Presentato da Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano il 1° Rapporto “Intelligent Building Report” che analizza le possibilità legate all’introduzione di sistemi integrati e automatizzati negli edifici nuovi ed esistenti, in termini di risparmi energetici e ritorni economici degli investimenti sulla base del quadro normativo e finanziario di riferimento.
Nel corso del Convegno “Intelligent Buiding Report: il ruolo e il potenziale di mercato delle soluzioni smart nel contesto italiano”, tenutosi il 3 dicembre 2015 a Milano, sono stati presentati in anteprima i contenuti del primo “Intelligent Building Report”, realizzato da “Energy & Strategy Group” del Politecnico di Milano, dove con il termine “Intelligent Building” si intende “un edificio in cui gli impianti in esso presenti sono gestiti in maniera integrata ed automatizzata, attraverso l’adozione di una infrastruttura di supervisione e controllo degli impianti stessi, al fine di massimizzare il risparmio energetico, il comfort e la sicurezza degli occupanti, e garantendone inoltre l’integrazione con il sistema elettrico di cui il building fa parte”.
L’evoluzione dell’attuale sistema elettrico verso il paradigma Smart grid passa non soltanto dalla “smartizzazione” della rete elettrica, ma anche dal rendere intelligenti i diversi “nodi” della rete, primi fra tutti gli edifici, ad oggi responsabili di una quota piuttosto rilevante dei consumi energetici e che, per di più, ospitano crescenti quantità di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili.
Gli impianti tipicamente presenti all’interno di un Intelligent Building possono essere raggruppati in 3 macro-categorie:
– “Energy”, all’interno della quale ricadono gli impianti per la produzione, gestione e consumo di energia (per es. gli impianti di illuminazione, di riscaldamento e di ventilazione e condizionamento dell’aria -HVAC;
– “Entertainment”, all’interno della quale ricadono gli impianti per la gestione e il controllo di apparecchi multimediali audio-video;
– “Safety&Security”, all’interno della quale ricadono gli impianti per la prevenzione e gestione dei “rischi” che possono compromettere l’incolumità e la sicurezza degli occupanti.
Il Rapporto si è focalizzato sulla macro-categoria “Energy”, in particolare sull’infrastruttura di supervisione e controllo degli impianti che abilita la gestione integrata ed automatizzata degli impianti presenti all’interno, che è stata oggetto di analisi, da un punto di vista tecnico-economico, con riferimento alle diverse configurazioni-tipo di infrastruttura che possono essere adottate in un edificio al fine di raggiungere diversi livelli di “intelligenza”.
L’analisi della sostenibilità economica della realizzazione di un edificio “intelligente”, focalizzata su diversi ambiti d’applicazione nei settori residenziale e terziario (quali ad esempio la Grande Distribuzione Organizzata – GDO, uffici, ospedali, hotel) e relativa sia ad edifici di nuova costruzione sia al revamping di edifici esistenti, ha permesso di delineare per ciascun ambito di applicazione la “frontiera efficiente dell’intelligenza” ovvero il livello ottimale di intelligenza che consente di massimizzare il ritorno economico per il soggetto investitore.
Secondo i ricercatori, i risultati migliori si conseguono nella GDO e nelle grandi strutture come ospedali e hotel, dove gli interventi hanno valori più attraenti di benefico economico in rapporto al costo dell’investimento.
La domotica risulta conveniente anche nel settore residenziale, solo che i tempi di ritorno degli investimenti si allungano, ad eccezione di interventi più semplici che prevedono la gestione solo dei sistemi di illuminazione, solo degli impianti di riscaldamento o solo degli elettrodomestici.
Il Rapporto valuta, inoltre, l’effetto dei diversi strumenti di incentivazione attualmente vigenti sul ritorno economico dell’investimento in un edificio intelligente, fornendo un quadro esaustivo degli obblighi, incentivi e norme tecniche aventi un impatto, diretto o indiretto, sul tema, e dell’adozione di tecnologie “complementari” quali i sistemi di storage dell’energia.
Se l’intervento nel residenziale, ad esempio, oltre alla domotica prevede anche il fotovoltaico e sistemi di accumulo, il rientro dagli elevati costi dell’investimento avrebbero dei tempi “insopportabili”. Ma se si considerano nel conto le detrazioni fiscali per le ristrutturazioni edilizie, ecco che l’intervento pur complesso e costoso sarebbe sostenibile.
Secondo i ricercatori, in Italia emerge un potenziale di mercato dell’Intelligent Building “ragguardevole”, stimato fra i 9,3 e i 17 miliardi di euro tra il 2016 e il 2020, pari ad un volume medio annuo di 1,9 – 3,4 miliardi di euro, con un trend decrescente del grado di penetrazione atteso al crescere del livello di pervasività dell’intelligenza (dal 19% nello scenario a “minor intelligenza” al 9% per quello ad intelligenza massima), per effetto di 2 aspetti che differenziano gli scenari:
– una maggiore convenienza economica negli scenari a bassa intelligenza, con particolare riferimento all’ambito residenziale;
– un maggior grado di maturità tecnologica, che riduce le barriere all’adozione da parte del cliente finale.