Il Ministero dell’Ambiente pubblica sul suo sito la “Circolare esplicativa” all’ultimo momento, dopo che le principali associazioni delle categorie interessate all’avvio del sistema di tracciabilità dei rifiuti avevano lamentato le inadempienze e paventato il rischio di un caso burocratico-normativo, con ripercussioni pesanti per le imprese coinvolte.
A poche ore dall’avvio del SISTRI, sul sito del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare è stata pubblicata in tarda serata la “Nota esplicativa ai fini dell’applicazione dell’articolo 11 del decreto legge 31 agosto 2013, n. 101, “Semplificazione e razionalizzazione del sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti – Sistri”.
Viene indicata come “Circolare esplicativa”, tuttavia della “circolare” in senso normativo non ha le caratteristiche non riportando una data, un protocollo, un responsabile o … una firma. Si ha l’impressione che al Ministero si sia deciso all’ultimo momento di intervenire dopo che nei giorni scorsi Confindustria aveva pubblicato la Circolare 24 settembre 2013 n. 456 “Sistri: prime indicazioni importanti e indifferibili per le imprese obbligate dal primo ottobre 2013” con cui, di fronte alla mancata pubblicazione della prevista Circolare ministeriale, si fornivano le prime indicazioni operative alle imprese interessate, cercando di delineare un quadro operativo temporaneo e realistico.
Inoltre, il 25 settembre 2013, il Presidente di Confindustria Servizi innovativi e Tecnologici, Ennio Lucarelli, e il Presidente di Assosoftware Bonfiglio Mariotti, in una lettera a firma congiunta avevano richiesto un intervento urgente per alleggerire le posizioni delle imprese, stante l’improvvisa accelerazione data al progetto, con la conferma della partenza del SISTRI al 1° ottobre 2013 per i gestori dei rifiuti pericolosi, con pesanti ricadute su tutta la filiera dei rifiuti, anche non pericolosi, e rischi di sanzioni pesantissime per le imprese, nonostante rimangano irrisolti problemi di tecnici: interoperabilità mai collaudata; impossibilità di effettuare verifiche e simulazione complete; mancanza di adeguata formazione degli operatori: dispositivi USB e black box non funzionanti e/o non consegnati.
“Urge un periodo di sperimentazione senza applicazioni di sanzioni per gli errori di tipo formale – aveva affermato Bonfiglio Mariotti – per consentire a tutti gli operatori coinvolti di lavorare in tranquillità prevedendo verifica sul campo e un percorso di incisive semplificazioni dell’attuale sistema”.
“L’obiettivo non è bloccare un processo di potenziale innovazione – chiariva Ennio Lucarelli – ma trasformare il Sistri in una vera opportunità di digitalizzazione del Paese con importanti ricadute in termini di sicurezza dei territori e contrasto dell’illegalità, qualità della vita per i cittadini, semplificazione, contenimento dei costi e miglioramento dell’operatività delle stesse imprese”.
Anche Federambiente (Federazione Italiana Servizi Pubblici Igiene Ambientale) era intervenuta lamentando in un Comunicato che alla vigilia dell’entrata in vigore del SISTRI non fosse stato ancora specificato se i rifiuti urbani pericolosi ricadano nell’obbligo di tracciabilità del nuovo sistema oppure no.
“In mancanza di un tempestivo chiarimento – si afferma nel Comunicato – le imprese del settore si troveranno a dover gestire un doppio regime, in particolare per quanto riguarda i centri di raccolta, le isole ecologiche e i rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche, con ricadute che inevitabilmente andrebbero a incidere sull’operatività della filiera della gestione dei rifiuti urbani”.
“Siamo consapevoli che l’attuale, delicata fase politica è assai complessa e che in queste ore il Governo è alle prese con ben altri problemi – ha sottolineato il Presidente di Federambiente Daniele Fortini – Senza la regìa del Ministero dell’Ambiente il disastro è incombente e certo. Chiediamo al Ministro Orlando di assicurare, come sinora ha fatto, la massima vigilanza affinché l’eventuale attività del Sistri non diventi una catastrofe burocratico-amministrativa come quella, ancora in corso, generata dalla mancata restituzione ai cittadini dell’Iva sulla tariffa rifiuti”.
La nota esplicativa del Ministero conferma che da oggi 1° ottobre 2013 il SISTRI sarà operativo per:
* i produttori iniziali di rifiuti pericolosi a titolo professionale;
* gli altri detentori di rifiuti pericolosi prodotti da terzi, e precisamente:
– gli enti o le imprese che raccolgono o trasportano rifiuti pericolosi a titolo professionale”;
– gli enti o le imprese che effettuano operazioni di trattamento, recupero, smaltimento, commercio e intermediazione di rifiuti pericolosi;
* i nuovi produttori di rifiuti pericolosi.
Si mette in evidenza che è molto probabile che in sede di conversione in legge entro la fine di ottobre vengano apportate modifiche all’ambito soggettivo ed oggettivo di applicazione, delle quali verrà data tempestiva informazione con un’ulteriore nota esplicativa.
Viene chiarito che il riferimento ai “rifiuti pericolosi” riguarda solo i rifiuti speciali pericolosi, e non anche i rifiuti urbani ancorché pericolosi; tuttavia per i commercianti e intermediari la norma interessa sia i rifiuti speciali pericolosi che i rifiuti urbani pericolosi.
Vengono esclusi da produttori iniziali di rifiuti pericolosi i produttori che non sono organizzati in enti o imprese.
I produttori iniziali di rifiuti speciali pericolosi e le imprese che trasportano i rifiuti da loro stessi prodotti ed iscritte all’Albo ex art. 212, c. 8, D.L.vo 152/06 partiranno col SISTRI il 3 marzo 2014.
Vengono precisate le modalità di coordinamento tra gli obblighi dei soggetti iscritti al SISTRI e gli obblighi dei soggetti non iscritti.
Per il primo mese successivo alla data di avvio dell’operatività del sistema, i soggetti coinvolti sono tenuti, oltre che agli adempimenti del SISTRI, anche alla compilazione dei registri di carico e scarico e dei formulari di identificazione.
Solo dopo il primo mese di avvio si applicheranno le sanzioni.
Le imprese dovranno presentare il MUD con riferimento ai rifiuti prodotti e gestiti nell’anno 2013.
Ad ogni buon fine e per ulteriori approfondimenti si rinvia al testo della Nota.