Energia Fonti fossili Infrastrutture e mobilità Inquinamenti e bonifiche Sostenibilità

IRENA: 10 modi per rendere sostenibile il settore dei trasporti

IRENA 10 modi per rendere sostenibile il settore dei trasporti

Riconoscendo che i trasporti rappresentano attualmente  a livello globale circa un quarto di tutte le emissioni di anidride carbonica correlate all’energia, un gruppo di lavoro dell’Agenzia Internazionale per le Energie Rinnovabili (IRENA) ha definito un piano per rinverdire il settore.

Senza modificare l’attuale trend, entro il 2030 le emissioni legate ai trasporti potrebbero aumentare di oltre un terzo. Chiaramente, qualcosa deve essere fatto per ridurre le emissioni prodotte dal settore, pur mantenendo il mondo in movimento. Ma decidere quale tecnologia attuare, quanto investire e dove indirizzare il denaro è una sfida difficile per i responsabili politici e le imprese, già impelagati nel complesso processo di decarbonizzazione settore energetico.

Il 9 agosto 2016, l’Agenzia Internazionale per le Energie Rinnovabili (IRENA) ha diffuso i risultati di un progetto di ricerca durato più di un anno, nell’ambito del più ampio Programma Roadmap for a Renewable Energy Future che mira a tracciare un percorso per aumentare drasticamente l’utilizzo di energie rinnovabili al 2030 a livello globale, a cui hanno lavorato oltre 200 esperti del settore dei trasporti di aziende private, istituzioni accademiche, Governi e organismi internazionali.

The Renewable Route to Sustainable Transport: A working paper based on REmap” prevede una serie di raccomandazioni politiche per tracciare un percorso  verso un sistema di trasporto globale più pulito e più sostenibile, destinate a innescare la crescita dei veicoli elettrici (EV), il supporto all’implementazione dei biocarburanti e gli investimenti per promettenti tecnologie pulite.

L’Accordo di Parigi dello scorso anno è stato un passo nella giusta direzione per indirizzare il mondo verso un sistema energetico decarbonizzato, ma gli impegni di molti Paesi sono vaghi quando si tratta di dire esattamente come intendano raggiungere i propri obiettivi di riduzione del carbonio – ha dichiarato Deger Saygin, a capo del Programma REmap – Questa è la prima volta che IRENA sta affrontando le tendenze future del consumo di energia da trasporti e abbiamo proposto un programma d’azione che può aumentare l’utilizzo di energie rinnovabili e la sostenibilità del settore. I Paesi hanno bisogno di capire che ruolo giochi il settore dei trasporti nei consumi energetici e hanno bisogno di indicazioni su come soddisfarne le richieste, in linea con i propri impegni di riduzione delle emissioni di carbonio“.

I suggerimenti si concentrano su tre aree principali:
– Mobilità elettrica;
– Biocarcaruranti affidabili e sostenibili;
– Soluzioni tecnologiche emergenti.

Ecco di seguito le raccomandazioni-chiave contenute nel working paper.
1. Incentivare la vendita di auto elettriche
Il decollo dei veicoli elettrici è qualcosa che assomiglia al problema della gallina e delluvo: molte persone non sono disposte ad acquistare auto elettriche senza un’adeguata infrastruttura di ricarica sul posto; a loro volta, i fornitori di energia sono riluttanti a costruire le reti di ricarica senza la certezza che  verranno utilizzate. L’Agenzia suggerisce ai politici di affrontare questa situazione di stallo, utilizzando gli incentivi per stimolare l’acquisto di auto elettriche, come ad esempio gli sgravi fiscali sui nuovi veicoli o il loro libero accesso nei centri delle città, supportati da rigorose restrizioni delle emissioni sui veicoli convenzionali. Secondo IRENA, l’offerta di incentivi, al fianco di obiettivi per l’implementazione delle ricariche, contribuiranno a creare le certezze di pianificazione in grado di spingere i produttori ad investire.

2. Investimenti su misura per le ricariche per le auto elettriche in città
In parallelo agli incentivi per l’acquisto delle auto elettriche, i politici devono anche investire nelle infrastrutture di ricarica, con un focus iniziale di punti in città e in autostrada.
Durante lo sviluppo di infrastrutture di ricarica in città – un obiettivo chiave per il mercato dei veicoli elettrici – i responsabili politici devono adattare i piani per le strutture esistenti. Ad esempio, negli Stati Uniti, solo il 22% dei veicoli ha accesso a un posto auto in casa con una presa elettrica adatta per la ricarica domestica, il che vuol dire che le ricariche in strada dovrebbero avere la priorità degli investimenti.
Al contempo, urbanisti e politici dovrebbero incoraggiare il car sharing, promuovere l’uso di motocicli elettrici e elettrificare i servizi di trasporto pubblico per ridurre le emissioni dei trasporti nelle città.

3. Incrementare le attività di ricerca vehicle-to-grid
La prevista crescita dei veicoli elettrici eserciterà maggiore domanda sulle reti elettriche dei Paesi. Dal momento che i benefici ambientali dell’utilizzo delle auto elettriche dipende dall’energia elettrica proveniente da una fonte di energia pulita, IRENA raccomanda che la nuova domanda di energia elettrica dai trasporti venga soddisfatta utilizzando energia rinnovabile.
Tuttavia, mentre il settore delle auto elettriche dipenderà dalle energie rinnovabili per le sue credenziali verdi, al contempo i veicoli elettrici potrebbero anche sostenere una più ampia decarbonizzazione del sistema energetico. La tecnologia vehicle-to-grid, in cui le batterie delle auto elettriche possono essere utilizzate come  “centrali mobili”, in grado di accumulare e rimettere in rete l’energia non utilizzata al momento del picco della domanda, potrebbe contribuire a stabilizzare una rete che fa affidamento sulle fonti rinnovabili. Secondo IRENA, entro il 2030 circa 150GW di stoccaggio totale di energia potrebbe essere offerta dai veicoli elettrici.

4. Aumentare la produzione di biocarburanti
In base al piano REmap di IRENA, la domanda totale di biocarburanti potrebbe raggiungere i 500 miliardi di litri entro i prossimi 15 anni. Coltivare la materia prima per soddisfare questa domanda richiederà circa 200 milioni di ettari di terreno agricolo.Anche se ci sono fino a 1,4 miliardi di ettari di terreno agricolo disponibile per la produzione di biocarburanti, che è in competizione con l’allevamento di bestiame, colture e la produzione alimentare per lo spazio. Tuttavia, coltivando le materie prime per i biocarburanti in modo più efficiente e facendo maggior di terreni degradati e marginali, secondo IRENA, la produzione globale di biocarburanti può essere notevolmente aumentata e sostenibile.

5. Sviluppare obiettivi stringenti in relazione ai biocarburanti
L’Agenzia raccomanda i politici di sviluppare obiettivi relativi ai biocarburanti che tengano delle prestazioni nell’intero ciclo di vita delle emissioni di gas serra, al fine di garantire che il sostegno si sviluppi alle filiere di produzione avanzata, scoraggiando l’utilizzo della bioenergia non sostenibile.

6. Mettere i biocarburanti avanzati su un piano di parità rispetto ai combustibili non rinnovabili
I biocarburanti sono attualmente in competizione impari con i loro rivali dei combustibili fossili, dal momento che i costi di produzione attuali sono alti, e non ci sono generalmente incentivi per le imprese e gli individui per scegliere biocarburanti rispetto alle fonti di energia tradizionali. “Tra le varie azioni specifiche che i responsabili politici e le parti interessate dovrebbero intraprendere c’è la miscelazione di biocarburanti liquidi nei carburanti e l’utilizzo del biometano per i trasporti – si suggerisce nel Rapporto – Inoltre, l’attenzione deve essere rivolta ai mercati di nicchia nei settori più difficili di trasporti marittimi e aerei, dove i biocarburanti potrebbero fare un balzo in avanti“.

7. Promuovere il commercio transfrontaliero di bioenergie
I biocarburanti dovrebbero possedere una certificazione di origine al fine di guidare la trasparenza lungo tutta la filiera, afferma l’Agenzia. Sono in corso dei tentativi per introdurre i certificati di origine per i biocarburanti, ma la pratica non è affatto universalmente attuata in tutto il settore. Con la crescita della produzione dei biocarburanti, la necessità di garantire la sostenibilità lungo tutta la catena di approvvigionamento diventerà ancora più pressante, sì che la  certificazione affidabile di informazioni sull’origine contribuirà anche a promuovere il commercio transfrontaliero di biocarburanti.

8. Integrare le politiche delle bioenergie nei settori affini
Mentre i vantaggi dei biocarburanti possono essere avvertiti nel settore dei trasporti, l’impatto della loro produzione si fa sentire nell’intero settore energetico, sulle infrastrutture, nell’agricoltura, nella silvicoltura e nelle politiche di innovazione. Pertanto, IRENA sostiene lo sviluppo di un quadro politico integrato per i biocarburanti che riunisca i criteri di sostenibilità, di uso del suolo, delle considerazioni politiche di proprietà della terra e le politiche di innovazione in una strategia coerente per il loro sviluppo e utilizzo.

9. Innovare nei trasporti marittimi e aerei
I due settori non coperti dall’Accordo di Parigi sono destinati ad aumentare in modo significativo nei prossimi decenni. Tuttavia, a causa di limitazioni nella  disponibilità di terra e acqua non è praticabile l’opzione di carbonizzare il settore dei trasporti marittimi e aerei. Finora, sono 23 le compagnie aeree che utilizzano biocarburanti in 2.500 voli commerciali, ma questo rappresenta solo lo 0,05% della domanda totale di carburante degli aerei.Per favorire la diffusione dei biocarburanti per decarbonizzare il settore dei trasporti marittimi e aerei sono necessarie politiche più profonde di ricerca, sviluppo e distribuzione di nuove tecnologie. In particolare, si sottolinea l’opportunità di utilizzare traghetti elettrici e unità ibride per la navigazione a corto raggio.

10. Fornire supporto finanziario a Ricerca e Sviluppo
Le tecnologie innovative emergenti diffuse su larga scala ridurrebbero i costi e aumenterebbero le prospettive di mercato che, a volte, abbisogna di spinte politiche per esprimere dei profondi mutamenti. Secondo IRENA, i politici devono concentrarsi sull’utilizzo di leve di mercato per rompere la situazione di stallo tra i costi elevati di produzione e distribuzione di una gamma di soluzioni di trasporto pulito, dai biocarburanti avanzati alla gassificazione. Tuttavia, tali investimenti produrrebbero, secondo il Piano REmap, una riduzione dei costi esterni fino a 210 miliardi di dollari.

In tutto il mondo, i costi esterni dell’inquinamento atmosferico relativi all’uso di combustibili fossili nel settore dei trasporti oscillavano nel 2010 tra i 460 e 2400 miliardi di dollari,  che potrebbero aumentare del 40% entro il 2030.

Il settore dei trasporti costituisce uno dei maggiori contributori all’inquinamento atmosferico locale e il più grande in molte città, dove il costo dei danni per la salute umana è 4 volte superiore a quella nelle zone rurali – ha sottolineato Nicholas Wagner, Officier associato al Programma IRENA – Se ci muoviamo in modo ecologico, potremmo migliorare non solo la nosstra salute e la vivibilità delle città in cui viviamo, ma anche i nostri portafogli“.

Articoli simili

Lascia un commento

* Utilizzando questo modulo accetti la memorizzazione e la gestione dei tuoi dati da questo sito web.