per agevolarla.

 

Immagine di copertina: Fonte Università di Oxford

 

 

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