Energia Fonti rinnovabili

Produzione elettrica da rinnovabiIi: ha ridotto gli impatti ambientali in UE

Secondo un briefing dell’Agenzia Europea dell’Ambiente (AEA) laproduzione elettrica da rinnovabili ha ridotto significativamente gli impatti ambientali (cambiamenti climatici, eutrofizzazione d’acqua dolce, formazione di particolato, acidificazione del suolo, ecotossicità dell’acqua dolce, occupazione del suolo). Poiché la produzione di energia rinnovabile comporta comunque degli impatti sul ciclo di vita, azioni mirate potrebbero farne diminuire l’intensità.

Secondo gli ultimi dati di Eurostat, la quota di consumo finale lordo di energia da fonti rinnovabili a livello dell’UE ha raggiunto nel 2019 il 19,7%, assai vicino all’obiettivo vincolante del 20% previsto per il 2020. Più della metà dei Paesi hanno già superato il proprio obiettivo, con la Svezia che ha raggiunto il 56,4%, seguita da Finlandia (43,1%), Lettonia (41,0%), Danimarca (37,2%) e Austria (33,6%). All’estremità opposta della scala, le percentuali più basse di energie rinnovabili sono state registrate in Lussemburgo (7,0%), Malta (8,5%), Paesi Bassi (8,8%) e Belgio (9,9%). Anche l’Italia ha raggiunto in anticipo il suo obiettivo.

Con il 34% di tutta la produzione di elettricità, la quota delle rinnovabili è quasi raddoppiata dal 2005 e il carbone non fornisce più la maggior parte dell’elettricità dell’UE. Tuttavia, i combustibili fossili producono ancora la maggior parte dell’elettricità (38% di tutta la generazione nel 2019). Con gli impianti basati sulla combustione che dominano il mix energetico, il settore elettrico dell’UE dà luogo a quasi un quarto di tutte le emissioni di gas serra dell’Unione. Costituisce anche un’importante fonte di acidificazione, eutrofizzazione e formazione di ozono a livello del suolo.

Il briefing EU renewable electricity has reduced environmental pressures; targeted actions help further reduce impacts” dell’Agenzia Europea dell’Ambiente (AEA) , pubblicato il 18 gennaio 2020, sottolinea che la piena attuazione al 2030 dei Piani nazionali per il clima e l’energia (PNEC) consentirebbe all’UE di superare i suoi attuali obiettivi per il clima e le energie rinnovabili per il 2030, ma tali progressi sarebbero ancora insufficienti per raggiungere un obiettivo più elevato di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra entro il 2030, atteso che il nuovo target di riduzione delle emissioni del 55% comporterà anche una revisione dell’obiettivo delle rinnovabili, e, comunque non ci porterebbe sulla traiettoria della neutralità climatica al 2050, per il cui obiettivo le energie rinnovabili dovrebbero crescere oltre l’80% entro quel termine.

Il briefing dell’AEA si basa sui rapporti “A life cycle perspective on the benefits of renewable electricity generation“ e “Renewable energy in Europe 2020. Recent growth and knock-on effects” del Centro tematico europeo per la mitigazione dei cambiamenti climatici e l’energia (ETC/CME), nonché su informazioni sulle politiche e misure nazionali in materia di energia rinnovabile in Europa e sui progressi verso il raggiungimento degli obiettivi energetici, ha osservato come il maggior utilizzo di elettricità rinnovabile in tutta l’UE non abbia solo ridotto impatti correlati ai cambiamenti climatici, ma anche quelli relativi all’inquinamento atmosferico e idrico (formazione di particolato, eutrofizzazione e acidificazione). 

I dati sulla generazione annuale comunicati ufficialmente per le 16 principali tecnologie energetiche rinnovabili e convenzionali in ciascuno Stato membro sono stati utilizzati per fornire informazioni su 6 principali categorie di impatto ambientale:
1. cambiamenti climatici;
2. eutrofizzazione d’acqua dolce;
3. formazione di particolato;
4. acidificazione del suolo;
5. ecotossicità dell’acqua dolce
6. occupazione del suolo.

I risultati mostrano che nel 2018 gli impatti del ciclo di vita (approccio quantitativo per valutare i prodotti in termini di impatto sull’ambiente, sulla salute umana e sul consumo di risorse) hanno continuato a essere dominati dalla produzione di elettricità dalla combustione del carbone, seguita dalle emissioni del gas naturale e dalla combustione di petrolio.

Impatti del ciclo di vita annuale associati alla produzione lorda di elettricità nell’UE

La maggior parte degli impatti evitati è stata determinata da un aumento della generazione di elettricità da fonti eoliche e solari fotovoltaiche onshore, seguite dalla generazione di elettricità da combustibili da biomasse solide e gassose.

Una parte considerevole degli impatti evitati può essere attribuita alla graduale eliminazione delle centrali a carbone fossile a favore della generazione di gas naturale e rinnovabile.

I miglioramenti del ciclo di vita relativi all’approvvigionamento energetico dell’UE sono particolarmente evidenti quando queste stime vengono confrontate con uno scenario controfattuale ovvero con quello che sarebbe avvenuto se fosse stata bloccata la quota di produzione di elettricità rinnovabile al livello del 2005.

Pertanto la sostituzione dei combustibili fossili più inquinanti, l’espansione della produzione di elettricità rinnovabile in tutta l’UE, offrirebbe molteplici opportunità per migliorare la salute umana e l’ambiente mitigando i cambiamenti climatici. Tuttavia, l’adeguato monitoraggio e l’attuazione delle politiche, e potenzialmente altre misure mirate, dovrebbero accompagnare queste tendenze per evitare che le problematiche ambientali si spostino su altre aree.

Altri strumenti fondamentali per i responsabili politici saranno i miglioramenti nell’efficienza energetica e delle risorse intersettoriali, prestando particolare attenzione alla pianificazione, progettazione, selezione e ubicazione dei progetti a seconda degli habitat, delle specie e degli ecosistemi potenzialmente interessati.

Anche diversi processi ed emissioni associati alla generazione di elettricità rinnovabile comportano impatti elevati sul ciclo di vita, tuttavia esistono opportunità per diminuire le intensità di impatto relative e totali, nonostante le notevoli differenze negli impatti del ciclo di vita dei settori nazionali di fornitura di elettricità.

Il solare fotovoltaico ha un’intensità di impatto relativamente elevata per l’ecotossicità a causa delle emissioni di metallo, correlate alle operazioni di estrazione e fusione, e al cloro dalla purificazione del silicio. Ridurre la domanda di materie prime, ad esempio dando la priorità a un migliore recupero dei materiali a fine vita, può ridurre le emissioni di processo, riducendo le corrispondenti emissioni del ciclo di vita per la generazione di energia solare fotovoltaica. L’intensità dell’impatto dei gas serra del solare fotovoltaico è anche tra le più alte di tutte le fonti rinnovabili lungo la catena del valore. Le emissioni si accumulano da una raccolta di processi, ognuno dei quali contribuisce in misura minore. Poiché la costruzione di moduli solari fotovoltaici richiede sia calore che elettricità e avviene a livello globale, l’effetto cumulativo porta a emissioni totali relativamente elevate di gas serra. Aumentare la dipendenza dall’energia rinnovabile nei processi di produzione contribuirebbe a ridurre l’intensità delle emissioni dei componenti solari fotovoltaici.

Per i rifiuti solidi urbani biodegradabili, il potenziale impatto di ecotossicità derivante dal processo di incenerimento, potrebbe essere mitigato adottando le tecnologie di abbattimento più avanzate. Allo stesso modo, per la formazione di particolato correlato alla combustione di biomassa, i contributi alle emissioni di processo sono più elevati durante la combustione, indicando la possibilità di installare ulteriori misure di controllo delle emissioni. Inoltre, concentrare gli sforzi sui combustibili da biomassa che richiedono meno terreno, come i biocarburanti di terza generazione, potrebbe ridurre considerevolmente l’elevata intensità di utilizzo del suolo associata alle attuali catene di approvvigionamento dei combustibili.

Poiché i progetti di produzione elettrica da rinnovabili sono destinati a crescere, sottolinea infine l’AEA, la valutazione di altri potenziali compromessi, come quelli che interessano gli habitat e gli ecosistemi, sarà essenziale per contenere gli impatti futuri.

In copertina: Foto: © Maksym Kaharlytskyi su Unsplash

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