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Spreco alimentare: una Giornata per la salute dell’uomo e dell’ambiente

In occasione della presentazione del Programma per la VII Giornata nazionale contro lo spreco alimentare (5 febbraio 2020) che quest’anno ha per focus “Cibo e Salute: prevenzione dello spreco alimentare, salute dell’uomo e dell’ambiente”, sono stati presentati i dati dell’annuale Rapporto dell’Osservatorio Waste Watcher di Last Minute Market, da cui si evince che, nonostante i numeri degli sprechi siano ancora elevati, l’attenzione degli Italiani è in aumento.

In occasione della presentazione alla stampa (Ministero della Salute, 4 febbraio 2020) degli eventi in programma, sono stati diffusi i dati del Rapporto 2020 dell’Osservatorio Nazionale sugli sprechi Waste Watcher e anticipati i temi della I Giornata Internazionale di Consapevolezza sugli sprechi (29 settembre 2020), promossa dalle Nazioni Unite.

Il 5 febbraio 2020 è la VII Giornata nazionale contro lo spreco alimentare, promossa dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM), in collaborazione con il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari (DISTAL) dell’Università di Bologna e dell’Osservatorio Waste Watcher di Last Minute Market, che quest’anno ha per focus “Cibo e Salute: prevenzione dello spreco alimentare, salute dell’uomo e dell’ambiente”.

Dal Rapporto emerge l’attenzione degli italiani contro lo spreco alimentare è in aumento: il 68% dichiara che l’ultimo decennio è stato decisivo per approcciare la gestione del cibo in modo più consapevole; mentre per il 24% l’attenzione è rimasta inalterata. Determinanti, per 1 italiano su 2, i grandi paradossi e le disuguaglianze nel mondo, quindi un aspetto etico-sociale. Per quasi 6 italiani su 10 (57%) ha contato la sensibilizzazione fatta negli ultimi anni attraverso la veicolazione di dati e la sensibilizzazione di campagne informative e iniziative coinvolgenti sul tema spreco, che ha raggiunto oltre 1 italiano su 5 (23%). Un po’ meno sono passati i messaggi della produzione/grande distribuzione (14%), dei media (12%) e le raccomandazioni di singoli personaggi autorevoli (5%).

L’impegno per lo sviluppo sostenibile e la prevenzione degli sprechi passa attraverso il monitoraggio dei comportamenti e quindi attraverso i dati. – ha affermato Andrea Segrè, Fondatore e Presidente di Last Minute Market – Sei anni fa 1 italiano su 2 dichiarava di gettare cibo quasi ogni giorno, nel 2019 solo l’1% degli intervistati ha dichiarato di cestinare il cibo quotidianamente. Molto resta da fare, tuttavia: lo spreco del cibo resta saldamente in testa alla nefasta ‘hit’ degli sprechi per il 74% degli italiani. Seguono lo spreco idrico (52%), gli sprechi nella mobilità (25%), di energia elettrica (24%) e in generale legati ai propri soldi (16%)“.

Il Rapporto Waste Watcher 2020 è legato allo spreco percepito. Il dato dello spreco ‘reale’ era stato calcolato nel 2018-2019 misurando lo spreco nelle famiglie italiane con i test scientifici dei “Diari di famigliaWaste Notes) nell’ambito del Progetto REDUCE dell’Università di Bologna-DISTAL con il MATTM.

Quasi 7 italiani su 10 (il 66%) ritengono che ci sia una connessione precisa fra spreco alimentare, salute dell’ambiente e dell’uomo (è sempre così per il 30% degli intervistati, lo è spesso per il 36% e solo talvolta per il 20%). Così, al momento dell’acquisto l’attenzione agli aspetti della salubrità del cibo e del suo valore per l’impatto sulla salute, così come agli elementi di sicurezza alimentare, incide in maniera determinante per 1 italiano su 3, il 36%. Mentre per un’identica percentuale di italiani (36%) questo aspetto incide in una certa misura non determinante. Il 13% degli italiani ritiene di poter dare per scontato questi aspetti rispetto al cibo in vendita e una residua percentuale non ci fa caso (6%) o non ha elementi specifici di valutazione (9%).

Per attingere informazioni sulla salubrità e sul valore del cibo che si intende acquistare, essenziali si confermano le etichette: ben il 64% dichiara di consultarle al momento dell’acquisto come garanzia di sicurezza per i prodotti, mentre 1 italiano su 2 (51%) attribuisce valore alla stagionalità dei prodotti, come garanzia di scelta alimentare corretta. I prodotti bio sono presidio di certezza nell’acquisto del cibo per 1 italiano su 5 (19%) e una significativa percentuale dichiara di informarsi prima di fare la spesa (17%). In ogni caso, l’asticella dell’attenzione per la questione spreco si è quindi decisamente alzata: lo dichiarano d’altra parte 7 italiani su 10 (68%) per i quali l’ultimo decennio è stato decisivo per approcciare la gestione del cibo in modo più consapevole, mentre per il 24% l’attenzione è rimasta inalterata.

Secondo i dati, la spesa è un ‘rito’ che la maggior parte degli italiani compie settimanalmente (37%) oppure 2-3 volte alla settimana per 1 italiano su 3 (32%). Un italiano su 10 fa la spesa ogni giorno (11%), e 2 intervistati su 10 semplicemente sulla base della reale necessità di acquisto (18%).

Lo spreco di cibo domestico vale fra il 75 e l’80% della filiera complessiva che parte dal residuo e dalle perdite nei campi e attraverso gli sprechi nella produzione e distribuzione arriva a quello domestico.

Lo spreco settimanale medio costa 4,9 euro a nucleo familiare, per un totale di circa 6,5 miliardi di euro, e un costo complessivo di circa 10 miliardi di euro che include gli sprechi di filiera produzione/distribuzione 2020, oltre 3 miliardi di euro. A livello globale, secondo l’annuale Rapporto della FAO (SOFA 2019), circa il 14% del cibo mondiale viene perso dopo la raccolta e prima di raggiungere il livello di vendita al dettaglio.

Ridurre perdite e sprechi alimentari avrebbe riflessi positivi sulle azioni di contrasto ai cambiamenti climatici per effetto della riduzione dei gas ad effetto serra, contribuendo al contempo a ridurre l’insicurezza alimentare e a conseguire alcuni Obiettivi dello Sviluppo Sostenibile dell’ONU, come ha sottolineato il Rapporto speciale Climate Change and Land (SRCCL) dell’IPCC.

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